Pagina 5 - Opinione del 14-8-2012

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II
ESTERI
II
Morsi prende tutto il potere
e manda a casa i generali
di
MICHELE DI LOLLO
rima o poi doveva accadere. Se
democrazia doveva essere, allo-
ra la giunta dei militari doveva an-
dare a casa. Il presidente egiziano
Mohamed Morsi allontana i vertici
delle forze armate, ponendo fine
all’ultima eredità di Mubarak e ci
si interroga su quali potrebbero es-
sere le conseguenze di questa scel-
ta.
Non si sono verificati scontri al
momento della decisione, ma quan-
to accaduto nella giornata di do-
menica potrebbe innescare una po-
larizzazione del dibattito politico
anche con l’Occidente. Il paese re-
sta spaccato. Morsi è un ex prigio-
niero politico islamista, eletto nelle
schiere della Fratellanza Mussul-
mana, che ha dimostrato da subito
un grande rispetto per i capi mili-
tari del paese, una mossa che sem-
brava garantire l’equilibrio tra le
forze conservatrici laiche del vec-
chio regime e le leadership a guida
della rivoluzione. Molti credevano
che i militari avrebbero frenato
l’ascesa degli islamisti, se avessero
cercato di imporre pratiche religio-
se estremiste. Ora il deterrente è ve-
nuto meno e i Fratelli Mussulmani,
erosi da anni di opposizione laten-
te, hanno in mano l’intero paese.
Abul-Magd Zeinab, professore
di storia all’Università Americana
del Cairo, parla di svolta stori-
P
ca:«Ora, ufficialmente, l’Egitto è
uno stato della Fratellanza. Hanno
il pieno controllo delle istituzioni».
Morsi ha la responsabilità di tra-
ghettare il paese verso la piena de-
mocrazia, è amico degli Usa anche
se molti aspetti della sua vita poli-
tica lasciano aperti degli interroga-
tivi, in primis la linea intransigente
annunciata contro Israele. Al mo-
mento della sua nomina pochi
avrebbero scommesso sulle sue ca-
pacità di strappare il paese ai mili-
tari in così poco tempo.
Il Consiglio Supremo delle For-
ze Armate, autorità assoluta dalla
deposizione di Mubarak, si prepa-
rava a una presidenza debole sotto
l’egida dei generali. Non è stato co-
sì. L’estromissione del maresciallo
Mohammed Hussein Tantawi, ca-
po della giunta militare, e dell suo
vice, Sami Anan, fa capire che la
Fratellanza è determinata a cam-
biare per sempre il volto dell’Egitto.
Tantawi, nelle dinamiche interna-
zionaliste, interpretava in ruolo im-
portante come interlocutore di vec-
chia data degli Stati Uniti e la sua
rimozione aveva colto di sorpresa
il segretario alla Difesa americano,
Leon Panetta. «Solo un paio di set-
timane fa - ha affermato Panetta -
sono stato in visita al Cairo ed ero
convinto che Tantawi e Morsi stes-
sero cooperando». Abdel Fattah al-
Sissi è il nuovo ministro della Di-
fesa. C’è chi ritiene che Sissi abbia
avuto ampi contatti con gli Stati
Uniti, come capo dei servizi segreti
militari, e che abbia trascorso un
anno di formazione professionale
negli Usa. Per altri si tratta di una
figura legata agli ambienti islamisti
e dunque una figura di cui diffida-
re.
In Egitto, democrazia ed esecu-
tivo forte sembrano avanzare di pa-
ri passo. Era inevitabile che in un
percorso simile i militari fossero
messi da parte. Vero. Il punto è
quanto fosse importante il loro
ruolo di controllo per il manteni-
mento di un ordine moderato nel
pase. I sostenitori del presidente so-
stengono che l’obiettivo primario
al momento sia trovare una via di
condivisione del potere. Ma non è
dato sapere come ciò possa verifi-
carsi: Morsi l’ha già preso tutto.
Terremoto in Iran: i morti sono più di 300
K
Il doppio terremoto che ha colpito sabato l’Iran ha fatto
fino a questo momento 306 morti, in maggioranza donne e bambini,
e 3037 feriti. È questo l’ultimo bilancio fornito dalle autorità.
Google usa la censura per combattere la pirateria
mit Singhal è un ingegnere in-
formatico. Lavora in uno dei
posti più ambiti al mondo: Google.
Lo scorso 8 agosto ha firmato un
breve post che contiene un annun-
cio importante. Il post di intitola
“An update to our search algo-
rithms” (cioè, un aggiornamento
sui nostri algoritmi di ricerca) e
comunica alla rete una decisione
largamente annunciata. In pratica,
alla fine Google ha dovuto in parte
cedere alle richieste dell’industria
discografica, che già da tempo
spingeva perché gli utenti del mo-
tore di ricerca più famoso del
mondo non potessero accedere fa-
cilmente ai siti contenenti materia-
le protetto dal diritto d’autore.
Singhal spiega che a partire dal-
la settimana successiva alla pub-
blicazione del post, Google terrà
conto di un nuovo valore per sta-
bilire l’ordine dei risultati di ogni
ricerca. Si tratta del numero di se-
gnalazioni di violazione di copy-
right che uno specifico sito avrà ri-
cevuto fino a quel momento. Più
segnalazioni il sito avrà ricevuto,
più basso risulterà nei risultati ot-
tenuti dalla ricerca. Secondo Sin-
ghal, questo cambiamento nel me-
todo di classificazione dovrebbe
aiutare gli utenti a trovare più fa-
cilmente quelle fonti che si posso-
no definire legali e di qualità. Sem-
pre ammesso che queste fonti
siano esattamente quello che gli
utenti vogliono trovare, il che è
tutto da dimostrare.
Ma facciamo un passo indietro.
Nel 2010 Google si trovò coinvol-
A
ta in una disputa legale contro la
francese Snep (Syndicat National
de l’Èdition Phonographique), che
accusava il motore di ricerca di fa-
vorire la pirateria e la violazione
del copyright. In particolare, la
Snep puntava il dito contro il si-
stema di autocompletamento au-
tomatico offerto dal sistema, che
lasciava comparire nella barra di
ricerca parole chiave in grado di
condurre gli utenti a siti contenenti
materiale protetto dal diritto d’au-
tore. Due diverse corti stabilirono
che la Snep aveva torto. Il caso
passò alla Corte Suprema France-
se.
In realtà, Google aveva iniziato
a bloccare il servizio di autocom-
pletamento già dal 2011, pur senza
alterare l’ordine nel quale i risultati
delle ricerche venivano visualizzati.
In quell’occasione Bit Torrent Inc.
si affrettò a dichiarare che, pur ri-
spettando la decisione di Google,
il suo trademark meritava di poter
essere identificato sul motore di ri-
cerca al pari degli altri.
All’inizio di luglio di quest’an-
no, la Corte Suprema Francese ha
stabilito che è lecito chiedere a
Google di censurare parole speci-
fiche, come ad esempio “Torrent”,
“RapidShare” e “Megaupload”,
lasciando intendere che è opinione
della Corte che Google, evitando
di mettere delle barriere a questi
parametri di ricerca, faciliti impli-
citamente la violazione del copy-
right. Con questa decisione la Cor-
te non intende accusare Google di
pirateria, ma significa che detiene
una parte di responsabilità nel la-
sciare che gli utenti possano acce-
dere facilmente a siti che conten-
gono illegalmente materiale
protetto dal copyright.
Che Google abbia deciso di de-
gradare i siti segnalati non vuol di-
re però che li abbia eliminati del
tutto dai risultati. «Soltanto i pos-
sessori di copyright – scrive Sin-
ghal – sanno se qualcosa è auto-
rizzato, e soltanto le corti possono
decidere se c’è stata violazione del
copyright; Google non può deter-
minare se una specifica pagina
web ha o non ha violato le leggi
sul copyright. Per questo motivo,
se il nuovo parametro influenzerà
l’ordine di alcuni risultati di ricer-
ca, nessuna pagina verrà rimossa
dai risultati stessi, a meno che non
riceviamo una valida notifica di
violazione dal possessore del co-
pyright». Ad ogni modo, Google
ha già iniziato la sua “operazione
trasparenza”. È infatti possibile
consultare l’elenco delle varie se-
gnalazioni di violazione del diritto
d’autore in un apposito transpa-
rency report.
La decisione di Google è stata
accolta con favore dalle major. Si
tratta senza dubbio di una vittoria
per l’industria dell’intrattenimento,
che già all’inizio del 2012 ha ini-
ziato un pressing asfissiante, spin-
gendo per l’estensione della cen-
sura in rete. Una battaglia che a
gennaio si consumò anche nel Re-
gno Unito, dove il Dipartimento
per la Cultura, i Media e lo Sport
mediò un incontro tra l’industria
del copyright e i rappresentanti di
Google, Yahoo e Bing, ai quali si
chiedeva proprio di intervenire sui
parametri dei motori di ricerca.
Durante quell’incontro, venne an-
che chiesto ai tre marchi del web
di dare priorità ai siti che avreb-
bero ottenuto una certificazione di
legalità dei contenuti e di non in-
dicizzare siti web segnalati alle cor-
ti, aspettando che si mettessero de-
finitivamente a punto procedure
per de-indicizzare i siti colpevoli
di violazioni. Su questi punti Goo-
gle non si è ancora espresso.
Se ad una prima impressione il
sistema può funzionare, analizzan-
dolo nel dettaglio si scopre che
presenta delle evidenti falle. Quello
che rimane oscuro in tutta questa
vicenda è il criterio con il quale le
stesse segnalazioni avvengono. Nel
suo post, Singhal spiega che le se-
gnalazioni di takedown si contano
nell’ordine di milioni (spiega che
Google ha ricevuto 4.3 milioni di
segnalazioni solo nell’ultimo mese).
L’algoritmo ideato dagli ingegneri
informatici del motore di ricerca
è strutturato in modo che ad un
maggior numero di segnalazioni
corrisponda una posizione più bas-
sa nel ranking dei risultati. Ma
questo succede a prescindere dal-
l’effettivo contenuto delle pagine
web. Ciò significa che potrebbe ac-
cadere che siti web dal contenuto
perfettamente legittimo ricevano
molte segnalazioni e vengano de-
gradati al pari di siti che violano
effettivamente il copyright. Un
esempio fra tutti: Youtube. Il sito
di contenuti video più famoso al
mondo potrebbe essere declassato
per via di segnalazioni relative a
singoli video postati senza auto-
rizzazione.
Ma c’è anche dell’altro. Lo
scorso maggio un report di Google
mise in luce un fenomeno piutto-
sto singolare: gli stessi detentori di
copyright segnalano spesso conte-
nuti perfettamente legali, arrivando
al paradosso di auto danneggiarsi
nel tentativo di fare la cosa giusta.
Illuminante è il caso di segnalazio-
ni effettuate da nomi come Warner,
Paramount Pictures e NBC Uni-
versal su alcune pagine del sito
IMDb. Tramite questo genere di
erronee segnalazioni, alcuni siti
possono essere declassati in modo
del tutto ingiustificato.
IRENE SELBMANN
La Fratellanza tiene
in mano il paese
e non c’è più militare
che freni il governo.
HusseinTantawi,
ex capo della giunta,
congedato dal presidente
erede della rivoluzione
Ora un nuovo algoritmo
di ricerca declasserà
quei siti web accusati
di violare il copyright
Un provvedimento
censorio che rischia però
di danneggiare anche
le pagine web legali
L’OPINIONE delle Libertà
MARTEDÌ 14 AGOSTO 2012
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