Page 3 - Opinione del 14-10-2012

II
CULTURA
II
Elezioni negli Usa: torna il fantasma diAynRand
di
STEFANO MAGNI
n fantasma si aggira per
l’America. È quello della scrit-
trice e filosofa Ayn Rand. Benché
sia defunta da esattamente 30 anni,
non è mai stata dimenticata. Il suo
romanzo filosofico più imponente,
La rivolta di Atlante”, pubblicato
nel 1957, è tornato ad essere un
best seller nel 2009, l’anno della cri-
si e della nascita dei Tea Party. Ora
sta conoscendo un nuovo momento
di gloria, grazie ad un mezzo equi-
voco: Paul Ryan. Il candidato vice-
presidente è il primo conservatore,
da decenni, che si dichiara esplici-
tamente un ammiratore della sua
filosofia. Di mezzo equivoco si trat-
ta, perché l’attuale aspirante nume-
ro 2 alla Casa Bianca è un cattolico
anti-abortista e un sostenitore di
graduali e pragmatiche riforme eco-
nomiche. Ayn Rand, atea, abortista
e capitalista senza compromessi,
non avrebbe dato il suo voto al
candidato cattolico. Ma è grazie a
Ryan che il nome della Rand sta
tornando sulla bocca di tutti.
Prima di tutto, è meglio riassu-
mere in cinque parole la filosofia
della Rand: realismo, razionalismo,
egoismo, capitalismo e bellezza. So-
no questi i cinque pilastri della dot-
trina che lei stessa chiamò “Ogget-
tivismo”, antitesi di “Idealismo”.
Realismo: la realtà oggettivamente
esiste, non è una nostra percezione,
né la proiezione di nostre idee. Ra-
zionalismo: la mente umana non
crea, ma esplora la realtà e cerca di
capirla attraverso un processo di
apprendimento progressivo. Egoi-
smo: solo una mente libera può
esplorare e capire la realtà. L’indi-
viduo, dunque, deve essere piena-
mente indipendente. Capitalismo:
in un sistema di uomini indipen-
denti, nessuno deve comandare e
nessuno deve sacrificarsi per il bene
degli altri. L’unico in cui gli uomini
siano realmente alla pari è il sistema
capitalista: né servi, né padroni, so-
lo “mercanti” che interagiscono fra
loro con scambi volontari. A cia-
scuno sono garantiti pari diritti di
vita, libertà e proprietà individuale.
Lo Stato non deve avere alcun ruo-
lo in questo sistema, se non quello
di garantire la protezione dei diritti
individuali dalla violenza. Bellezza:
benché apparentemente inutile, an-
che l’estetica ha la sua importanza,
perché è il “barometro della civil-
tà”. Solo una società libera, che ri-
conosce il valore dell’individuo e
dei suoi successi, persegue la ricerca
della bellezza (umana) e la ripro-
duce nell’arte.
Inutile dire che, con una filosofia
di questo tipo, la Rand si mise con-
tro tutta l’intellighenzia americana
sua contemporanea. Nata Alissa
Rosenbaum (cambiò nome per mo-
tivi di sicurezza) e fuggita dall’Unio-
ne Sovietica negli anni ’20, pubblicò
il suo primo romanzo sull’incubo
comunista (“Noi Vivi”) nel 1936,
quando l’America stava diventando
sempre più sovietica. Grazie a Fran-
klin Delano Roosevelt e alla sua
convinzione che dovesse essere lo
Stato a dirigere l’economia. Nel
1939
pubblicò “Antifona”, novella
distopica in cui dimostra che un re-
gime che cancelli la libertà indivi-
duale possa far tornare la società
all’età della pietra. Nel 1943, in pie-
na guerra, pubblicò “La Fonte Me-
ravigliosa”, vita di un architetto
U
motivo delle stroncature era pale-
semente politico: il suo individua-
lismo radicale era considerato mo-
ralmente ripugnante e diseducativo.
Al contrario, l’immaginario del
pubblico fu catturato dalla sua let-
teratura. I suoi libri ebbero molto
successo. “Noi Vivi” fu il primo ad
essere trasposto sul grande scher-
mo, in Italia: “Addio Kira” (con Ali-
da Valli nella parte della giovane
Kira/Rand). Poi toccò a “La fonte
meravigliosa”: King Vidor ne fece
uno dei suoi migliori lungometrag-
gi, con Gary Cooper come prota-
gonista. “La rivolta di Atlante” è
diventato un film solo in questi an-
ni (la seconda parte è uscita venerdì
scorso), ma il romanzo è e resta
uno dei più grandi best seller della
storia degli Usa. Gli americani era-
no affascinati da questa ebrea russa
atea che, fuggendo dall’Urss, ripor-
tava agli americani il loro vecchio
e mai tramontato spirito pioniere
e individualista.
Negli anni ’60, l’Oggettivismo
trovò il suo primo sbocco anche in
politica. Uno dei movimenti a so-
stegno del candidato repubblicano
Barry Goldwater, nella campagna
del 1964, era il Metropolitan
Young Republican Club, di ispira-
zione randiana. Diffuse le sue idee
attraverso la rivista “Persuasion”.
Tre i punti principali in agenda: di-
ritto di aborto, diritto di proprietà
sull’oro (e gold standard quale po-
litica monetaria) e abolizione della
leva obbligatoria. Anche se Gol-
dwater perse le elezioni contro Lyn-
don Johnson, il lavoro degli ogget-
tivisti “persuasori” proseguì. Nei
tardi anni ’60 furono protagonisti
della battaglia (vinta) contro la leva
obbligatoria. Quando Richard Ni-
xon divenne presidente, nel 1969,
consigliato da Martin Anderson
(
economista vicino alle posizioni
randiane), formò una commissione
per la riforma del servizio militare,
da obbligatorio a volontario. Ne
faceva parte anche il giovane Alan
Greenspan, che allora era un ogget-
tivista convinto. Al di là dei singoli
successi, il movimento conservatore
riscoprì pienamente il capitalismo
di libero mercato solo grazie al-
l’ispirazione di Ayn Rand, l’unica
che difese moralmente quel sistema,
ne esaltò la bellezza, anche estetica,
con un entusiasmo quasi religioso.
La Rand, personalmente, non
scese mai nell’arena politica. Era
troppo individualista. Non ammet-
teva che qualcuno interpretasse im-
propriamente la sua filosofia o l’ac-
cettasse solo in parte. Creò piccole
strutture di allievi che però ebbero
breve respiro e si frammentarono
al loro interno. Finì per litigare con
tutti o quasi. Ayn Rand morì nel
1982
maledicendo sia la destra che
la sinistra. Gli americani, però, tut-
tora sono catturati dalla sua lungi-
miranza. Gli attivisti del Tea Party
rileggono “La rivolta di Atlante”,
vi scorgono il ritratto dell’America
della crisi e dello statalismo selvag-
gio di Obama. La Rand diventa
una profeta, quando scrive: «Stia-
mo rapidamente avvicinandoci al-
l’ultimo dei capovolgimenti: lo sta-
dio evolutivo in cui è il governo
libero di fare quel che vuole, mentre
i cittadini devono agire solo dietro
permesso. È lo stadio che caratte-
rizza i periodi più bui della storia
umana, lo stadio del governo della
forza bruta».
La filosofa e scrittrice
russa, fuggita negli Usa
negli anni ‘20, ebbe
il merito di rivitalizzare
l’individualismo
in un periodo in cui
l’America lo stava
dimenticando. Stroncata
dai critici è stata sempre
amata dal pubblico.
Il suo romanzo filosofico
La rivolta di Atlanteӏ
tuttora un best-seller.
Nelle elezioni del 1964,
la sua dottrina,
l’Oggettivismo, ispirò
i sostenitori di Barry
Goldwater. Nei decenni
successivi contribuì
a svecchiare le idee
dei conservatori,
risvegliando la difesa
morale del capitalismo.
A trent’anni dalla morte,
la Rand è riemersa grazie
a Paul Ryan, che la cita
quale sua musa
ispiratrice. E ai Tea Party,
che vedono nei suoi libri
una descrizione profetica
della crisi
e dello statalismo
selvaggio di Barack
Obama
iper-razionale che lotta contro tutti
i conformismi e riesce ad affermar-
si. L’autrice se la prendeva con gli
editorialisti-soloni della stampa
mainstream sua contemporanea
(
ma anche oggi è uguale), con i po-
litici pianificatori, con gli impren-
ditori che non sanno difendere gli
ideali del capitalismo, con le “pe-
core” che si adeguano allo spirito
dei tempi. E infine, nel 1957, pub-
blicò la sua “Bibbia”: “La Rivolta
di Atlante”, una storia distopica in
cui immagina un’America sempre
più collettivizzata e autodistruttiva.
In cui, però, un gruppo di intellet-
tuali, scienziati e imprenditori, rie-
sce a disertare e fondare una pro-
pria, piccola, nazione libera. Una
nuova scoperta e colonizzazione
dell’America, quale fuga, non dal-
l’Europa, ma dalla decomposizione
dei vecchi e irriconoscibili Stati Uni-
ti.
La critica letteraria dei suoi con-
temporanei massacrò i libri della
Rand: personaggi troppo stilizzati,
monologhi troppo lunghi, buoni e
cattivi dipinti troppo a tinte forti
non aiutarono. Ma il principale
L’OPINIONE delle Libertà
DOMENICA 14 OTTOBRE 2012
3