Direttore ARTURO DIACONALE
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Sabato 5 Gennaio 2013
delle Libertà
Il disegno autoritario della falsa reclutaMonti
a scusa è che Monti sia un po-
litico ancora in rodaggio e che
stia pagando il suo noviziato nella
campagna elettorale compiendo er-
rori comportamentali e lessicali (le
richieste di silenziamento di Fassina
e Vendola e le sgradevoli allusioni
alla statura di Brunetta) che saranno
corretti non appena avrà terminato
il suo corso accelerato di recluta po-
litica. La verità è completamente di-
versa. Ed è grave che non venga ri-
levata con l’intensità e l’attenzione
che merita. Perché questa disatten-
zione o sottovalutazione rendaono
ancora più pesante il pericolo che
grava sul nostro paese.
La verità, infatti, non è che con
L
la sua altezzosa aggressività Monti
stia pagando un qualche prezzo alla
propria iniziazione alla politica. È,
al contrario, che l’attuale presidente
del Consiglio la fase della iniziazione
l’ha esaurita da tempo immemora-
bile. E che ora non sta facendo altro
che manifestare con tutta chiarezza
la sua reale natura di politico fin
troppo navigato e, soprattutto, ben
deciso a portare avanti con il pro-
prio stile personale fatto di aggres-
sività e presunzione il suo progetto
di passaggio dalla Seconda alla Ter-
za Repubblica. Altro che rodaggio
e corso d’addestramento recluta!
Monti usa il proprio ruolo di Capo
del governo, il sostegno dei grandi
media del paese e la copertura del
Quirinale e di alcune cancellerie eu-
ropee per spezzare lo schema bipo-
lare della Seconda Repubblica e rea-
lizzare uno schema tripolare in cui
il centro rappresentato da se stesso
e dai mini-partiti della sua coalizione
possa diventare l’asse politico del
paese. Lo fa con abilità ed energia.
E, soprattutto, con una ferrea deter-
minazione e con l’aggressività e la
violenza necessarie a far saltare un
meccanismo favorito da una legge
elettorale di impianto bipolare ed in
funzione da una ventina d’anni. La
sua, in sostanza, è una battaglia.
Non c’è affatto da stupirsi se la
combatte con tutte le armi a sua di-
sposizione e con l’arroganza di chi
sa di avere alle spalle protezioni tal-
mente alte ed inattaccabili da sfidare
il parere basso ed aggirabile del cor-
po elettorale.
Lo stupore e la preoccupazione,
semmai, dovrebbero scattare nel
momento in cui appare fin troppo
evidente che la battaglia di Monti
resa ad archiviare la seconda Re-
pubblica bipolare non è diretta alla
realizzazione di una Terza Repub-
blica fondata su regole democratiche
e sulla volontà popolare ma è tesa
a dare una risposta di tipo autori-
tario alle difficoltà ed ai problemi
posti dalla grande crisi.
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2
Lettera aperta al presidente Silvio Berlusconi
gregio Presidente, debbo pre-
mettere che questa “lettera
aperta” è tale fino ad un certo pun-
to. Le lettere aperte, benché procla-
mate come indirizzate a qualcuno,
sono, in realtà, indirizzate solo al
pubblico. Dei destinatari apparenti
ci si preoccupa, al più, per le rea-
zioni che avranno non alla lettera,
ma al modo in cui il pubblico la ac-
cetterà. Questa lettera, mi creda,
vorrei proprio che la leggesse, ed,
in fondo, solo ciò mi importa e vor-
rei poterla inviare riservata. Ma so
bene che i parlamentari della Se-
conda Repubblica, oltre a non ri-
spondere alle lettere, manco le leg-
gono. Per farla giungere a Lei,
E
quindi, non mi resta che sperare che
ne abbia sentore, magari, attraverso
una rassegna stampa.
Una volta ebbi occasione di dir-
Le (certo lo avrà dimenticato) che
a Forza Italia era più facile chiedere
ed ottenere qualcosa, piuttosto che
offrirla, specie se gratuitamente.
Ora, invece, vedrà che Le chiedo
qualcosa che Le sembrerà enorme,
anzi, impertinente e, magari, pro-
vocatoria. Trovi il tempo di riflet-
tere un attimo: vedrà che anche ora,
in fondo, non faccio che offrirLe
ciò che, forse, molto potrebbe gio-
varLe. Mi ha indotto a scrivere que-
sta lettera ciò che ho letto lo scorso
sabato e, poi, in seguito: che Ella
afferma la necessità di un inchiesta
sulle circostanze che hanno com-
portato che Monti andasse a Palaz-
zo Chigi. Per carità, Presidente, lasci
perdere le inchieste. Tanto, poi, un
giorno o l’altro anche questa, ma-
gari, la farà un Ingroia. Piuttosto,
è questa la mia richiesta-proposta,
faccia Lei, con schiettezza e corag-
gio, una dichiarazione al paese sulle
circostanze che Le hanno imposto
di lasciare il governo. Non è questa,
mi creda, una provocazione, una
maligna e vigliacchetta ritorsione,
o, addirittura, la richiesta formale
di resa. È la proposta di un grande
servizio da rendere al paese, mag-
giore di tutti quelli che ha potuto
compiere nella sua attività di go-
verno. Non è affatto la richiesta di
recitare un “confiteor”. Non credo
a pentimenti e pentiti (figuriamoci!).
Non penso affatto a Sue ammissio-
ni di errori (salvo, magari, quello,
che, poi, non è Suo personale, ma
è il grande inganno di un secolo,
relativo alla ricerca quotidiana del
consenso, dell’apprezzamento del-
l’immagine: la schiavitù, per inten-
derci, dei sondaggi di opinione).
Continua a pagina
2
di
MAURO MELLINI
Cavaliere, lasci perdere
le inchieste. Piuttosto,
faccia lei con schiettezza
una dichiarazione
al paese sulle circostanze
che le hanno imposto
di lasciare il governo.
Non neghi al paese
questo contributo
di verità e di speranza
di
ARTURO DIACONALE
Per uscire dalla crisi
del ‘29 i paesi di minore
tradizione democratica
scelsero la scorciatoia
dei sistemi autoritari.
Oggi i poteri forti
interni ed internazionali
sembrano aver scelto
per il nostro paese
una scorciatoia analoga
Centrini, rissa per il nome diMonti
K
In una conferenza stampa or-
ganizzata in fretta e furia, Mario Monti
ha presentato ieri il simbolo della lista
che porterà il suo nome alle prossime
elezioni politiche. L’accelerazione è
stata probabilmente causata da un
problema tecnico” emerso nelle ultime
ore. Il deputato del Pdl, Giuseppe Cal-
derisi, aveva infatti fatto notare che l’ar-
ticolo 14 della legge elettorale proibisce
a più sigle di presentare i medesimi ri-
ferimenti nei caratteri grafici contenuti
all’interno dei simboli. Udc, Fli e “cen-
trini” vari, insomma, non potranno por-
tare in calce al proprio simbolo il
riferimento a Monti, considerato strate-
gico per il risultato finale. Probabil-
mente potrà farlo solo il movimento
Verso la terza repubblica”. Per tentare
di risolvere il pasticcio, Monti si è do-
vuto infilare in un vertice notturno con
Pier Ferdinando Casini e Gianfranco
Fini e alla fine, dopo una tormentata di-
scussione, i dubbi e le ansie dei centri-
sti erano ancora tanti. Correre alla
Camera con un listone unico, come al
Senato, o schierare più liste con sim-
boli diversi?