Pagina 5 - Opinione del 09-9-2012

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II
CULTURA
II
Lucernario, il capolavoro incompresodi Saramago
di
GIUSEPPE TALARICO
apita e succede che opere di
grande pregio di autori impor-
tanti escano e siano pubblicate dopo
la loro morte. Questo è il caso del
bel romanzo di Josè Saramago in-
titolato
Lucernario
, edito in Italia
dalla Feltrinelli. Il grande scrittore
portoghese, a cui è stato conferito
il Premio Nobel nel 1998, scrisse
questo libro negli anni cinquanta,
quando era appena trentenne. Il li-
bro venne inviato da Saramago ad
una casa editrice portoghese, la qua-
le non solo non lo pubblicò, ma non
diede alcuna risposta al suo autore,
che per questa ragione subì una
grande delusione. Si tratta di un ro-
manzo corale, nel quale il lettore
troverà una serie di ritratti umani
delineati dal grande scrittore con
una penetrazione psicologica rara
quanto sorprendente. In questo libro
i temi fondamentali della poetica
di Saramago, e che ritorneranno nei
maggiori libri dello scrittore porto-
ghese, sono già tutti presenti ed in-
dagati. Le vicende rappresentate nel
libro riguardano gli inquilini di un
palazzo di Lisbona, in un periodo
storico successivo alla fine della se-
conda guerra mondiale e in un mo-
mento cupo e triste per il Portogallo,
soggetto alla spietata dittatura di
Salazar. L’intuizione poetica da cui
la narrazione ha tratto origine de-
riva dalla scelta, compiuta consape-
volmente dall’autore, di raccontare
le povere vite degli uomini e delle
donne che vivono in questo palazzo
di Lisbona, che poeticamente viene
trasfigurato in un microcosmo, nel
quale si riflettono le miserie e le
amare delusioni della vita umana,
scrutata con sguardo lucido e disin-
cantato dal grande scrittore porto-
ghese. Nella prima parte del libro
compaiono i due coniugi che vivono
in condizioni di grande difficoltà
economica, Silvestre e Mariana, e
che per questo motivo dovranno da-
re in locazione al giovane Abel una
stanza della loro casa. In un altro
appartamento vivono due giovane
donne, Adriana e d Isaura, con la
madre e la zia, le quali per mitigare
la tristezza della loro condizione esi-
stenziale amano ascoltare, durante
le lunghe serate, la musica colta alla
radio. In particolare Adriana, che si
considera brutta e non è desiderata
da nessun uomo, pensa con malin-
conia che neanche Beethoven è stato
mai amato nel sua triste vita, con-
templandone la maschera in una ve-
trina di Lisbona, e malgrado ciò, ha
composto la sua grande musica,
perché mosso da un grande amore
verso l’umanità. In un altro appar-
tamento abita una donna che vive
in condizioni di grande agiatezza ed
il cui nome è Lidia. Si tratta di una
donna bellissima e sensuale che è
mantenuta dal suo amante ricco e
facoltoso Paulino Morais, il quale
spesso si reca in visita di sera nella
sua elegante abitazione. Il dolore
umano, inconsolabile e irrimedia-
bile, è una caratteristica peculiare
della condizione esistenziale di Ju-
stina, una donna a cui è morta la
giovane figlia, il cui nome era Ma-
tilde, la quale vive senza amore con
il marito Caetano. Justina percepi-
sce il lento scorrere del tempo nel
silenzio della sua casa, confrontan-
dosi con il vuoto e la insensatezza
della sua vita priva di gioia. In un
altro appartamento abitano e vivo-
C
no due coniugi, Anselmo ed Rosalia,
che hanno la fortuna di avere una
figlia bella ed ammirata da tutti,
Maria Claudia. Emilio e Carmen,
diversamente, pur avendo un figlio
piccolo il cui nome è Henrique, non
riescono a vivere in armonia nella
loro casa, nella quale regna una at-
mosfera di tensione costante e pe-
renne intrisa di infelicità e malinco-
nia. Il lettore rimane stupefatto dalla
capacità di Saramago di descrivere
le diverse situazioni esistenziali, in
cui si trovano gli inquilini del pa-
lazzo di Lisbona, facendo emergere
e raffigurando le varie forme ed i
diversi destini che la vita umana di
ciascuna persona può assumere ed
avere. In particolare sono due i mo-
menti che rivelano, nella narrazione,
il senso poetico del libro di Sarama-
go. I genitori di Maria Claudia, pur
di fare avere alla figlia un lavoro che
le dia un futuro sicuro e certo, nella
Lisbona del dopoguerra alle prese
con la povertà di massa, sono co-
stretti a rivolgersi a Lidia, l’inquilina
del palazzo, che ha una storia
d’amore con il potente e ricco uomo
d’affari Paulino Morais. Ovviamen-
te Paolino Morais, non solo assu-
merà nella sua azienda la bella e se-
ducente Maria Claudia, ma finirà
per innamorarsene. In questo epi-
sodio Saramago con la sua genialità
letteraria raffigura e traccia il con-
fine che separa i rapporti affettivi
basati sui sentimenti umani, puri ed
autentici, da quelli fondati sulla con-
venienza e sull’utilitarismo. Belle,
nella narrazione, sono le pagini in
cui Abel dialoga con Silvestre, vi-
vendo in affitto nella sua stessa casa,
e medita sul senso occulto della vita,
mentre legge le poesie di Fernando
Pessoa, il grande scrittore Portoghe-
se. Abel, sullo sfondo della città di
Lisbona evocata con immagini di
rara bellezza poetica, è un giovane
e disincantato intellettuale, che vive
in una condizione di precarietà in
stanze di affitto nella Lisbona del
dopo guerra. Osservando Silvestre
mentre ripara le scarpe, essendo un
calzolaio, e conversando con lui in
modo sincero e senza infingimenti,
scopre che questo uomo semplice
ha una vita interiore ricca e una vi-
sione del mondo e della storia uma-
na assai profonda. Silvestre fa no-
tare ad Abel, confessandogli i suoi
segreti pensieri, che nella vita non
si può essere spettatori, limitandosi
a contemplare passivamente quanto
accade nella storia degli uomini e
nella civiltà umana. Bisogna pro-
iettare se stessi verso un ideale, si
tratti di un ideale politico come
quello della libertà oppure di un va-
lore religioso come l’amore verso il
prossimo, poiché soltanto in questa
maniera sarà possibile protestare ef-
ficacemente contro l’inutilità della
vita, che alcuni, per una forma di
cecità intellettuale, non riescono a
cogliere e a comprendere. Abel
obietta a Silvestre che nella storia
umana vi è una distanza incolmabile
tra gli ideali e la vita reale, tra il
mondo dei sogni utopici e la durez-
za della condizione esistenziale. Di-
nanzi a queste sensate e meditate
obiezioni di Abel, che Silvestre pensa
debbano essere attribuite ad un pes-
simismo paralizzante, il calzolaio
invita il giovane a coltivare l’ideale
di un amore lucido e attivo verso
l’umanità, per modificare e correg-
gere le storture del mondo e ren-
derlo più giusto e libero.
“Lucernario”
è un romanzo corale,
nel quale il lettore trova
una serie di ritratti
umani delineati
dal grande scrittore
con una penetrazione
psicologica rara quanto
sorprendente.
I temi fondamentali
della poetica
di Saramago,
che ritorneranno
nei maggiori libri
dello scrittore
portoghese,
sono già tutti presenti
ed indagati.
Le vicende rappresentate
riguardano gli inquilini
di un palazzo
di Lisbona, in un periodo
storico successivo
alla fine della seconda
guerra mondiale
e in un momento cupo
e triste per il Portogallo,
soggetto alla spietata
dittatura di Salazar.
L’intuizione poetica
da cui la narrazione
ha tratto origine deriva
dalla scelta, compiuta
consapevolmente
dall’autore, di raccontare
le povere vite
degli uomini
e delle donne che vivono
in questo palazzo
di Lisbona,
che poeticamente viene
trasfigurato
in un microcosmo,
nel quale si riflettono
le miserie e le amare
delusioni della vita
umana, scrutata
con sguardo lucido
e disincantato
dal grande scrittore
portoghese
L’OPINIONE delle Libertà
DOMENICA 9 SETTEMBRE 2012
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