II
AMBIENTE
II
Parconazionale dellaMajella
Quando lanatura toglie il fiato
di
MARIO MANNAFFI
l Parco nazionale della Majella
si estende nella parte sud-orien-
tale della regione Abruzzo per cir-
ca 74mila ettari comprendendo il
massiccio montuoso della Majella,
che accoglie la seconda vetta degli
Appennini, il Monte Amaro
(2.795
metri) e il massiccio del
Monte Morrone.
Il parco raccoglie e custodisce
una diversità biologica fra le più
importanti d’Europa. La vegeta-
zione è caratterizzata da boschi
misti formati da querce e aceri,
boschi di faggio, formazioni di pi-
no mugo e praterie d’alta quota.
Notevole è anche la grande varietà
faunistica tra cui il lupo, l’orso
bruno marsicano, il camoscio
d’Abruzzo, il cervo, il capriolo e
la lontra, oltre a rare bellezze alate
tra le quali l’aquila reale, il falco
pellegrino, il gufo reale ed il pivie-
re tortolino, la cui nidificazione è
accertata solo su questa monta-
gna.
Il parco presenta al visitatore
uno scenario diversificato e di stra-
ordinaria bellezza, in ogni periodo
dell’anno. I colori brillanti e vitali
della montagna fiorita in prima-
vera lasciano spazio ai nostalgici
toni caldi dell’autunno, al verde
lucente dell’estate e al pacifico
bianco delle cime innevate d’in-
verno. La forza silenziosa della na-
tura che regna in queste straordi-
narie location, ne fa meta ideale
per passeggiate verso la quiete che
sovrasta gli eremi di San Bartolo-
meo, San Giovanni e Santo Spirito
a Majella, edificati in questi luoghi
asceti da papa Celestino V ma an-
che verso l’attività esploratrice che
spinge alle escursioni e allo sport.
L’istituzione
Istituito nel 1991, è uno dei tre
parchi nazionali dell’Abruzzo
compreso tra le province di
L’Aquila, Pescara e Chieti. L’iter
per l’istituzione del parco era già
iniziata nel 1991 quando la “Leg-
ge quadro sulle aree protette” ha
indicato espressamente tra le aree
da tutelare la Majella. L’istituzione
effettiva è avvenuta nel giro di
qualche anno, con il Dpr del 5
giugno 1995. L’Ente parco nazio-
nale della Majella con sede a
Guardiagrele (Chieti), è stato isti-
tuito sempre con il Dpr del 1995.
È uno dei 24 parchi nazionali ita-
liani con la peculiarità di presen-
tarsi compatto dal punto di vista
territoriale. Infatti, la sua area si
raccoglie attorno al grande mas-
siccio calcareo della Majella e alle
montagne del Morrone a ovest e
I
ai monti Pizi e Porrara a est.
Flora e fauna
Nel parco sono state censite ol-
tre 2.100 specie vegetali che rap-
presentano all’incirca un terzo di
tutta la flora italiana; alcune specie
sono state per la prima volta iden-
tificate dai botanici proprio in lo-
co. Il 37% delle specie italiane è
presente sul territorio del parco,
tra le endemiche ricordiamo la sol-
danella del calcare e il fiordaliso
della Majella. Le specie animali
sono invece oltre 150, tra cui po-
sto di rilievo spetta al piviere tor-
tolino. Tra i mammiferi: il camo-
scio d’Abruzzo, il cervo, la
donnola, la faina, il gatto selvatico,
la lince eurasiatica, l’istrice, l’orso
bruno marsicano, la lontra, il lupo
appenninico, la martora, il mo-
scardino, la puzzola, il riccio, il ri-
nolofo maggiore, il tasso, la talpa,
il vespertilio smarginato e la volpe.
Tra i rettili: il colubro di riccioli,
la vipera dell’Orsini, la lucertola
campestre e il ramarro. Tra gli an-
fibi: la salamandrina terdigitata,
l’ululone dal ventre giallo. L’avi-
fauna: l’aquila reale, l’astore, la
cinciarella, il codibugnolo, il falco
pecchiaiolo, il falco pellegrino, il
fringuello alpino, il gheppio, il
gracchio alpino, il gracchio coral-
lino, il lanario, il merlo, il picchio
dorsobianco, il picchio muratore,
il piviere tortolino, il sordone e lo
sparviero. All’interno del parco si
trovano ben sette riserve naturali
statali (Monte Rotondo; Quarto
Santa Chiara; Fara San Martino
Palombaro; Feudo Ugni; Piana
Grande della Majelletta; Valle
dell’Orfento; Lama Bianca di
Sant’Eufemia a Maiella) e alcuni
beni d’interesse culturale, tra i più
rilevanti d’Abruzzo.
La conformazione del territorio
Il territorio del parco è situato
a cavallo del 42º parallelo. Si
estende per una superficie di circa
62.838
ettari, su un terreno pre-
valentemente montagnoso. La Ma-
jella propriamente detta, così come
il contiguo massiccio del Morrone,
è un imponente massiccio calca-
reo-dolomitico di età mesozoica e
cenozoica. È caratterizzato da una
serie di vasti pianori sommitali,
dolcemente tondeggianti per effet-
to dell’azione millenaria dei ghiac-
ciai che qui erano molto estesi du-
rante le ere glaciali, tra cui emerge
il Vallone di Femmina Morta a ol-
tre 2500 metri di altitudine. I suoi
versanti, soprattutto quelli orien-
tale e nord-occidentale, sono sol-
cati da lunghissimi e aspri valloni:
Vallone dell’Orfento, inciso dal
fiume omonimo, ricco di acque e
di faggete; Valle del Foro, model-
lata dal fiume Foro, anch’essa ric-
ca di acque e di faggete, costituisce
l’habitat di specie quali il picchio
dorsobianco, l’astore, la balia dal
collare ed il gufo reale; Vallone di
Selvaromana, nel comune di Pen-
napiedimonte; valle delle Mandrel-
le-valle di Santo Spirito, in comune
di Fara San Martino; Vallone di
Taranta, nella quale si trova la
grotta del Cavallone. Il fiume Or-
ta, che raccoglie le acque di un va-
sto bacino, separa con un’ampia
valle il massiccio della Majella dal
Morrone. La valle è profondamen-
te incisa nei territori dei comuni
di Bolognano e San Valentino, for-
mando un vero e proprio canyon.
Il massiccio del Morrone è costi-
tuito da una dorsale stretta e al-
lungata, compatta e aspra al con-
tempo, costituita da rocce calcaree
e dolomitiche, che precipita nella
piana di Sulmona tra balze roccio-
se scoscese. A sud, ai piedi del
monte Pizzalto, i piani carsici noti
come “altipiani Maggiori d’Abruz-
zo”, detti anche “quarti” (Santa
Chiara, Barone, Grande e Moli-
no), posti a circa 1.250 metri di
altitudine, fanno da cerniera con
l’area dei monti Pizzi-monte Seci-
ne, con boschi di faggi, acero di
Lobel e diverse altre specie.
Geologia
Da più di un secolo e mezzo, la
geologia dell’area della montagna
della Majella è stata studiata da
numerosi studiosi italiani ed esteri.
Soprattutto per la ricostruzione
delle sequenze sedimentarie car-
bonatiche, la Majella è conosciuta,
per un motivo particolare: si tratta
di una delle poche località dove
un margine depositionale di una
piattaforma carbonatica può esse-
re osservata nella sua completezza
in affioramento. L’area è stata re-
centemente soggetto di studio in
un progetto scientifico internazio-
nale di grande estensione, la “Task
Force Majella”.
Gli accessi
Le più comode località di ac-
cesso sono: la città di Sulmona
(
Aq) sul versante ovest, il paese di
Pescocostanzo (Aa) sul versante
sud, Guardiagrele (Ch) sul versan-
te est e Lettomanoppello (Pe) sul
versante nord.
Stazioni sciistiche
All’interno del parco sono
comprese in tutto 3 stazioni scii-
stiche poste su differenti versanti
della Majella, geograficamente non
collegate tra loro: la più nota e fre-
quentata è la stazione di Passolan-
ciano-Maielletta sul versante chie-
tino, le altre sono quelle di Passo
San Leonardo e Campo di Giove
in territorio aquilano. Il loro ba-
cino d’utenza tipico è fondamen-
talmente il basso Abruzzo con le
province di Chieti e Pescara e il
basso aquilano.
La Majella,
Padre dei Monti”
per Plinio il Vecchio,
Montagna madre”
per gli abruzzesi,
fa parte di diritto
del patrimonio
mondiale.
Geograficamente
costituito da quattro
grandi
individualità
orografiche,
la Majella
propriamente detta,
ampio e compatto
massiccio calcareo,
il Morrone, il Porrara
e i Monti Pizzi,
con le valli e i piani
carsici che fra esse
si interpongono,
è un parco nazionale
che per posizione
geografica,
per asprezza, vastità
e mutevolezza
climatica, è unico
nel suo genere
e racchiude al suo
interno, in vaste aree
(
widelands),
che presentano
aspetti peculiari
di natura selvaggia
(
wildland), la parte
più pregevole e rara
del patrimonio
nazionale
di biodiversità,
di importanza europea
e mondiale
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DOMENICA 2 DICEMBRE 2012
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