Page 1 - Opinione del 3-10-2012

Direttore ARTURO DIACONALE
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Mercoledì 3 Ottobre 2012
delle Libertà
Quella sottile differenza tra lista civica e lista cinica
a la lista civica di Italia Fu-
tura con cui Luca Cordero
di Montezemolo vuole andare alle
elezioni per battersi per la ricon-
ferma di Mario Monti alla guida
del governo è la stessa lista civica
con cui Pierferdinando Casini e
Gianfranco Fini intendono presen-
tarsi di fronte al corpo elettorale
per chiedere agli italiani di legitti-
mare un nuovo mandato al gover-
no tecnico dello stesso Monti?
A prima vista sembrerebbe di
si. Che Montezemolo, Casini e Fini
abbiano superato le gelosie ed i
contrasti per la leadership dell’area
e si siano messi d’accordo nel pre-
sentare una lista unitaria in cui fi-
M
gurino solo personaggi proveniente
dalla società civile. Nella realtà
non è affatto così. Perché, anche
se l’obbiettivo del presidente della
Ferrari è lo stesso di Casini e Fini,
cioè il Monti bis, la lista civica del
primo non può avere nulla a che
spartire con la lista civica dei se-
condi. La prima è una lista che, se
vuole intercettare il voto dei delusi
della politica, deve essere obbliga-
toriamente formata da non politici
che puntano a riformare radical-
mente la classe politica. La seconda
è una lista di politici che cercano
di mimetizzarsi dietro alcuni per-
sonaggi famosi della società civile
per conservare il proprio ruolo e
la propria posizione all’interno del-
la classe politica. In pratica, Mon-
tezemolo non può in alcun modo
intrecciare la propria lista con
quella di Casini e Fini. E non per
non riconoscere ai propri alleati
un ruolo di guida dell’area di cen-
tro a cui, nel momento in cui ha
dichiarato di non volersi candidare,
sembra aver rinunciato in parten-
za. Ma per non mescolarsi in una
operazione, come quella del leader
dell’Udc e del leader di Fli, che co-
stituisce agli occhi dell’opinione
pubblica una clamorosa contrad-
dizione in termini. Come pensare,
infatti, che una lista definita civica
possa essere guidata dai due per-
sonaggi politici che hanno vissuto
da protagonisti non solo la secon-
da Repubblica ma anche la Prima
interpretando le più diverse e con-
traddittorie parti in commedia?
Una lista civica che si propone di
rinnovare la politica puntando sui
simboli viventi della vecchia poli-
tica? Simboli che per salvare se
stessi possono anche scaricare tutti
quelli che li hanno seguiti fino ad
ora (è clamoroso il caso di Fini che
dopo aver spaccato il Pdl ora ha
liquidato anche Fli sacrificando i
vari Bocchino, Briguglio, Granata,
Della Vedova con i Mille non di
Garibaldi ma della Buongiorno)...
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2
Per la Corte dei Conti la curaMonti non basta
he al momento Mario Monti
sia la figura che offre più ga-
ranzie come capo del governo
non ci sono dubbi. Ma le formule
Monti-bis” o “agenda Monti”,
che ci accompagneranno per tutta
la campagna elettorale, appaiono
del tutto vuote. Ad evocarle sono
i gruppi politici che pensano di
farsi traghettare nella nuova le-
gislatura dall’inerzia della credi-
bilità del professore, senza alcuno
sforzo di elaborazione program-
matica e di rinnovamento. Lo
stesso Monti, però, non può più
nascondersi dietro l’impresenta-
bilità altrui. Se è in campo non
più solo come carta d’emergenza,
C
dovrebbe proporre la sua agenda
per i prossimi cinque anni.
Agli elettori non può essere
chiesto un assegno in bianco, an-
che perché qualsiasi cosa signifi-
chi, la cosiddetta “agenda Monti”
non basta a superare la crisi. An-
zi, perseverando con la terapia di
quest’ultimo anno nella migliore
delle ipotesi ci aspetta un altro
decennio di crescita bassa o nulla,
con tutto ciò che comporta per la
sostenibilità della finanza pubbli-
ca. Ce lo dicono i dati, tutte le
analisi più autorevoli, da quelle
dell’Fmi ai puntuali giudizi dalla
Corte dei Conti. Severo, quasi im-
pietoso, quello di ieri alle Com-
missioni Bilancio, tanto che il mi-
nistro Grilli ha preso le difese del-
le politiche governative, negando
che ci sia un «corto circuito» tra
rigore e crescita. Ma come già in
altre occasioni, la Corte non ha
messo in discussione che possano
essere compatibili, si è limitata
ad osservare che il «pericolo di
un corto circuito» esiste a causa
della composizione delle manovre
correttive, per quasi il 70% fatte
di aumenti di imposte e tasse, con
la pressione fiscale oltre il 45%
nel triennio 2012-2014, e del rin-
vio di interventi strutturali. L’ur-
genza ha indotto a ricorrere «pe-
santemente» al prelievo fiscale,
«
forzando una pressione già fuori
linea nel confronto europeo e ge-
nerando le condizioni per un ul-
teriore effetto recessivo», che
«
avrebbe dissolto circa la metà
dei 75 miliardi della correzione
prevista per il 2013». Quasi due
terzi del calo del Pil devono esse-
re imputati «alle dimensioni e alla
composizione» delle manovre at-
tuate a partire dall’estate 2011.
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di
FEDERICO PUNZI
La spirale tra rigore
e recessione
in cui rischiamo
di cadere è rappresentata
dal calo delle entrate,
nel 2013 inferiori
di 21 miliardi rispetto
a quelle previste
nel Documento
economico-finanziario
di
ARTURO DIACONALE
Il nuovo partito
di Montezemolo
è antagonista a quello
di Fini e Casini. Chi va
con Italia Futura lo fa
perché detesta le vecchia
politica. E chi rimane
con i rappresentanti
del passato lo fa in odio
al nuovismo
Sinistra,Vendola terzo incomodo
K
Il presidente di Sinistra Ecolo-
gia e Libertà ha sciolto le riserve, can-
didandosi ufficialmente alle primarie
del centrosinistra. «Per scongiurare -
dichiara ai giornali - l’ipotesi di un
Monti-bis». Difficile, ma non impossi-
bile, che alla fine la spunti proprio lui,
anche se non sarebbe certo la prima
volta in cui il Pd si vedrebbe soffiare la
leadership da un outsider. La discesa in
campo di Nichi Vendola, in realtà, spari-
glia le carte e si gioca tutta sulla capa-
cità del politico pugliese di rubare voti
agli altri due contendenti in lizza: ov-
vero il segretario democratico, Pierluigi
Bersani, e il giovane rottamatore Matteo
Renzi. Nel gioco al massacro innescato
dal leader di Sel, infatti, la spunterà chi
saprà uscirne con meno ammaccature.
E per Bersani si mette male. Se da un
lato è difficile che Vendola riesca ad ac-
cattivarsi troppe simpatie in quell’ala
liberal” su cui si fondano tutte le for-
tune del sindaco di Firenze, dall’altro è
assai probabile che buona parte del-
l’elettorato socialista bersaniano de-
cida di scegliere il candidato più a
sinistra di tutti: Nichi.