Pagina 1 - Opinione del 10-8-2012

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Direttore ARTURO DIACONALE
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Venerdì 10 Agosto 2012
delle Libertà
Ma Pierfurby continua a giocare su due tavoli
ierferdinando Casini gioca su
due tavoli. Quello dell’ipermon-
tismo, che presuppone la formazio-
ne anche nella nuova legislatura di
un governo di larga coalizione da
parte dei tre partiti maggiori, Pd, Pdl
e Udc. E quello del nuovo centro si-
nistra, che prevede la nascita di una
alleanza tra centristi moderati e pro-
gressisti post-comunisti destinata a
governare il paese dal 2013 in poi
lasciando all’opposizione un Pdl
possibilmente frantumato ed una ul-
trasinistra frazionata formata da
grillini e dipietristi. Quando gioca
sul primo tavolo il leader dell’Udc
lavora alla costruzione di una nuova
aggregazione centrista destinata di-
P
ventare, come la Dc ai vecchi tempi
del suo sistema tolemaico, l’asse por-
tante della politica italiana. Con de-
stra e sinistra destinate a svolgere la
funzione di satelliti ruotanti attorno
agli impermontisti ben radicati al
centro del centro politico del paese.
Quando invece gioca sul secondo
tavolo lascia intendere di essere ben
felice di poter diventare l’alleato pri-
vilegiato del Pd in uno schema che
ripropone una sostanziale rivisita-
zione dello schema del compromes-
so storico tanto caso all’attuale ed
inamovibile gruppo dirigente della
sinistra post-comunista. Ma, quasi
a voler convincere i moderati a tran-
gugiare la prospettiva di una alle-
anza innaturale che già tanti guasti
ha provocato al paese, lascia inten-
dere che il nuovo compromesso sto-
rico sarà uguale a quello concepito
anticamente dai vecchi dirigenti de-
mocristiani: il modo più comodo
per continuare a governare usando
come supporto il consenso della si-
nistra all’insegna della regola scu-
docrociata “voi mettere i voti, noi
le poltrone”.
I punti di forza di questo disegno
casiniano sono noti. Il Pdl per un
verso ed il Pd per l’altro sono con-
vinti che il bipolarismo abbia fatto
il suo tempo e sembrano ormai ras-
segnati al ritorno alla Prima Repub-
blica. In più l’emergenza della crisi
spinge verso coalizioni ampie in cui
all’assenza di omogeneità supplisce,
come si è visto negli ultimi anni, il
governare a colpi di decreti dell’ese-
cutivo.
Ma è proprio questo il punto di
debolezza del progetto di Casini che
prevede il gioco su due tavoli per
poter comunque assicurare ai cen-
tristi il ruolo di inamovibile asse po-
litico del paese e di componenti in-
dispensabili dell’esecutivo. Il
dramma dei centristi casiniani, in-
fatti, è di sapere che lavorano per la
conquista del potere, ma di non sa-
pere affatto come dovranno usarlo
una volta conquistato.
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Battaglia legale contro l’abusodi custodia cautelare
enunceremo tutti i gip
che prima di spedire
qualsiasi cittadino italiano o stra-
niero in carcere non verifichino
prima le condizioni di vivibilità
dell’istituto penitenziario a cui
destineranno ogni singolo dete-
nuto, inoltre è nostra intenzione
di fare la stessa cosa con tutti
quei magistrati di sorveglianza
che non esamineranno le richieste
di applicazione di pena alternati-
va da parte degli stessi detenuti
e che si limiteranno a rigettare
tutto in maniera burocratica».
Parola più parola meno questo
concetto, già enunciato nelle ul-
time trasmissioni di “Radio car-
«D
cere” condotte da Riccardo Are-
na, era stato ribadito domenica
scorsa durante l’ultima conversa-
zione pomeridiana tra Marco
Pannella e Massimo Bordin, tra-
smessa da
Radio Radicale
. Il vero
problema italiano infatti è pro-
prio quel “facite a faccia feroce”
tipico di una burocrazia da terzo
mondo, forte con i deboli e debo-
le con i forti.
Dal presidente della Repubbli-
ca in giù, nessuno si prende le re-
sponsabilità più impopolari a co-
sto di divenire “anti popolare”.
Così è stato anche per “l’amni-
stia” per la repubblica, ormai più
necessaria allo stesso stato di di-
ritto che ai detenuti.
I radicali, dopo le parole, gli
scioperi della fame e gli appelli
firmati dai 120 giuristi a partire
da Francesco Puggiotta al Capo
dello stato perché si assumesse la
responsabilità di un messaggio al-
le Camere sull’amnistia, hanno
deciso, con l’iniziativa dell’avvo-
cato Alessandro Gerardi, di pas-
sare alle denunce penali. Il tutto
propedeutico a nuove pronunce
dell’Europa contro il nostro stato,
come quella “pilota”, o meglio
esemplare, che dobbiamo atten-
derci da un momento all’altro tra
capo e collo.
Il degrado, secondo Gerardi e
i radicali, sta coinvolgendo anche
le prerogative della presidenza
della repubblica che «sempre più
ha deciso di mutare il suo ruolo
di Garante e custode della legalità
costituzionale in quello di arbitro
e mediatore tra le forze politiche.
Ergo? «Denunceremo tutti, al-
la magistratura italiana e poi alla
Corte europea dei diritti dell’uo-
mo». Ma perché denunciare ma-
gistrati di sorveglianza e gip?
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2
di
DIMITRI BUFFA
Dopo le parole,
gli scioperi della fame
e gli appelli sull’amnistia,
I radicali hanno
annunciato che presto
passeranno alle denunce
penali contro i gip
che abuseranno
del potere di mandare
in carcere i cittadini
di
ARTURO DIACONALE
Casini preferisce
non porsi il problema
del programma. Intanto
cerca di conquistare
le poltrone. Poi si vedrà.
Sempre che gli elettori
siano tanto disperati
da affidare il futuro
agli stessi che hanno
compromesso il presente
Estate calda, autunno bollente
K
Temperature alle stelle per chi
resta in città a lavorare in questa estate
2012. Ma per il ministro del Lavoro, Elsa
Fornero, il prossimo autunno per l’indu-
stria italiana sarà ancora più caldo.
Per la Bce le imprese italiane sono
sull’orlo dell’insolvenza. E dopo i dati
sconfortanti pubblicati due giorni fa da
Mediobanca sullo stato di salute dell’in-
dustria italiana (agli imprenditori con-
viene più comprare Btp che investire
nella loro stessa azienda) secondo il
ministro Fornero ci attende una sta-
gione critica, tale da mettere a serio re-
pentaglio una fetta consistente del
comparto produttivo nazionale.
Per questo, prosegue Fornero, «occorre
puntare sull’industria».
Sì, ma come? Tra una pressione fiscale
da record del mondo, una burocrazia
onnipresente, un costo del lavoro inso-
stenibile e una giustizia civile tra le
peggiori al mondo, va tutto nella dire-
zione opposta. Gli investimenti dal-
l’estero continuano ad essere
scoraggiati, e gli investitori italiani
(sempre meno) continuano ad essere
messi in fuga.