Direttore ARTURO DIACONALE
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Giovedì 10 Gennaio 2013
delle Libertà
Se togli i cattolici, rimane il partito della casta
on sarà il mondo cattolico a
rappresentare l’asse portante
del nuovo centro rappresentato da
Mario Monti. L’annullamento del
Todi 3”, la riunione dei movimen-
ti e delle associazioni collaterali alla
Chiesa italiana da cui sarebbe do-
vuta scaturire la conferma defini-
tiva della scelta del Vaticano di riu-
nire il maggior numero di cattolici
attorno al Professore, ha cancellato
di colpo questa prospettiva. Monti,
ovviamente, potrà contare sul so-
stegno di qualche rappresentante
delle organizzazioni che avrebbero
dovuto partecipare al nuovo Fo-
rum di Todi. Ma non assumerà in
alcun modo le vesti del nuovo De
N
Gasperi chiamato a ricostruire
l’unità politica dei cattolici dopo
l’era della diaspora di questi ultimi
all’interno dei due schieramenti del
bipolarismo italiano.
Questa conclusione era abba-
stanza prevedibile. Perché le con-
dizioni che avrebbero permesso la
tanto sperata riaggregazione del
mondo cattolico attorno ai cosid-
detti “valori irrinunciabili” non esi-
stono. Mai come in questo mo-
mento il mondo cattolico è diviso
e frazionato tra posizioni talmente
divergenti da apparire addirittura
antagoniste. Al punto che quando
si legge sui giornali filomontiani
che il premier ha un filo diretto
con l’appartamento papale diventa
quasi scontato fare della facile iro-
nia sul fatto che proprio l’appar-
tamento del Papa è stato il teatro
recente della conflittualità e delle
trame che agitano il Vaticano e la
Chiesa. Il mondo cattolico, dun-
que, vive una crisi in tutto simile
a quella generale. Con un Papa an-
ziano e con le solite lotte di potere
che si determinano quando, nelle
fasi di decadenza, si apre la batta-
glia per la successione al Soglio di
San Pietro.
Di unità politica dei cattolici,
dunque, se ne riparlerà in una sta-
gione diversa. E non sarà Monti
l’uomo che potrà compiere questo
miracolo. Questa conclusione avrà
sicuramente un effetto numerico
sulla campagna elettorale del Pro-
fessore. Nel senso che alla lista del
presidente del Consiglio manche-
ranno sicuramente dei voti che ve-
nivano considerati già per acquisiti.
Ma la sua conseguenza maggiore
riguarderà il modo con cui il corpo
elettorale percepirà la natura della
lista centrista di di Mario Monti.
Con l’apporto ufficiale dei movi-
menti e delle associazioni cattoli-
che la “creatura” montiana avreb-
be potuto presentarsi come
l’espressione di un’ampia fetta del-
la società civile del paese.
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2
Carceri, vergogna italiana (e problema di bilancio)
e stanze in cui si svolge la vi-
ta dei detenuti devono essere
sufficientemente spaziose e illumi-
nate da luce naturale o artificiale per
consentire lavoro e gioco, ventilate
o riscaldate quando le condizioni lo
richiedono e attrezzate con servizi
sanitari privati, di tipo discreto e ra-
zionale. Tali servizi devono essere
mantenuti e puliti correttamente. I
locali in cui i detenuti trascorrono
la notte sono celle singole o collet-
tive. Particolare attenzione deve por-
si nella la scelta di coloro che sono
collocati in celle condivise».
Per l’Europa, che martedì con
una “sentenza pilota” ha condan-
nato l’Italia a risarcire con circa
«
L
100
mila euro tutti gli ex detenuti
(
principalmente stranieri) ricorrenti
contro la situazione di degrado e
inciviltà che da anni caratterizza i
penitenziari italiani, gli standard
cui il nostro paese dovrebbe uni-
formarsi sono questi. Roba da fan-
tascienza per un paese fondamen-
talmente sciatto e menefreghista,
che irride le lotte non violente di
Marco Pannella e dei radicali ita-
liani e transnazionali per la giustizia
e per l’amnistia. Vocaboli che inve-
ce connoteranno le liste radicali alle
prossime elezioni politiche e regio-
nali di fine febbraio.
Ma questa Italia giustizialista
che ha sabotato persino un timido
tentativo legislativo, quello della ex
ministra di Giustizia, Paola Severi-
no, per la depenalizzazione di al-
cuni reati e per l’affidamento in
prova di poche decine di detenuti,
consegnando agli annali della Ca-
mera dei deputati orazioni da quin-
ta elementare, avranno presto mo-
tivo di ricredersi per motivi di
bilancio. Visto che dei diritti umani
in genere e di quelli dei detenuti in
particolare sembra importare loro
un po’ meno di niente.
Se stavolta infatti l’Italia, pregiu-
dicato numero uno d’Europa in ma-
teria di diritti umani nelle patrie ga-
lere e di malfunzionamento della
giustizia, tanto che se oggi dovesse
girarsi un altro film come
Fuga di
mezzanotte
varrebbe la pena am-
bientarlo a Regina Coeli invece che
in Turchia, se l’è cavata con 100mila
euro circa da dividersi per i sette ri-
correnti (tre dei quali si sono difesi
da soli,
ndr
)
e cioè Fermo-Mino Tor-
reggiani, Bazoumana Bamba, Raoul
Riccardo Biondi, Afrim Sela, Tarci-
sio Ghisoni, Mohamed El Haili e
Radouane Hajjoubi, la prossima
volta, che non tarderà...
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2
di
DIMITRI BUFFA
Martedì l’Europa, con
una“sentenza pilota”,
ha condannato l’Italia
a risarcire gli ex detenuti
(
principalmente stranieri)
che avevano fatto ricorso
contro la situazione
di degrado e inciviltà
che da anni caratterizza
i penitenziari italiani
di
ARTURO DIACONALE
Dopo l’annullamento
del “Todi 3”Monti
ha perso l’occasione
per tentare di ricreare
l’unità politica di tutti
i cattolici. E questo
avrà sicuramente
un effetto numerico
sulla campagna
elettorale del Professore
Pd, la rivolta degli esclusi dalle liste
K
Tensioni e malumori, all’in-
terno del Pd e tra i suoi “cespugli”,
dopo la presentazione delle liste eletto-
rali. Il segretario del Psi, Riccardo Nen-
cini, ha convocato d’urgenza la
segreteria nazionale e i segretari regio-
nali del partito. «Noi non facciamo gli
ospiti in casa di nessuno - dice il leader
socialista - L’ipotesi di una lista Pd-Psi,
nel nome del socialismo europeo, era
supportata da un orizzonte politico
condiviso e da una rappresentanza
equilibrata nei territori. Se vengono
meno questi presupposti, ognuno per
conto proprio». Polemiche anche in
Sardegna, dove il presidente del gruppo
del Pd in Consiglio regionale, Giam-
paolo Diana, ha annunciato le proprie
dimissioni in segno di protesta contro
le decisioni della Direzione nazionale.
Intanto tre consiglieri del Pd pugliese
chiedono al segretario regionale del
partito, Sergio Blasi, «di rendere irrevo-
cabili le dimissioni e impugnare le liste
elettorali». Toni aspri anche in Emilia
Romagna, dopo l’esclusione del brac-
cio destro di Matteo Renzi, il sindaco di
Piacenza Roberto Reggi.