Pagina 7 - Opinione del 8-8-2012

Versione HTML di base

II
CULTURA
II
Attacco al patron del fast food
reo di difendere la famiglia
di
IRENE SELBMANN
enso che chiamiamo il giu-
dizio di Dio sulla nostra na-
zione quando agitiamo i pugni con-
tro di Lui dicendo “sappiamo
meglio di te in cosa consiste un ma-
trimonio”, e prego Dio che abbia
pietà della nostra generazione, che
ha un atteggiamento tanto orgoglio-
so e arrogante da pensare di poter
permettersi l’audacia di definire cosa
sia il matrimonio». E ancora: «So-
steniamo molto la famiglia. Siamo
un’impresa di famiglia, condotta in
famiglia, e siamo sposati con le no-
stre prime mogli. Ringraziamo Dio
per questo. Vogliamo fare ciò che è
in nostro potere per rafforzare la fa-
miglia».
Sono le parole pronunciate da
Dan Cathy durante il programma
radiofonico Ken Coleman Show.
Cathy è il presidente della catena di
fast food Chick-Fil-A. Probabilmen-
te alla maggior parte degli italiani
questo nome non dirà nulla, ma si
tratta di una catena che negli Stati
Uniti possiede più o meno 1.500 ri-
storanti sparsi per tutto il territorio
nazionale, impiega circa 60.000 per-
sone e vale qualcosa come tre mi-
liardi e mezzo di dollari. Dan Cathy
lavora nell’impresa di famiglia da
40 anni. Ha cominciato quando era
solo bambino, all’età di 9 anni. Al-
lora cantava canzoni per intrattenere
i clienti. Un brav’uomo, insomma.
Uno che nella vita ha faticato. Uno
di quelli che incarna pienamente lo
spirito dell’homo americanus, quello
che è partito dal basso, si è fatto da
solo e che ha costruito il suo succes-
so con le proprie mani. Non solo,
anche uno che tiene alla famiglia,
che crede nei valori della Bibbia e
che restituisce e reinveste nella co-
munità parte della sua fortuna. In
lui è scritto un pezzo di storia degli
Stati Uniti. Uomini come lui sono la
quintessenza dell’humus sociale che
abita quella parte di Stati Uniti che
con Hollywood non c’entrano pra-
ticamente niente.
Ebbene, la sua affermazione sul
matrimonio, di stampo tradiziona-
lista, ha scatenato una sorta di bu-
fera giornalistica, una tempesta me-
diatica che ha coinvolto la politica,
le associazioni, i media e i social net-
work. E il motivo è molto semplice:
è lontana dal politically correct. Ma
non solo: quello sulla famiglia e sul
matrimonio è l’argomento perfetto,
il dibattito principe che serve fon-
damentalmente a tracciare una mar-
«P
cata linea di separazione valoriale
tra repubblicani e democratici. O
almeno così è inteso dalla maggior
parte della popolazione. E poi negli
Stati Uniti, tocca la famiglia e sei
morto. Vale per tutti, anche per la
famiglia Forrester, che ha celebrato
tanti matrimoni quanti sono i risto-
ranti di Chick-Fil-A, ma ogni volta
uno era più sacro dell’altro. Insom-
ma, il tema è sentito, ed è in grado
di nutrire e monopolizzare per set-
timane le stanche e accaldate pagine
dei quotidiani e dei notiziari estivi.
E infatti la campagna mediatica
è partita immediatamente. Da un la-
to i media cosiddetti mainstream
hanno puntato il dito contro Cathy,
definendolo omofobo e invitando
gli americani amanti della libertà a
boicottare la catena Chick-Fil-A. La
reazione è stata, come prevedibile,
un’ennesima battaglia tra buoni e
cattivi, fedeli e infedeli, repubblicani
e democratici, liberi e prigionieri.
Ma stavolta è leggermente diverso.
Le elezioni sono alle porte, è il mo-
mento di capire chi sta con chi. La
mossa della politica non si è fatta
attendere, l’occasione è ghiotta, in
tutti i sensi. Così il repubblicano Mi-
ke Huckabee, ex governatore del-
l’Arkansas, ha invitato gli americani
ad un contro-boicottaggio, che è sta-
to accolto con favore da migliaia di
persone che hanno preso letteral-
mente d’assalto pacifico i ristoranti
della catena. Lunghe file di gente in
attesa al banco del ristorante e foto
postate su tutti i social network, in
testimonianza dell’America tradi-
zionale che esiste e vuole dire la sua.
Se i media invitano al boicottaggio
di Chik-Fil-A, per il semplice fatto
di aver espresso un’opinione, allora
sono i media stessi che vanno boi-
cottati, perché anche noi teniamo
alla famiglia. Questa è stata in breve
la reazione di tutte quelle persone
che hanno seguito l’esempio di Huc-
kabee. Una sorta di coming out al
contrario, si direbbe.
Dall’altra parte c’è la risposta
scandalizzata di chi si è sentito of-
feso dalle affermazioni di Cathy. La
rete si è riempita di video, foto, te-
stimonianze più o meno ironiche di
persone che non la pensano esatta-
mente come lui e che rivendicano
l’uguale dignità dei sentimenti e de-
gli impegni. E il contrattacco dei de-
mocratici è arrivato in contempo-
no trovati una risposta forte dalle
folle di americani che hanno invaso
i ristoranti della catena in sostegno
della libertà di opinione e di parola.
Queste persone hanno affollato
Check-Fil-A per ribadire che è sa-
crosanto diritto di ogni americano,
così come di ogni uomo, poter espri-
mere la propria opinione, su qual-
siasi argomento. Questo principio,
per essere valido, dovrebbe valere
per tutto. Ragionando per assurdo,
ci si potrebbe chiedere cosa sarebbe
successo se Cathy avesse detto, sem-
pre esprimendo la sua opinione per-
sonale, che la catena Chick-Fil-A de-
dica grande attenzione, ad esempio,
alle famiglie bianche WASP? Dicia-
mo ‘ragionando per assurdo’ perché
oggi, nel 2012, negli Stati Uniti, nes-
suno o quasi si sognerebbe di pro-
nunciare, e tanto meno appoggiare,
una simile affermazione, perché met-
terebbe in discussione in pochi se-
condi decenni di battaglie, rivendi-
cazioni e sofferenze per i diritti civili
dei neri.
E infatti Cathy si è trovato ben
presto a dover dare delle spiegazioni,
dichiarando che la famosa catena
di pollo fritto crede nel principio per
il quale tutti debbono essere trattati
con uguale dignità, onore e rispetto,
a prescindere dalla propria etnia, re-
ligione o orientamento sessuale. La-
sciamo che sia la politica a dibattere
la questione.
Ma nel frattempo, è partito il
contrattacco delle catene che sosten-
gono i diritti civili delle coppie omo-
sessuali, tra le quali figurano nomi
altrettanto noti, come Starbucks,
Absolut Vodka, Google, Macy’s e
Tiffany & Co, che hanno aderito al
National Marriage Equality Day, il
7 agosto. Difficile dire chi abbia tra-
visato cosa. Difficile anche stabilire
quale principio di libertà venga vio-
lato quando si tratta semplicemente
di esprimere la propria opinione,
pur nel rispetto dello stile di vita al-
trui. Certo è che queste schermaglie
tra brand per un italiano sono quasi
incomprensibili. Negli Stati Uniti i
cambiamenti avvengono con dina-
miche e a velocità diversa rispetto
all’Italia. E successo per i neri, per i
matrimoni interraziali, per le donne.
Sta succedendo anche per gli omo-
sessuali. La sensazione è che il di-
battito venga usato soprattutto per
far leva su quella parte d’America
per la quale l’argomento potrebbe
essere determinante per la scelta, or-
mai alle porte, del futuro presidente
degli Stati Uniti.
Dan Cathy ha detto quel
che pensava durante
il programma
radiofonico Ken
Coleman Show.
Ha detto cioè che tiene
alla famiglia e crede
nei valori della Bibbia.
La sua affermazione
sul matrimonio,
di stampo tradizionalista,
ha scatenato una sorta
di bufera giornalistica,
una tempesta mediatica
che ha coinvolto
la politica,
le associazioni, i media
e i social network.
E il motivo è molto
semplice: è lontana
dal politically correct.
Se i media invitano
al boicottaggio
di Chik-Fil-A,
per il semplice fatto
di aver espresso
un’opinione, la risposta
di molti americani:
in rete pullulano le foto
di gente in fila
ai ristoranti del panino
al pollo
ranea. Uno fra tutti, Thomas M.
Menino, sindaco di Boston, che ha
scritto una lettera chiedendo che la
catena si astenga dall’aprire un ri-
storante nella sua città. La lettera è
subito diventata virale sul web, dal
momento è stata pubblicata nella
pagina Facebook di Boston, Mas-
sachusetts. C’è da dire che il Mas-
sachusetts fu il primo stato a lega-
lizzare il matrimonio tra persone
dello stesso sesso. Da parte loro, an-
che le associazioni LGBT si sono
mobilitate e il 3 agosto hanno or-
ganizzato una contemporanea ver-
sione di sit-in, dando vita ad un kiss-
in nei ristoranti della catena.
Insomma, siamo alle solite. In re-
altà le posizioni della famiglia Cathy
non erano affatto una novità.
Chiunque avrebbe potuto sapere
quale fosse la loro opinione sul ma-
trimonio tra persone dello stesso ses-
so anche solo digitando le parole
giuste su Google. Fino a qui niente
di nuovo. Succede periodicamente
che si fronteggino queste due diverse
concezioni di libertà. Da una parte,
la libertà di esprimere la propria opi-
nione o la propria convinzione re-
ligiosa, dall’altra la libertà di vivere
la propria vita come meglio si crede,
senza necessariamente venire addi-
tati come esempio negativo.
C’è chi sostiene che la novità di
questa vicenda è che ad uscirne dav-
vero male siano soprattutto i media,
che sembrano aver perso il polso del
paese e che, convinti di suscitare la
solita ondata di indignazione, si so-
L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 8 AGOSTO 2012
7