Pagina 4 - Opinione del 9-10-2012

II
POLITICA
II
Perché a Roma inmolti confidano nel Monti-bis
di
RUGGIERO CAPONE
embra proprio che la politica di
professione intenda per un quin-
quennio rintanarsi localmente, tra
comuni, province, regioni. Lasciando
il governo della nazione e, logica-
mente, i rapporti con l’Ue ai super-
tecnici: è ovvio che, per salvare le
apparenze, questa volta Monti e
compari sortirebbero dalle urne.
Procrastinare la battaglia politica, e
di ulteriori cinque anni, raffredde-
rebbe gli animi e restituirebbe al
paese un bipolarismo scevro da ber-
lusconismo ed antiberlusconismo.
Il corpo elettorale italiano verrebbe
purgato dagli ultimi frutti politici
del ‘900: perché berlusconismo ed
antiberlusconismo sono questo. Ov-
viamente la politica andrebbe in le-
targo solo per quanto concerne il
governo del paese, ma ritroverebbe
una vitalità nelle amministrazioni
locali. Tutti i leader di partito (fatta
eccezione per Di Pietro, Grillo, Ven-
dola, Storace e Maroni) vorrebbero
questo lustro di pausa, e gradireb-
bero che l’elettorato si dimostrasse
accondiscendente e comprensivo
verso quest’esigenza nutrita dai
grandi partiti. Del resto non si vede
all’orizzonte alcun politico in grado
di dimostrarsi catalizzatore d’un vo-
to di maggioranza. Emergono (solo
perché saltellano) solo mezze figure
di centro-destra, di centro-sinistra e
di Terzo Polo. È fin troppo evidente
che Bersani non abbia i numeri per
vincere le primarie del Pd, figuria-
moci le consultazioni politiche: an-
che il suo sfidante Vendola si dimo-
S
stra espressione d’una fazione della
sinistra. Poi c’è Matteo Renzi, il rot-
tamatore che si candida a premier
per lo Stivale: anche lui è espressione
d’una parte del centro-sinistra, e for-
se potrebbe vincere le primarie gra-
zie al voto dei berlusconiani di sini-
stra, ed anche per le politiche si
dimostrerebbe detentore d’un con-
senso trasversale. Renzi ha parecchi
assi nella manica, ma è anche gio-
vane ed intelligente: sa di poter at-
tendere cinque anni, soprattutto che
un lungo governo Monti condurrà
alla rottamazione tutti i suoi nemici
ultrasessantenni. A conti fatti un asse
Renzi-Alfano, e per sedare gli animi
di chi vorrebbe un governo di poli-
tici, potrebbe sortire l’effetto d’una
massiccia rottamazione: anche se va
evidenziata la debolezza d’una simile
intesa. Non mancano coloro che ne-
cessariamente (per motivi consen-
suali) devono sperare in un Monti
bis: si allude a Pierferdinando Ca-
sini, Francesco Rutelli e Gianfranco
Fini, che potrebbero proporre al vin-
citore delle primarie Pd l’intesa sul
quinquennio tecnico-politico. E che
la politica si sia spostata localmente,
tra province e periferie d’Italia, lo si
riscontra dai luoghi scelti dai succi-
tati per meeting e manifestazioni va-
rie. Va anche detto che i grandi po-
teri bancari si mostrerebbero più
magnanimi con un’Italia non gover-
nata da gente espressione meramen-
te di partiti e consensi. Dei partiti
non riottosi, accondiscendenti ad
una democrazia reale bancariamente
protetta, offrirebbero delle garanzie
all’estero che certamente non pos-
sono dare coloro che cavalcano i bi-
sogni della gente comune, la difesa
dei diritti dei più poveri, la schiena
dritta con l’Europa e, soprattutto,
l’idea che l’Italia non debba onorare
i propri debiti con gli istituti europei.
Se lista per l’Italia avrà voce in
capitolo nella scelta del premier, la
possibilità di proseguire con
Monti c’è”, ha detto Gianfranco
Fini a margine di una iniziativa di
Fli. È evidente che Fini veda in que-
sto Monti-bis la giusta pausa per
riorganizzare localmente il suo par-
tito. Stesso discorso vale le Rutelli.
Ma anche Casini sa di non poter su-
perare il 9 o 10%, di non avere an-
cora i numeri sufficienti per ergersi
a premier votato dalla maggioranza
degli italiani. Ecco che, da papa di
transizione, Monti assurge a medi-
cina necessaria per una riabilitazione
della partitocrazia pura, quella che
non può prescindere dalla politica
come lavoro esclusivo. «Io sono fa-
vorevole a Monti, ma sono ancora
più favorevole ad una democrazia
che sia in grado di esprimere una
forza sana, pulita, democraticamente
eletta», dice Giuseppe Vita (presi-
dente di Unicredit) commentando
così l’ipotesi di un Monti-bis. Vita
ha incontrato il premier Monti al-
l’inaugurazione di un nuovo stabi-
limento Barilla. «La mia ammira-
zione per Monti è enorme -
aggiunge Vita - ma Monti non è
eterno, non possiamo sempre spe-
rare nel miracolo Monti, ci vuole un
sistema politicamente pulito e sta-
bile. La prima domanda che mi fan-
no all’estero è cosa succede dopo
Monti?». È evidente che Vita non si
voglia sbilanciare, ma tra le righe
lasci intendere che il miracolo Monti
potrebbe permettere ai parti di rior-
ganizzarsi e di blindare un consenso
che, da almeno un decennio, si di-
mostra ondivago. Abbiamo tutti cri-
ticato la non alternanza e con essa
molti aspetti della prima repubblica,
dimenticando che un partito che
possa dirsi titolare d’un consenso
certo (di voti sicuri) è interlocutore
autorevole sul piano della politica
internazionale, quindi meritevole di
fiducia. E quale investitore interna-
zionale darebbe mai fiducia ad un
paese in balia di governi espressione
di partiti umorali, dal consenso eva-
nescente e incerto? Il ritorno, anche
se in forma da terzo millennio, al
partito pesante ed organizzato as-
surge a passo necessario. Dopo 19
anni di rifiuto delle organizzazioni
partitiche, quel che resta di destra,
sinistra e centro cerca di riedificarsi.
A chiedere che l’interlocutore poli-
tico non sia più evanescente e debole
ci si mettono anche Confindustria,
sindacati e Chiesa Cattolica: tutti e
tre questi soggetti (soprattutto Cisl
e Acli) chiedono con forza che la po-
litica esca dalla sua fase larvale, e
che nel frattempo le redini dello Sti-
vale siano lasciate a Monti. Ovvia-
mente in questa fase c’è chi vede il
definitivo tramonto del Cavaliere, a
cui probabilmente verrebbe chiesto
d’unirsi al coro di chi approva il
Monti bis. Ma c’è anche chi sostiene
che di fatto la battaglia politica si
potrebbe incancrenire a livello lo-
cale, coinvolgendo le procure in un
lotta sempre più dura agli ammini-
stratori comunali e regionali: i casi
Fiorito sboccerebbero ovunque e più
copiosamente. Al piano alto della
politica rimarrebbe un accordo se-
reno sul Quirinale: ovvero, per con-
vincere l’intero Pd che il Monti bis
è necessario, il dopo Napolitano
dovrebbe necessariamente chiamar-
si D’Alema. Quest’ultimo è già sta-
to presidente del Consiglio, e nei
palazzi sanno bene che da tempo
ha preso il posto che era di Cossi-
ga: D’Alema è il nuovo grande vec-
chio delle segrete cose, ruolo che
incarna egregiamente nell’ottima
gestione del Copasir: una sua pre-
sidenza della Repubblica avrebbe
lati positivi e negativi, certamente
non sarebbe priva d’autorevolezza
e prestigio, soprattutto consolide-
rebbe il Monti Bis.
Non si vede all’orizzonte
alcun politico in grado
di conquistare
un voto di maggioranza
Il professore assurge
a medicina necessaria
per chi fa della politica
un lavoro a tutto tondo
Gli“Italiani liberi e forti”si presentano agli elettori
l nuovo partito
Italiani Liberi
e Forti
sta bruciando le tappe.
Non ci si aspettava questo suc-
cesso in Sicilia, e la curiosità è
quella di vedere cosa succederà
alle elezioni per il loro candidato
Gaspare Sturzo.
Giovanni Palladino, segretario
politico nazionale non si dice sor-
preso: «Noi siamo coscienti di scri-
vere una pagina di storia non solo
per la Sicilia, ma anche per l’Ita-
lia». Perché il paese da decenni
aspetta una voce pulita, chiara e
di verità come quella di Gaspare
Sturzo, che rappresenta la vera no-
vità di queste elezioni.
Dal successo che sta ottenendo,
si direbbe che lui è la persona di
cui il paese e innanzitutto la Sicilia
hanno bisogno. «Ha le idee chiare,
un patrimonio culturale formida-
bile, ha una esperienza professio-
nale che pochi possono vantare del
suo stesso spessore» dice Palladi-
no.«Penso che sia l’uomo che la
Sicilia e l’Italia attendeva da tem-
po. Perché - sottolinea - queste non
sono solo elezioni siciliane, ma ele-
zioni che interessano tutto il paese,
perché dalla Sicilia verrà questa
parola nuova».
Ilef raccoglie in maniera garba-
ta quelle che sono le istanze del po-
polo italiano per avanzare le sue
proposte. Non ha niente a che ve-
dere con i Grillini o con i tanti mo-
vimenti contestatori che stanno in-
sorgendo, come fa capire il
segretario: «Siamo il partito delle
proposte. La protesta non ci inte-
ressa, è inutile protestare, tutto il
I
popolo italiano sa le porcherie fat-
te in questi ultimi decenni e quindi
inutile stare a rivangare, tutti san-
no che cosa è successo. Noi voglia-
mo far capire che invece siamo il
partito che vuol proporre le solu-
zioni ad un male che ormai sembra
incurabile» sottolinea Palladino.
Secondo Ilef il male non è in-
curabile, ma si può curare innan-
zitutto con il portare persone
oneste e competenti al vertice del-
le istituzioni. Gaspare Sturzo di-
mostrerà che si può fare buona
politica senza milioni di euro,
senza l’appoggio delle lobby, e
quindi si potrà dimostrare vera-
mente che Ilef rappresenta qual-
cosa di nuovo e di cui il paese ha
estremo bisogno.
Tutti vogliono vedere persone
pulite ai vertice delle istituzioni.
Si ritiene che il vero orgoglio per
un italiano, il fatto di dirsi italia-
no, sia quello di poter dire che al-
la guida del paese vi sono persone
oneste e competenti. Da questo
orgoglio ne nascono poi tanti al-
tri, che fanno la vera identità di
una nazione. Tutte tesi del segre-
tario nazionale di Ilef, e dell’in-
tero partito.
Guardando poi a Roma, Palla-
dino ha osservato che l’Udc di Ca-
sini simpatizza con altri partiti, con
Montezemolo, con Fini definito
postfascista da Gaspare Sturzo,
mentre in Sicilia l’Udc va alle ele-
zioni con il Pd, con Crocetta. Se-
condo il segretario nazionale di
Ilef, chi ha veramente una coscien-
za cristiana non può accasarsi con
persone che non hanno nulla a che
vedere con l’ispirazione cristiana.
Per questo Palladino si augura che
il nuovo partito risulti una buona
scuola, una buona palestra, cercan-
do di render chiaro che il paese ha
bisogno di valori che certo non si
possono dire solo cristiani, ma uni-
versali. Perché il partito di
Italiani
liberi e forti
ritiene di essere aperto
a tutti, anche ai non credenti, pur-
ché condividano questi valori, in-
nanzitutto universali, morali e
quindi cristiani.
Intanto Ilef si prepara all’incon-
tro in programma il prossimo13
ottobre a Roma, presso l’Audito-
rium della Basilica S.Maria degli
Angeli e dei Martiri. «In questi me-
si che ci separano dalle prossime
elezioni, c’è davvero bisogno che
ognuno offra le proprie disponibi-
lità e le proprie competenze per ri-
generare il mondo della politica»
dichiara Dario Piccininni, vicese-
gretario nazionale. A Roma, dice
Piccininni, «faremo conoscere tutto
ciò che Italiani Liberi e Forti ha
compiuto in pochi mesi di vita».
«
Oggi - prosegue - tutti parlano di
riduzioni di spesa nella politica,
ma di fatto solo noi continuiamo
coerentemente ciò che abbiamo
proclamato fin dalla nostra nascita,
ovvero che non percepiremo un
euro dallo stato». Quella organiz-
zata a Roma, sarà una serata con-
viviale per far conoscere personal-
mente i responsabili del partito e
l’alternativa politica che vuole pro-
porre verità, onestà e competenza
per una profonda trasformazione
morale e culturale e quindi politica
dell’Italia. Il programma, in detta-
glio, prevede la proiezione di video
su don Luigi Sturzo e sulle realiz-
zazioni di Ilef in questi mesi. Inter-
verrà Giovanni Palladino, e i due
vicesegretari del partito. Dario Pic-
cininni parlerà delle prospettive ro-
mane, ed Eleonora Mosti si intrat-
terrà sul senso di appartenenza ad
un partito che vive di sole adesioni.
C’è bisogno di esempi concre-
ti, di persone coerenti e credibili
che con autentico spirito di ser-
vizio contribuiscano a realizzare
il vero bene comune. Questo è
quello che sostanzialmente si pro-
pone di fare Ilef, con lo scopo di
costruire insieme a coloro che in-
terverranno una generazione nuo-
va di politici, di cui Roma e l’Ita-
lia hanno bisogno.
VITO PIEPOLI
L’OPINIONE delle Libertà
MARTEDÌ 9 OTTOBRE 2012
4