Pagina 2 - Opinione del 12-8-2012

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II
POLITICA
II
Regione Lazio, i ritardi del piano per i trasporti
di
ALESSANDRO DE ROSSI
lla Regione Lazio, ove ancora
tarda a prendere forma un di-
segno possibile dell’istituita Città
metropolitana, Roma Capitale, cit-
tà del governo nazionale e non so-
lo, della residenza e della cultura,
città della Storia ma anche delle
merci e dei servizi, ora (almeno sul-
la carta) è città più grande, perché
assorbirà in futuro anche parte dei
comuni limitrofi, come in un foto-
gramma di un film inceppato, alla
Regione il tempo sembra si sia fer-
mato.
Sembra che non sia più neces-
sario dare impulsi politici perché si
indirizzino rapide soluzioni, da
troppo tempo attese e sempre rin-
viate, riguardanti il territorio e le
politiche dei trasporti.
Sembra che tutto proceda in
uno stanco passaggio di inutili carte
da un tavolo all’altro sperando che
le soluzioni, quelle vere che interes-
sano i cittadini, emergano da sole.
Senza il bisogno che qualcuno si
assuma delle responsabilità e pren-
da delle decisioni.
Sembra che il trasporto efficien-
te, integrato e sostenibile, nono-
stante i tanti buoni propositi sban-
dierati, segni ancora il passo,
mantenendo il network trasporti-
stico del Lazio ad un livello di pia-
nificazione vecchio di almeno tren-
tanni.
Sembra, il tutto, un sistema
troppo arretrato anche in termini
di concezione e di ideazione rispet-
to allo standard di altre capitali eu-
ropee con le quali pretenderebbe
essere competitivo.
Vista la situazione di stallo in
ordine al dibattito urbanistico ri-
guardante la Città metropolitana,
aggravata dal ritardo di un credi-
bile piano dei Trasporti non ancora
terminato, quando la candidatura
di Roma è stata respinta per le
Olimpiadi del 2020, onestà vorreb-
be che si ammettesse, alla luce dei
fatti, che la tanto contestata deci-
A
sione si è dimostrata essere corretta,
realistica e purtroppo pessimistica-
mente lungimirante.
Ciò alla faccia di coloro che da
posizioni e responsabilità diverse
si sono strappati i capelli quando
hanno visto cadere la succulenta
opportunità (per loro) di ospitare
nella Capitale i giochi olimpici fa-
cendo prima di tutto (i loro) affari.
Magari non concludendo le opere,
come è avvenuto per l’ancora in-
compiuta “Città dello sport” di
Torvergata. Mastodontica opera in
attesa di ulteriori finanziamenti e
accordi bipartisan.
A quelli che tuttora sostengono
l’idea che dalla crisi economica si
esce facendo altri debiti con le ta-
sche degli italiani, investendo con
soldi che non ci sono, senza sco-
modare Keynes o Adam Smith, ba-
sterebbe ricordare le oggettive re-
sponsabilità poltiche e la
conseguente inefficienza infrastrut-
turale del network trasportistico
della Regione Lazio e della Capi-
tale. Per un confronto realistico, si
constati lo sforzo organizzativo ed
economico compiuto da Londra
per la realizzazione delle Olimpiadi.
Ho già scritto dalle colonne di
questo giornale che con i tempi at-
traverso i quali il sistema politico
e burocratico è abituato a (non) de-
cidere, potremmo aspirare forse per
il 2020 ad una “bozza” di disegno
organico del sistema delle reti e dei
nodi di trasporto. Leggasi per bre-
vità Prtml (piano regionale traspor-
ti mobilità e logistica).
L’apparato decisionale infatti,
essendo cronicamente diviso tra ve-
ti e pressioni, tra interessi di parte
e crisi economica sembra non es-
sere in grado di rispondere in modo
efficiente alla domanda di mobilità
che non trova più offerta adeguata.
Nemmeno a livello di ideazione.
In mancanza di una conveniente
pianificazione, modulata su oriz-
zonti temporali di più lunga gittata,
non essendo sostenuta da impulsi
politici chiari e coerenti, la Regione
Lazio sembra non essere in grado
di offrire nemmeno sul piano delle
idee, credibili proposte operative
per una mobilità sostenibile, mo-
derna e funzionale.
Occorrerebbe che la politica ur-
banistica e quella dei trasporti, ma
anche quella del territorio e del-
l’ambiente, dell’economia e della
cultura superassero gli steccati dei
singoli competenti assessorati. Oc-
correrebbe che i “responsabili” si
incontrassero una buona volta per
parlare del territorio e decidere del-
le sue prospettive, invece che delle
alleanze politiche alle prossime ele-
zioni.
Ma per far ciò la politica do-
vrebbe essere diversa da quella che
oggi appare. Dovrebbe pensare,
studiare, approfondire ma soprat-
tutto dovrebbe scegliere senza de-
dicarsi troppo a programmi desti-
nati
solo
alla
propria
autorigenerazione, autoconserva-
zione e alla conventio ad escluden-
dum.
Per migliorare l’efficienza e la
qualità dei servizi di mobilità e tra-
sporto è necessario che dalla for-
mulazione definitiva di un accetta-
bile Prtml (sempre promesso e non
ancora portato a termine nella sua
stesura definitiva) emergessero con
chiarezza quelle misure atte a sti-
molare e accelerare processi di li-
beralizzazione e privatizzazione dei
mercati nei diversi settori: aereo,
marittimo, ferroviario e autostra-
dale, mediante l’individuazione di
misure volte a superare rapidamen-
te le varie situazioni monopolisti-
che.
Queste misure, se adottate, in-
vestirebbero la stessa concezione
del trasporto, non considerato più
come mera somma di attività sepa-
rate ed autonome, ma inteso come
unica prestazione funzionale dal-
l’origine sino a destinazione, in una
visione globale del processo di tra-
sferimento delle persone e delle
merci su un territorio reale da pro-
teggere e sviluppare.
Gli attori sono noti. Sono quelli
che dovrebbero in primo luogo
operare delle “scelte” per attuare,
attraverso una pianificazione ragio-
nata valutazioni più congruenti con
le effettive caratteristiche e poten-
zialità territoriali. Ma ciò richiede-
rebbe prendere decisioni, talvolta
assumendosi responsabilità più sul
piano politico che sul piano tecnico.
E’ alla politica quindi, in quanto
primaria funzione garante della pia-
nificazione territoriale e dello svi-
luppo dell’habitat, la responsabilità
di promuovere e portare a termine
piani corretti e attuabili in tempi
certi. C’è per il Lazio il forte squi-
librio rappresentato dalla Capitale
che assorbe da sola oltre il 65%
delle movimentazioni di persone e
merci presenti nella regione.
Per il macrosistema regionale
occorrerebbe che scelte opportune
stabilizzassero i principali sottosi-
stemi territoriali tra loro tuttora
squilibrati e disomogenei: il nord
laziale rappresentato dal sistema
Civitavecchia-Viterbo-Orte; il cen-
tro della regione con la gigantesca
area metropolitana romana che già
ora, tra le tante cose, soffre di un
raccordo anulare (Gra) declassato
a strada urbana semiperiferica, ai
limiti dell’efficienza e della capacità
trasportistica; il sistema meridionale
articolato lungo la Pontina, da ri-
pensare interamente rispetto ai nodi
di Latina, Frosinone, fra porti e ae-
roporti da ridefinire all’interno di
un disegno coerente.
Un Piano Regionale dei Tra-
sporti non può essere limitato a ri-
solvere singoli specifici “casi” (colli
di bottiglia stradali, impianti tec-
nologici, snodi e raccordi con qual-
che semaforo in più). Un Prtml che
sia all’altezza di compiti pianifica-
tori che si proiettano verso orizzon-
ti temporali dei prossimi trenta,
quarantanni deve essere concepito
su “visioni” in cui lo sviluppo del
territorio sia coerente in tutti i suoi
aspetti.
Adesso a maggior ragione, in vi-
sta degli accorpamenti tra comuni
e soppressioni di province. I pro-
blemi sono molti ma ciò che può
garantire qualche buon risultato è
quello di procedere con passi inte-
grati di tipo sistemico, ma sotto un
decisivo e non più rinviabile impul-
so politico, in cui il promesso nuo-
vo Prtml non sia solo il prodotto
finito basato su operazioni di mera
“ingegneria del traffico”.
Bisognerebbe che alla Regione
Lazio si compissero valutazioni e
scelte politiche destinate al reale
sviluppo e alla sostenibile funzio-
nalità del territorio, mettendo una
volta per tutte da parte le divisioni
tra le componenti dei diversi schie-
ramenti. Anche perché (sembra) che
alle elezioni prossime venture i cit-
tadini non si tureranno più il naso.
Sembra che il trasporto
efficiente, integrato
e sostenibile segni
ancora il passo,
mantenendo il network
ad un livello
di pianificazione vecchio
di almeno trent’anni
L’apparato decisionale,
diviso tra interessi
di parte e crisi
economica, sembra
non essere in grado
di rispondere in modo
efficiente alla domanda
moderna di mobilità
segue dalla prima
L’Europa federale
(...) Ora la questione della egemonia tedesca
esiste ed è evidente. Infatti la stessa unione
monetaria venne concepita sia per ancorare
la Germania all’Europa sia per rendere pos-
sibile, medianti i famosi piccoli passi, la edi-
ficazione della Unione federale. Mai come
in questo momento appare necessario che
le classi dirigenti europee siano animate dal-
la forza dell’Ideale Europeo, così come venne
pensato e disegnato dai padri fondatori.
Non è possibile rinviare il cambiamento,
imposto dalle dure circostanze, che conduca
al superamento del metodo intergovernativo,
con cui di fatto sono state adottate le deci-
sioni in sede europea tra i 17 paesi della
confederazione, e si approdi ed arrivi final-
mente alla realizzazione della Unione Fe-
derale. Da questo punto di vista è fonda-
mentale che muti il ruolo della Bce, sicché
possa assumere la funzione istituzionale di
una banca centrale dotata di tutti i poteri,
necessari per divenire prestatrice di ultima
istanza. Inoltre è essenziale che il famoso
fondo salva stati (Esm) possa ottenere la li-
cenza bancaria ed accorrere in aiuto dei pae-
si esposti alle furie imprevedibili della spe-
culazione finanziaria, acquistandone i titoli
emessi per finanziare il costo del debito pub-
blico accumulato durante il corso degli anni.
E questo vale per i paesi che abbiano iniziato
il risanamento delle finanze pubbliche, ri-
spettando gli impegni assunti in sede euro-
pea in nome del rigore di bilancio. Il per-
corso per oltrepassare e superare questa
drammatica fase della storia europea pre-
vede sia la nascita della unione bancaria, sia
la cessione della sovranità dei singoli paesi
della Ue allo stato federale in fase di edifi-
cazione, sia il risanamento dei bilanci pub-
blici dei singoli paesi della Ue in nome del
rigore, per porre in essere le condizioni della
crescita economica e dello sviluppo. In tal
modo non vi sarà la perdita, da alcuni ad-
ditata come un rischio gravido di conseguen-
ze nefaste, della sovranità nazionale, ma la
creazione, mediante la realizzazione della
unione federale, di istituzioni comunitarie
in grado di incarnare una sovranità comu-
nitaria ed un interesse Europeo. In questo
modo potrà sorgere una pubblica opinione
europea che oggi è inesistente. Solo inse-
guito ad un processo politico cosi ambizioso
si potrà avere la speranza che il vecchio con-
tinente ritorni ad essere una area di benes-
sere diffuso e nel quale la sicurezza econo-
mica è assicurata a tutti i suoi cittadini. Se
gli Spread rimangono alti tra i titoli tedeschi
e quelli di altri paesi europei, questo fatto
grave dipende dalla circostanza che vi sono
esponenti del mondo finanziario che riten-
gono ineluttabile sia la dissoluzione dell’Eu-
ro sia la incapacità dei paesi della fascia me-
diterranea a proseguire e portare a termine
il risanamento della finanza pubblica. La
classe dirigente europea, compresa quella
italiana prigioniera di un provincialismo in-
tellettuale sconfortante, deve rendersi conto
che in Europa nessun singolo paese potrà
salvarsi da solo, e che, nella ipotesi che si
arrivi alla dissoluzione della unione mone-
taria, i singoli paesi della Ue saranno con-
dannati alla irrilevanza ed alla sudditanza
rispetto alle grandi economie asiatiche, emer-
genti. Roberto Napoletano in un suo pre-
gevole articolo, pubblicato sull’inserto cul-
turale del “Sole 24 Ore” ha ricordato come
storicamente, dopo le grandi crisi cha hanno
connotato lo sviluppo del Novecento, come
quella del 1929, sono sorte nuove istituzioni
ed è mutato il rapporto tra la democrazia e
l’economia. Tutto lascia presagire che molte
cose sono destinate a mutare, istituzioni vec-
chie che vengono abbattute e altre che ven-
gono create, in seguito alla conclusione di
questa gravissima crisi economica. L’Europa
unita è l’orizzonte in cui riporre le speranze
per il futuro ed il superamento della crisi.
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DOMENICA 12 AGOSTO 2012
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