uando ho visto la prima puntata di
Last Resort”, ho pensato che poteva
essere la serie tv del 2012. Gli ingredienti
c’erano tutti: cospirazioni, eroismo, tensioni.
E una strizzatina d’occhi a Lost, di cui con-
divide la location (anche se in questo caso
priva di misteri). Ma andiamo con ordine.
Last Resort” è una serie tv di 13 episodi
(
conclusa), genere thriller politico, che narra
le vicende dell’equipaggio di un sottomarino
atomico, l’Uss Colorado. Qui per certi versi
la mente non può non andare a Star Trek,
di cui richiama un po’ le figure chiave: il ca-
pitano Marcus Chaplin, il suo secondo Sam,
e invece del dottore il Cob (una sorta di ca-
po interno della polizia).
Tre personaggi forti e
molto differenti tra di lo-
ro, e gli equilibri fra le di-
verse personalità sono
uno dei punti di forza di
questa serie.
Tutto comincia con il
recupero di un gruppo di
Navy Seals feriti. A que-
sto segue un ordine estre-
mamente sospetto ricevu-
to da canali secondari:
bombardare con qualche
tonnellata di testate nu-
cleari il Pakistan. Il capi-
tano disobbedisce agli ordini, e la marina
militare non la prende per niente bene. Que-
sto è l’inizio di tutta la vicenda, che porterà
in tredici puntate a colpi di stato, morti, ese-
cuzioni, sbronze, missili, attacchi nucleari,
frustate, bombe, gas nervini, sequestri di per-
sona, infiltrati della Cia, love story, ammu-
Q
tinamenti e molto altro ancora. E questo è
il più grave difetto di Last Resort: voler met-
tere in piedi troppe trame, alcune obbietti-
vamente inutili. Il risultato è che lo spettatore
si trova a doversi sorbire alcune parti ridon-
donati, che non servono a nulla nell’econo-
mia globale della storia, se non a rallentare
il ritmo. Questo (...) e alcune love story, ob-
biettivamente imbarazzanti, ne hanno de-
cretato il cancellamento. Cancellamento ar-
rivato a circa metà serie, quindi gli
sceneggiatori hanno capito che dovevano li-
berarsi della zavorra e concludere degna-
mente la serie. Cosa che è stata fatta. Libe-
ratosi di fuffa e trame improbabili, la serie
diventa di un livello tale
da rimpiangerne la chiu-
sura. Alcuni episodi, co-
me ad esempio il numero
9,
sono di rara bellezza:
tengono inchiodati lo
spettatore allo schermo,
a tifare. (...) Una serie da
vedere, con dialoghi di al-
tissimo livello (quando,
ma sono pochi casi, non
scadono nella retorica),
magistrali interpretazioni
di alcuni attori (su tutti il
capitano Chaplin, che se
non ci fosse “Homeland”
vincerebbe di sicuro una marea di premi co-
me miglior attore protagonista), che pecca
di continuità ma che negli episodi meglio
riusciti dimostra come le serie tv siano sem-
pre più a livello dei film.
SIMONE MARZINI
e c’è una cosa che abbiamo imparato
in un anno di governo tecnico è che
non si vive senza l’Imu: l’Imposta che ci
ha salvato dalla deriva greca (copyright
Casini), qualunque cosa voglia dire. Apriti
cielo dunque quando qualcuno prima ha
proposto di abolire l’Imu sulla prima casa
e poi, orrore, addirittura di restituire il
maltolto incassato nel 2012.
Proposta ridicola, demagogica, populi-
sta l’hanno subito bollata gli esponenti del
nuovo-arco-costituzionale-wannabe”, i
Casini e i Bersani, quelli che di tasse sono
sempre vissuti e quindi comprensibilmente
sull’argomento sono un tantino sensibili.
Ci vuole tatto. E Monti?
Il Tecnico in Capo, il
volto nuovo del popola-
rismo europeo, ha volu-
to distinguersi arrivando
ad ipotizzare, da auten-
tico moderato, che si
tratti di voto di scambio.
Corruzione.
(...)
Oddio, la capaci-
tà dell’autore della “pro-
posta shock” di passare
dalle parole ai fatti è co-
me minimo da discutere,
e resta sempre il piccolo
problema di coerenza di
un partito che prima vota l’introduzione
di questa Imu in parlamento e un anno do-
po fa la campagna elettorale sulla sua abo-
lizione.
Sulla genuinità della proposta e suoi
buoni propositi” di chi l’ha avanzata
ognuno è quindi libero di farsi la sua opi-
S
nione, ma dire che abolire l’Imu sulla pri-
ma casa vuol dire scardinare irreparabil-
mente i conti dello stato è una balla di
quelle certificate. (...) L’unico motivo per
cui questa proposta potrebbe essere giu-
dicata irrealizzabile è che abbiamo a che
fare con uno Stato con le mani talmente
bucate da non essere in grado di privarsi
nemmeno di quello che non aveva previsto
di incassare, per il semplice motivo che
qualunque somma è già spesa prima an-
cora di essere incassata, secondo il ben no-
to principio per cui tutta l’acqua del mon-
do non riempirà mai un bicchiere a cui è
stato tolto il fondo. Tutto questo con buo-
na pace di campagne di
buonismo fiscale all’in-
segna del “pagare tutti
per pagare meno”, uno
slogan tanto sensato da
sembrare vero, almeno
fino a quando non ci si
ricorda che lo Stato re-
cupera regolarmente
dalla lotta all’evasione
una decina di miliardi di
euro l’anno (12 miliardi
nel 2012). Qualcuno ha
mai visto un centesimo
di quelle somme essere
utilizzato per ridurre di
un centesimo le tasse?
Così stanno le cose in Italia fuori dal
recinto della balle di comodo, delle frasi
fatte e dei Meme. Così era ieri e così sarà
verosimilmente domani. Ma questo non
significa che debba piacerci.
(
Imu)nodeficienza,
la sindrome della casta
Su questa proposta
e sulla buona fede
di chi l’ha avanzata
ognuno è quindi libero
di farsi la sua opinione,
ma dire che potrebbe
scardinare i conti
dello stato è una balla
Last Resort, una serie tv
e un’occasione sprecata
Dopo il cancellamento
arrivato a circa metà
serie, gli sceneggiatori
hanno finalmente capito
che dovevano liberarsi
delle sotto-trame inutili
per concludere
degnamente la stagione
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MERCOLEDÌ 6 FEBBRAIO 2013
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