Page 6 - Opinione del 4-10-2012

a pressione fiscale è una delle più alte
del mondo. Tante le anomalie: lo sta-
tus dei lavoratori dipendenti e delle azien-
de, dove la certezza dell’accertamento e
la regolarità del prelievo fiscale non com-
portano sgravi. L’evasione fiscale si chia-
ma mafia e la falsa fatturazione sembra
essere uno dei principali peccatucci della
Politica. Per finire, i 2/3 del gettito è dato
da quel quinto di italiani che vivono nel
lusso, nonostante - come detto sopra – i
dipendenti siano presi tra l’incudine delle
tasse ed il martello del lavoro. Il lavoro
in Italia è eccessivo per chi è occupato e
scarso per chi non ce l’ha. Scarso nelle
opportunità, nei salari
in entrata e nelle tutele
contrattuali. Siamo il
paese dove a fronte di
elevati contributi previ-
denziali, la sanità di al-
cune regioni è pessima.
Intanto, il ministro delle
Politiche comunitarie,
Enzo Moavero Milane-
si, promette che «nel
2013
già si vedranno
importanti segnali di ri-
presa e che il 2014 e
2015
saranno anni di ri-
presa
economica».
Giorgio Squinzi, presidente di Confindu-
stria, però, è molto scettico: «Non vedia-
mo la ripresa. Salvo miglioramenti sarà
verso fine 2013, ma per una vera ripresa
faccio la firma per il 2015». Basta dunque
ricette facili” e “colpevolizzazione dei
lavoratori”: «Le imprese abbassino le re-
L
tribuzioni ai grandi dirigenti e taglino le
stock option». Almeno questa volta la
Cgil ha ragione. E, non a caso Stefano
Fassina, esperto di lavoro ed economia,
richiama Mario Monti ai suoi doveri:
«
Chi ha responsabilità politiche ha il do-
vere dell’ottimismo. Tuttavia, diventa pre-
occupante chiudere gli occhi di fronte alla
realtà come continua a fare il governo.
L’Italia, come e più dell’euro-zona, è stret-
ta in una spirale recessiva che, oltre ren-
dere la disoccupazione e la chiusura di
imprese sempre più drammatica, allontana
gli obiettivi di finanza pubblica. Il debito
pubblico nel 2013 sarà più elevato del
2012
e del 2011». Non
resta altro che accettare
il principio etico del-
l’equità ed incidere sui
redditi di dirigenti e
professionisti. Inclusi
quelli già in pensione.
Tra l’altro, sono la clas-
se dirigente attuale e
quella già in pensione –
con le loro scelte errate
od egoistiche – che ci
stanno costringendo a
raschiare il fondo del
barile e non è pensabile
che ci siano famiglie
con bambini senza reddito, mentre un’or-
da di ultrasettantenni percepisce pensioni
superiori ai 1.500 Euro al mese. Qualcosa
deve cambiare, se non vogliamo che il col-
lante sociale e, soprattutto, generazionale
venga del tutto a mancare.
demata.wordpress.com
autunno non ha fatto che cominciare:
non è caldo, ma per lo meno è tiepido e
nelle città scioperano i mezzi pubblici. Rac-
contano che Roma è andata immediatamente
in tilt, mentre a Milano le ultime corse della
metropolitana prima che calasse la scure sono
state prese d’assalto dai viaggiatori e pare
che i dipendenti dell’Atm avessero così tanta
voglia di scioperare che ancora prima che la
protesta iniziasse avevano già chiuso i corri-
doi che collegano la linea 1 e la linea 3 alla
fermata Duomo.
Scioperano, dice la leader della Cgil Su-
sanna Camusso, perché «il contratto non si
rinnova dal 2007» e «il governo ha alzato le
accise per sostenere il tra-
sporto pubblico ma quei
soldi non si sono mai visti
ed è peggiorato il servi-
zio». Se è una porcheria
aumentare le accise ai
danni delle tasche dei con-
tribuenti che già pagano
il servizio pubblico, sareb-
be ancora di più una por-
cheria se i contribuenti
pagassero due volte per
un disagio. Peccato sia an-
data proprio così. L’Italia
è una repubblica demo-
cratica fondata, oltre che
sul lavoro, sulla concertazione. I tavoli tra le
parti sociali si sprecano e non risolvono i
problemi. E se domani scioperassimo noi?
Tutti noi: da chi paga per non avere un ser-
vizio a chi non è pagato per fornire un ser-
vizio? Non si tratta di contestare il sistema
che regola il mondo del lavoro, più che altro
L
perché più che contestato andrebbe riforma-
to. La ministra Elsa Fornero ci ha provato,
ma la sua legge mostra più pecche che punti
a favore. Dunque, se scioperassero gli stagisti
non retribuiti? Se incrociassero le braccia
quelli che pigliano 100 o 200 euro al mese,
lordi? Se non si presentassero sul lavoro gli
sgobboni che operano a cottimo in cambio
di un pugno di mosche? E non perché il dan-
nato treno o il dannato tram si è messo in
testa di non passare a raccoglierlo questa
mattina, ma per una semplice rottura di palle.
Se ne accorgerebbe qualcuno? Se ne rende-
rebbero conto certamente le aziende, ma il
punto è: lo stato realizzerebbe la cosa? Ela-
borerebbe la conclusione
che è la causa delle forti
disparità di trattamento
in Italia? Che non è lega-
le sottrarre lo stipendio
-
ammesso che ci sia -
dalla busta paga del con-
tribuente al quale è chie-
sto peraltro di sovven-
zionare il trasporto
pubblico ogni volta che
sosta dal benzinaio?
Mentre la Camusso ca-
pirebbe la stupidità delle
sue dichiarazioni? Che
dovrebbe arrabbiarsi
perché il governo ha imposto delle accise
a chi usufruisce di un servizio pubblico an-
ziché indignarsi perché un contratto non è
rinnovato da cinque anni? Ma che succede?
Tocca a noi passare per sindacalisti?
DARIO MAZZOCCHI
Gli scioperi d’autunno
ci costerannomolto caro
L’Italia è una repubblica
fondata sul negoziato.
I tavoli tra le parti
sociali sono tanti,
ma i veri problemi
non si risolvono
mai. E se gli stagisti
incrociassero le braccia?
Per risollevare il paese
servono riforme reali
Il lavoro è eccessivo
per chi è occupato
e scarso per chi resta
a casa. Siamo una terra
dove a fronte di alti
contributi previdenziali,
la sanità è pessima:
basta vedere il Lazio
L’OPINIONE delle Libertà
GIOVEDÌ 4 OTTOBRE 2012
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