Direttore ARTURO DIACONALE
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Martedì 13 Novembre 2012
delle Libertà
OraMonti apre allapatrimoniale
Per il presidente del Consiglio, si tratta di «una tassa che va sdrammatizzata» e che già esiste
«
in alcuni paesi estremamente capitalisti». Poi la strana precisazione: «Non la faremo nottetempo»
ARoma, si scrive Casini ma si legge Caltagirone
Al Popolo della Libertà serve un congresso.Vero
Una fantacronaca delle primarie pidielline
ier Ferdinando Casini non ha
perso tempo nel dichiarare mor-
ta e sepolta l’esperienza di governo
fatta insieme con il Pdl e le altre
forze del centrodestra a Roma e
nella regione Lazio. Anzi, non solo
non è si limitato e definire chiusa
quella alleanza amministrativa ma
ha addirittura negato che l’alleanza
sia mai avvenuta. Come a voler sot-
tolineare come non sia possibile in
alcun modo di ipotizzare la riesu-
mazione di una formula di governo
locale che non è mai esistita.
Naturalmente tutti sanno che
l’Udc ha partecipato attivamente
alla giunta guidata da Gianni Ale-
manno ed è stato un alleato rico-
P
nosciuto e fin troppo premiato della
ex presidente del Lazio, Renata Pol-
verini. Ma la scoperta che Casini
voglia negare anche l’evidenza non
stupisce nessuno. Perché, a comin-
ciare da Pier Luigi Bersani che pre-
conizza una futura intesa di gover-
no con l’Udc, tutti conoscono la
tendenza al tatticismo del leader
centrista e la sua predilezione asso-
luta per la politica dei due forni. E
nessuno si scandalizza se Casini di-
ce le bugie per preparare adegua-
tamente la risalita del partito cen-
trista sul carro del presunto
prossimo vincitore delle elezioni
amministrative e politiche. Se il Pdl
e la Lega fossero rimasti fermi ai li-
velli di consenso delle ultime tor-
nare elettorali oggi l’Udc tratterebbe
con loro una futura alleanza di go-
verno nazionale e locale facendo
pesare il proprio peso marginale
ma determinante. Visto che il vin-
citore in pectore è il Pd, ecco che
Casini tratta con Bersani e si pre-
para a fare accordi con Bersani per
le giunte di Roma e del Lazio.
Niente stupore e niente scanda-
lo, allora. Ma solo una considera-
zione che non riguarda più il tatti-
cismo, la disinvoltura e la capacità
manovriera di Casini ma il fatto in-
contestabile che la politica dei due
forni non può essere considerata
come un fattore di cambiamento
ma sempre e comunque come un
elemento di continuità. Con i due
forni, in sostanza, cambiano le al-
leanze ma i poteri reali rimangono
saldamente al loro posto. Senza
scossoni, senza traumi, senza rinun-
ce di alcun genere.
Ora può anche essere che a li-
vello nazionale il paese abbia bi-
sogno di continuità e che non
possa permettersi alcun cambia-
mento, visto che l’Europa impone
per i prossimi anni il rispetto della
politica economica indicata a suo
tempo a Mario Monti e puntual-
mente applicata dal nostro presi-
dente del Consiglio.
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2
ome presidente della Federa-
zione Cristiano popolari, co-
fondatori del Popolo delle Liber-
tà, ho partecipato all’ufficio di
presidenza del partito e durante
la discussione ho espresso alcune
idee. Ai colleghi ho ribadito che
non volevo parlare delle cose ci
dividono ma delle cose che ci uni-
scono. Non ho quindi voluto sot-
tolineare la differenza che passa
tra un partito organizzato e strut-
turato e un comitato elettorale.
Così come non ho enfatizzato che
ritengo che sia legittimo desiderio
del popolo di scegliere i propri
rappresentanti.
Non voluto sostenere una fa-
C
ziosa polemica che logora il par-
tito, non ho sottolineato la con-
fusione che regna nel Pdl tra etica
ed etichetta e molto altro ancora.
Ho voluto, invece, e voglio par-
lare delle cose sostanziali che ci
uniscono.
Dobbiamo ricordare, prima di
tutto a noi stessi, che se ora sia-
mo qui abbiamo risposto tutti a
un appello di Silvio Berlusconi.
Un appello teso a creare in Italia
una forza politica nuova ispirata
al Partito Popolare europeo, i cui
obiettivi fondamentali sono quelli
di ridare forza dominante nel
paese ai ceti medi. Il Pdl nasce
con questo sentimento e non è la
somma algebrica tra Fi, An e la
Federazione dei cristiano popolari
che io rappresento.
Ma soprattutto ricordiamo
tutti che il comune denominatore,
il collante di questa grande for-
mazione si chiama Silvio Berlu-
sconi. Tenere unite le diversità che
ci sono nel Pdl tra cattolici e non,
tra chi guarda al libero mercato
come un dogma e chi come noi
ritiene che il popolarismo euro-
peo si ispiri all’economia sociale
di mercato, è un’impresa riuscita
solo grazie alle capacità del pre-
sidente. Appare evidente che se
viene meno una di queste ragioni
fondamentali decade la ragione
sociale del Pdl, o ancora peggio,
il Pdl rischia di diventare solo un
comitato elettorale riservato a po-
chi intimi.
Ho letto in questi giorni della
volontà di Berlusconi di fare un
passo indietro; questo causerebbe
in modo inevitabile la perdita del
collante nel Pdl. La scelta delle
primarie, annunciate da Angelino
Alfano, confermano la volontà
prematura di superare l’era Ber-
lusconi, dando per scontato che
un grande partito come il Pdl con
il decadimento dei presupposti
fondanti possa comunque andare
avanti.
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2
uindi le primarie del Pdl si fa-
ranno; e questo è un risultato.
Il meccanismo dovrebbe funzionare
più o meno così: prima quelle di
pianerottolo in cui si eleggeranno i
delegati di condominio, i quali poi
eleggeranno i delegati di rione, che
avranno diritto di voto per eleggere
i delegati di quartiere, passaggio fi-
nale per poter nominare i delegati
cittadini. Ogni città potrà poi inviare
i propri eletti a libere primarie pro-
vinciali (secondo i criteri pre-accor-
pamento), che sanciranno i delegati
regionali i quali dovranno confluire
in un numero non superiore a 44 in
fila per 3 col resto di 1 nella mega
Convention che potrà finalmente
Q
eleggere il leader nazionale. Per ora
l’ipotesi di voto telefonico, suggerita
dal Cavaliere attraverso un centra-
lino elettronico situato a Malindi, è
stata scartata per indisponibilità del
governo locale ad autorizzare l’uso
del territorio nazionale per le pri-
marie di un partito politico stranie-
ro. Trattative in corso potrebbero
convincere le autorità del Kenya a
concedere l’autorizzazione in cam-
bio di una partecipazione del Pdl al-
le prossime elezioni amministrative
a Malindi. Sembrano invece in di-
rittura d’arrivo l’accordo per il voto
via internet tramite tweet di 0,5 ca-
ratteri e quello sul televoto attraver-
so specifiche puntate tv che vedreb-
bero i candidati comdominiali e di
rione conforntarsi su temi come le
pulizie nel palazzo o il diritto di par-
cheggio delle biciclette. Da indiscre-
zioni interne sappiamo che si stanno
verificando tensioni di fronte alla ri-
chiesta fatta da alcuni ex di An che
le primarie, a tutti i livelli, vengano
allargate anche al voto degli italiani
all’estero. Alfano e Cicchitto hanno
fatto presente al Cavaliere che sa-
rebbe difficile, in breve tempo, or-
ganizzarle, in considerazione del fat-
to che i sistemi abitativi in sud
America e Oceania sono diversi ri-
spetto ai nostri (i condomini sono
rari) e anche i livelli amministrativi
(
regioni, province) non sempre com-
baciano con quelli italiani. La me-
diazione, ottenuta da Denis Verdini,
prevede che il voto degli italiani al-
l’estero avvenga in Italia con speci-
fici voli charter organizzati dal par-
tito che dovrebbero trasferire gli
aventi diritto nei seggi dei paesi di
origine dei loro antenati emigrati.
Un Comitato dei saggi si riunirà per
organizzare uno speciale Diparti-
mento Italianità del partito che va-
luti, in tempi ristretti, la legittimità
delle singole discendenze. Se la que-
stione non è precisamente come
l’abbiamo descritta, diciamo che ci
va vicino. Ad occhio e croce, il re-
golamento delle primarie...
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2
di
ARTURO DIACONALE
È fin troppo evidente
che l’Udc voglia
diventare il perno
di un’alleanza politica,
nella Capitale
e nella Regione Lazio,
tra i costruttori (che
avevano flirtato con
Alemanno e Polverini)
e la sinistra del mattone
di
MARIO BACCINI
È necessario un luogo
in cui possano essere
sviluppate, come
abbiamo fatto
per la prima volta
nell’ufficio politico
del partito in questi
giorni, vere tesi politiche.
In un confronto serio
tra le forze in campo
di
GIAMPAOLO ROSSI
Ad occhio e croce,
dalle informazioni
che circolano,
il regolamento
delle primarie Pdl
sembra fatto apposta
per dissuadere
la gente dall’andare
a votare. E poi c’è
l’anomalia-Alfano...