Pagina 6 - Opinione del 8-8-2012

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on era mai accaduto dacché è nata la
Repubblica che l’intera architettura del-
lo stato scricchiolasse in modo così palese.
Le ragioni dell’odio che hanno portato un
italiano su due a stigmatizzare l’operato dei
partiti e a puntare il dito inquisitorio sui pro-
tagonisti della scena politica di questi ultimi
20 anni sono varie e tutte legittime.
Dopo averci (...) derubato e tartassato al-
legramente per decenni, presi dal panico per
il verificarsi di una crisi economica mondiale,
senza interpellarci e con la complicità del-
l’inquilino del Quirinale, incapace come sem-
pre, a dirimere qualsivoglia problema del
paese, l’inerte inadeguata immobilista inetta
classe politica dirigente ha
pensato bene di istituire il
cosiddetto governo di sal-
vezza nazionale (...).
La crisi economica
Americana e l’avvenuta
rimodulazione di alcuni
contesti internazionali so-
cio economico finanziari
(...) hanno infine ridise-
gnato la geografia mon-
diale. Come una metasta-
si, l’infezione statunitense
si è propagata a macchia
d’olio contagiando la vec-
chia Europa, mettendo a
nudo tutte le debolezze di un unione che era
tale solo sulla carta (...).
Insomma, in Europa scoppia la bagarre
economico finanziaria, volano diktat e mo-
niti, infine i paesi cosiddetti forti (...), in primis
la Germania, (...) puntando il dito inquisitorio
sui partner europei insolventi, decidono di
N
obbligarli (...) a ripianare i loro debiti pub-
blici. (...) Bisogna accogliere le istanze imposte
dal sinedrio europeo, e come da pratica i go-
verni italiani fanno quello che non si dovreb-
be mai fare: delegano a terzi. Ma quello che
sulla carta poteva sembrare una soluzione
facile, ossia scaricare le responsabilità su un
governo terzo, si rivela invece un boomerang
pericoloso.
Il grosso dei sacrifici atti a ripianare i de-
biti nazionali contratti in decenni di mala po-
litica di destra di centro e di sinistra vengono
accollati ai soliti noti, gli italiani, in primis i
lavoratori dipendenti. Si reintroducono tasse,
come l’Ici, tolta dal governo uscente e se ne
inventano altre per fare
cassa. (...)
Morale: la nostra so-
vranità si è ridotta drasti-
camente, siamo alla mercé
da mesi degli speculatori
internazionali, e ancora di
fatto guidati da una classe
politica che per due terzi
si è rivelata ladra e imbro-
gliona. Infine dobbiamo
subire (...) i diktat dei pri-
mi della classe, nella fat-
tispecie quelli di una Ger-
mania che per la terza
volta nella storia cerca di
imporre il proprio modus vivendi la propria
visione nazionalista all’Europa (...).
Come andrà a finire la finale European
League non ci è dato di sapere. Lo scoprire-
mo solamente sopravvivendo a questa poli-
tica di bassissimo profilo.
www.adelfo.it
n altro importante passo è stato com-
piuto per colmare il gender gap del no-
stro Paese. La scorsa settimana, infatti, il Con-
siglio dei ministri ha approvato lo schema di
regolamento (...) che prevede che gli statuti
delle singole società a controllo pubblico sia-
no modificati per assicurare l’equilibrio tra
i generi, che si considera raggiunto quando
il genere meno rappresentato all’interno del-
l’organo amministrativo o di controllo ottiene
almeno un terzo dei componenti eletti.
Le ragioni alla base di questo provvedi-
mento sono state illustrate dal ministro del
Lavoro e delle Pari Opportunità, Elsa For-
nero: «La previsione di quote è un passaggio
significativo, ancorché ob-
bligato, per consentire l’ef-
fettiva partecipazione del-
le donne a momenti
decisionali di così rilevanti
attori economici, rimuo-
vendo pregiudizi e conser-
vatorismi anacronistici» e
costituisce «un’altra im-
portante tappa nel cam-
mino verso l’affermazione
di una nuova cultura della
parità di genere».
Infatti, l’opera di rea-
lizzazione del principio
delle pari opportunità, che
faticosamente e con pazienza è stata intra-
presa dopo la sua introduzione nella nostra
carta costituzionale, riceve un ulteriore im-
pulso e inizia a presentare un chiaro e preciso
quadro di riferimento.
In materia elettorale, ad esempio, abbiamo
il successo del sistema campano della doppia
U
preferenza di genere, che dopo aver superato
lo scrutinio di costituzionalità, si pone come
modello di confronto per la legislazione elet-
torale regionale, ma non solo.
Però i progressi più significativi sono stati
compiuti in materia di formazione delle giun-
te degli enti locali e delle regioni, dove la giu-
risprudenza amministrativa e costituzionale
ha ribadito la natura precettiva delle dispo-
sizioni statutarie, molto spesso vissute dagli
operatori politici come mere elencazione di
buoni propositi privi di efficacia vincolante.
Per fortuna, non è così!
Ora tocca alle società pubbliche. L’insieme
di queste misure dovrebbe migliorare una si-
tuazione ancora larga-
mente insoddisfacente. In-
fatti (...) in base ai dati
Eurostat del 2012, in Ita-
lia l’occupazione delle
donne tra i 25 e i 54 anni
è pari al 63,9%, circa 12
punti percentuali in meno
rispetto alla media dell’Ue
a 27. Anche i dati diffusi
da Istat e Censis sulla pre-
senza di donne nei consi-
gli di amministrazione fo-
tografano una realtà
preoccupante: nel 2011
appena il 7% del totale
dei componenti dei Cda delle società quotate
contava una presenza femminile».
Quindi un altro passo in avanti, ma di
strada da fare ce n’è ancora tanta, troppa
purtroppo.
GIACOMO CANALE
www.libertiamo.it
Quote rosa nel pubblico
con l’ok di Elsa Fornero
In base ai dati Eurostat
del 2012, in Italia il tasso
di occupazione
delle donne tra i 25
e i 54 anni è pari
al 63,9%, circa 12 punti
in meno rispetto
alla media dell’Ue
Come andrà a finire
la sfida per la salvezza?
La nostra sovranità
si è ridotta, siamo
alla mercé
degli speculatori,
e ancora di fatto guidati
da una classe politica
che per due terzi si è
rivelata imbrogliona
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L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 8 AGOSTO 2012
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