Accarezzato da acque e ghiacciai, ecco lo Stelvio
dagiato nel cuore delle Alpi
Centrali e contraddistinto
dalle ampie vallate modellate
dall’azione dei ghiacci e delle ac-
que che discendono dal possente
massiccio montuoso dell’Ortles-
Cevedale, il Parco Nazionale dello
Stelvio è il più grande dei parchi
storici italiani, grazie ad una su-
perficie di 130.700 ettari.
Il paesaggio del parco è forma-
to da maestose creste, rigogliose
foreste, verdeggianti praterie d’al-
ta montagna solcate da spumeg-
gianti torrenti che sgorgano dai
ghiacciai perenni. La varietà mor-
fologica del territorio, determina-
ta dai cospicui dislivelli altimetri-
ci, consente l’esistenza di ampi
ecosistemi con numerose specie
rare di animali e piante. Villaggi
e masi, sparsi nei fondivalle e sui
versanti delle montagne, comple-
tano lo scenario e costituiscono
affascinanti testimonianze di ar-
chitettura rurale e sacra, in com-
pleto equilibrio con l’ambiente,
che vale davvero la pena di sco-
prire seguendo i numerosi itine-
rari proposti.
Le valli
Dal punto di vista geografico,
la cosa più interessante sono le
numerosi valli, più o meno colo-
nizzate dall’uomo e modellate
dalla forza erosiva dei ghiacciai
o dallo scorrere delle acque dei
torrenti. Ogni valle ha caratteri-
stiche uniche: pensiamo ai coni di
deiezione della Val Venosta, tra i
più estesi di tutto l’arco alpino,
A
ma non possiamo dimenticare la
lunga Val Martello, la cui testata
è dominata dalla cima del Ceve-
dale, e poi la valle di Trafoi, so-
vrastata dall’Ortles e da tante al-
tre cime ricoperte di ghiaccio. La
Val d’Ultimo è una valle verde,
ricca di acque e laghi come la val-
le di Rabbi che, con la valle di Pe-
io, è nota anche per le acque mi-
nerali e curative. Ma anche in
Valtellina, a Bormio, la cultura le-
gata alle acque termali ha un’an-
tichissima tradizione. La val Ze-
brù è conosciuta per essere
popolata da cervi, camosci, ca-
prioli e stambecchi mentre le valli
dell’Adda e del Braulio si svilup-
pano in un contesto di pareti cal-
caree strapiombanti e di rupi.
Attraverso tutte le più impor-
tanti valli del parco si snodavano
antiche vie di comunicazione lun-
go le quali già in epoca preistorica
gli uomini si muovevano per cac-
ciare, cercare minerali o traspor-
tare merci da barattare. Basti pen-
sare alla via che da Bormio
risaliva alle torri di Fraele per
proseguire verso l’Engadina ed il
Tirolo, ove, proprio ad un croce-
via si trova Glorenza, importante
città mercato, ancora oggi cinta
da ben conservate mura medieva-
li. Lungo le antiche vie sono sorti
villaggi e contrade dai quali è par-
tita, intorno al XIII secolo, la co-
lonizzazione delle aree più elevate
destinate alla pratica dell’alpeg-
gio, un’attività indispensabile alla
sopravvivenza delle comunità po-
ste più in basso.
La storia
Il Parco Nazionale dello Stel-
vio nasce con l’intenzione di sal-
vaguardare questo grandioso pae-
saggio alpino e risale agli inizi del
secolo scorso: fu trasformata in
legge nel 1935. Inizialmente fu-
rono posti sotto tutela 96.000 et-
tari. Nel 1977 il parco fu amplia-
to fino a raggiungere i 134.600
ettari. Nel 2006 con il Decreto del
Presidente della Repubblica sono
stati definiti i nuovi confini dopo
lo scorporo dal suo perimetro del-
le aree fortemente antropizzate
del fondovalle venostano. La ge-
stione venne affidata all’Azienda
di Stato per le Foreste Demaniali,
la sorveglianza ed il controllo del
territorio al Corpo Forestale dello
Stato. A partire dal 1974 venne
riconosciuta la competenza am-
ministrativa alle due province au-
tonome di Bolzano e Trento, a
condizione che un consorzio ap-
positamente istituito garantisse
un’amministrazione unitaria.
Le lunghe e complesse tratta-
tive sfociarono nel DPCM del 26
novembre 1993 istitutivo del
Consorzio di gestione del parco.
Il Consorzio del Parco Nazionale
dello Stelvio, operativo dall’otto-
bre 1995, è composto da quattro
organi istituzionali. Il Consiglio
Direttivo stabilisce le norme per
una gestione unitaria e coordina-
ta, mentre l’amministrazione or-
dinaria e straordinaria sono cu-
rate dai tre Comitati di Gestione
per la Regione Lombardia e le
Province Autonome di Bolzano e
di Trento attraverso i rispettivi
Uffici Periferici. La sorveglianza
ed il controllo del territorio del
parco sono affidati al Corpo Fo-
restale dello Stato in Lombardia
ed ai Corpi Forestali Provinciali
nelle province di Bolzano e Tren-
to.
I ghiacciai
La bellezza di questo bellissi-
mo parco si esprime anche attra-
verso la presenza di caratteristici
ghiacciai: ricordiamo quello dei
Forni, quello del Cristallo, delle
Cime di Campo, della Miniera e
tanti altri ancora. Questa bellis-
sima area protetta è attraversata
da tre corsi d’acqua principali,
quali l’ Adda, il Frodolfo e l’
Oglio attorniati da torrenti distri-
buiti ai loro lati. Non meno ca-
ratteristici sono i bellissimi laghi
presenti nel Parco, tra i tanti ri-
cordiamo il lago Nero di Trela,
quello Bianco del Gavia, il Lago
del Confinale, della Manzina ed
altri ancora di altrettanta bellezza.
Il Parco Nazionale dello Stelvio è
anche grande patrimonio cultu-
rale grazie al fatto che ogni valle
presente conserva importanti te-
stimonianze di architettura storica
e rurale. È possibile visitare ca-
ratteristiche dimore appartenenti
a diverse epoche: dalla più antica
a quelle di più recente creazione
gremite di una flora di rara bel-
lezza e di una fauna alpina pro-
tetta, ricca di tassi, scoiattoli, er-
mellini, camosci e bellissimi cervi.
VALERIO CARLI
II
AMBIENTE
II
Grazie ad una superficie
di 130.700 ettari il Parco
Nazionale dello Stelvio
è il più grande dei parchi
storici italiani. È stato
isituito con una legge
nel 1935 e a partire
dal 1974 venne
riconosciuta
la competenza
amministrativa
alle province autonome
di Bolzano e Trento
L’OPINIONE delle Libertà
DOMENICA 11 NOVEMBRE 2012
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