rema il Partito democratico,
quello super favorito per le
prossime Politiche, quello in van-
taggio in tutti i sondaggi, quello
che per la vittoria si affida so-
prattutto al presunto crollo del
Popolo della Libertà avvenuto nel
corso dello scorso anno. Pdl che
però, complice la ridiscesa “in tv”
di Silvio Berlusconi, recupera
punticini preziosi ogni giorno che
passa. E così, mentre pare scon-
tato il buon esito della tenzone
per la conquista della Camera,
sempre più a rischio è la gover-
nabilità del Senato, complice la
partecipazione alla
kermesse
elet-
torale di circa una trentina di liste
che potrebbe causare una maxi
dispersione del voto.
Incubi tormentano le nottate
di alcuni esponenti di spicco dei
democrat
.
Bene, a esempio, non
deve aver dormito nelle scorse ore
il buon Dario Franceschini, capo-
gruppo Pd a Montecitorio e ora
candidato per Palazzo Madama,
il quale - fra i tanti - sembra aver
individuato nella lista (Rivoluzio-
ne civile) dell’ex magistrato An-
tonio Ingroia - l’insidia più tan-
gibile. Al punto di quasi implorare
il togato in aspettativa affinché ri-
nunci a presentare le proprie ar-
mate in Campania, Sicilia e Lom-
bardia dove per il centrosinistra
il risultato è più a rischio. Il “so-
gnaccio” tormentato, potrebbe
T
avere a che fare con uno spettro
che ancora aleggia nella storia
della politica recente, quello che
colpì con severità nel 2006, quan-
do il centrosinistra sembrava for-
tissimo e poi vinse per una man-
ciata di preferenze.
Per sintetizzare - vista l’attua-
le legge elettorale - alla Camera,
dove esiste il premio di maggio-
ranza su base nazionale, il Pd
parte con incolmabili lunghezze
di vantaggio. Mentre al Senato,
dove il premio di maggioranza
viene distribuito su base regio-
nale, sussiste la citata impreve-
dibilità nell’evolversi degli eventi
da qui al 24 e 25 febbraio.
L’ex segretario del partito fon-
dato da Walter Veltroni, considera
giustamente le suddette regioni de-
terminanti per il Senato e per con-
quistare con solidità il futuro go-
verno del paese. Paradossalmente,
proprio quelle circoscrizioni sono
le più a rischio di bidonata. È pro-
babile tema che a vincere sia la
non politica
,
quella che al momen-
to sembra contare su un gran nu-
mero di accoliti, cittadini che non
ci stanno capendo nulla e non per
propria colpa. Non sbaglia Fran-
ceschini - e farà bene a convincer-
sene fino in fondo l’intera alleanza
Pd-Sel - a ritenere che sia di nuovo
quello di Berlusconi il panzer su
cui concentrare il fuoco propagan-
distico e non la macchina ancora
in fase di collaudo guidata del pre-
mier in carica, Mario Monti.
E così emerge che, di fronte al-
la parvenza di un ritorno all’anti-
co, con partiti, partitelli e partitini
a chiazzare un quadro assai poco
comprensibile, stia resistendo il bi-
polarismo - naturalmente imper-
fetto, perché le “briciole” comun-
que ci sono e avranno un loro
peso specifico - nel quale gli anta-
gonisti saranno i progressisti e i
conservatori. Ciò non toglie che
ingroiani, grillini, orlandiani e
compagni, saranno condizionanti
per l’esito finale.
STEFANO MARZETTI
II
POLITICA
II
Debito pubblico da record,ma a dicembre calerà
di
STEFANO CECE
a anni l’Italia convive con i nu-
meri, a volte impietosi altre
volte da guardare (o da leggere) con
ottimismo.
È il caso del debito pubblico, e
del rapporto fra quest’ultimo e il
prodotto interno lordo (ben oltre
il 120%, mentre nel 2005 si atte-
stava al 105%). Interessi da capo-
giro che l’anno scorso hanno “pe-
sato” per 86 miliardi di euro.
Debito record
Secondo quanto emerso dal sup-
plemento al Bollettino statistico Fi-
nanza pubblica della Banca d’Italia,
il debito pubblico del Belpaese a
novembre 2012 ha raggiunto il suo
record assoluto, 2.020,7 miliardi di
euro, in crescita di 6 miliardi rispet-
to al mese di ottobre 2012. L’incre-
mento, secondo i dati in possesso
a Palazzo Koch, «è dovuto essen-
zialmente al fabbisogno (al netto
delle dismissioni), pari a 4,4 miliar-
di di euro e agli effetti accrescitivi
sul debito degli scarti di emissione
e dell’andamento del cambio (pari
a 0,7 miliardi)».
Vale la pena di ricordare che a
dicembre del 2011, quando venne
emanata dal governo Monti me-
diante decreto-legge la manovra fi-
scale anticrisi, il debito pubblico
stazionava a quota 1.906,768 mi-
liardi di euro.
L’incremento in un anno
«
Nei primi undici mesi dell’an-
no - è scritto ancora nel rapporto
della Banca d’Italia - l’incremento
del debito (113,9 miliardi) riflette
D
il fabbisogno complessivo delle am-
ministrazioni pubbliche (73 miliar-
di), l’aumento delle attività del Te-
soro presso la Banca d’Italia e degli
impieghi della liquidità (34,9 mi-
liardi) e l’emissione di titoli sotto
la pari (6,4 miliardi); l’apprezza-
mento dell’euro ha ridotto il debito
di 0,3 miliardi. Alla crescita del de-
bito nei primi 11 mesi del 2012 ha
contribuito per quasi 23 miliardi il
sostegno dei paesi dell’area dell’eu-
ro in difficoltà, comprendente la
quota di competenza dell’Italia dei
prestiti erogati dall’European Fi-
nancial Stability Facility e il versa-
mento effettuato in ottobre delle
prime due tranches per la sottoscri-
zione del capitale dell’European
Stability Mechanism».
Fisco ed entrate
«
A novembre le entrate tributa-
rie contabilizzate nel bilancio dello
Stato - rileva la Banca d’Italia nel
supplemento al Bollettino statistico
Finanza Pubblica - sono state pari
a 31,4 miliardi, in aumento del
3,3% (1,4
miliardi) rispetto a quelle
dello stesso mese del 2011 (30 mi-
liardi). È quanto rileva la Banca
d’Italia nel Supplemento al Bollet-
tino statistico Finanza Pubblica. Nei
primi undici mesi le entrate sono
ammontate a 340,7 miliardi, in au-
mento del 3,1% (10,2 miliardi) ri-
spetto al corrispondente periodo
del 2011 (330,6 miliardi)». Si trat-
ta, comunque, di stime inferiori ri-
spetto a quelle diffuse la settimana
scorsa dal Dipartimento delle Fi-
nanze del ministero dell’Economia.
Previsioni ottimistiche
Al netto dei conti e dei numeri,
quello appena iniziato dovrebbe es-
sere un anno che gradatamente
consentirà di raggiungere un’inver-
sione di tendenza rispetto alla cre-
scita senza freni che ha avuto il de-
bito pubblico negli ultimi anni.
Sempre secondo l’analisi stilata da
Palazzo Koch, infatti, «a dicembre
2013,
il rilevante avanzo osservato
per il settore statale e il forte decu-
mulo della liquidità del Tesoro do-
vrebbero aver riportato il debito
ampiamente al di sotto della soglia
dei 2.000 miliardi».
Pessimismo d’impresa
Secondo l’ultima indagine della
Banca dell’Italia sulle aspettative
delle aziende, a fine 2012 la quota
di imprese che ha segnalato un mi-
glioramento congiunturale si è qua-
si dimezzata (al 3,8%) rispetto a
settembre, mentre è arrivata al
57,5% (
dal 50,6) l’incidenza di
quelle che hanno riportato un peg-
gioramento. Cresce anche la per-
centuale di imprese che prevedono
come insufficiente la posizione di
liquidità (28,6% dal 24,8% di set-
tembre). La quota di imprese che
attribuisce probabilità nulla al ve-
rificarsi di un miglioramento della
situazione economica generale nei
prossimi tre mesi, rileva ancora la
Banca d’Italia, è aumentata al
59,8% (
dal 52,3%); tale aumento
è stato inferiore per le aziende mag-
giormente orientate all’esportazio-
ne. I giudizi sull’andamento della
domanda per i propri prodotti negli
ultimi tre mesi sono diventati leg-
germente più sfavorevoli: il saldo
negativo tra le risposte di aumento
e diminuzione è ora pari a 30,2
punti percentuali, da 27,6 dell’in-
chiesta di settembre; un minor pes-
simismo caratterizza le attese sul
trimestre in corso (-17,2 punti per-
centuali).
La percentuale di operatori che
ritiene peggiorate le condizioni per
investire nell’ultimo trimestre del
2012
è aumentata al 43,9%, dal
37,5
di settembre; ne è derivato un
peggioramento del saldo tra giudizi
positivi e negativi, a -37,0 punti
percentuali (da -31,6 in settembre).
È in aumento la quota di aziende
che segnala condizioni di accesso
al credito peggiorate nel quarto tri-
mestre del 2012 (30,5%, contro
26,1
nell’inchiesta di settembre),
mentre per quanto riguarda l’occu-
pazione il 61,9% delle aziende ri-
tiene che il numero di addetti ri-
marrà invariato nei prossimi tre
mesi. Si è ulteriormente ampliato il
saldo negativo tra attese di aumen-
to e diminuzione dell’occupazione
(
a -23,3 punti percentuali, da -18,2
in settembre); il divario risulta par-
ticolarmente pronunciato per le im-
prese di grandi dimensioni (-35,5
punti percentuali).
L’allarme dei consumatori
Secondo Elio Lannutti, presiden-
te Adusbef, e Rosario Trefiletti, pre-
sidente Federconsumatori, «l’incre-
mento del debito ha prodotto per
i cittadini italiani un aumento del
carico pro-capite, ossia una “tassa
occulta” che bisognerà ripagare, pa-
ri a 1.910 euro in 11 mesi, al ritmo
di 173,6 euro mensile sulla pelle di
ogni residente, neonati compresi; il
debito pro-capite generato è di
33.904
euro».
Quanto ai Governi che hanno
preceduto Monti, l’ultimo governo
Prodi, dall’aprile 2006 all’aprile
2008,
ricordano poi, «ha generato
un aumento del debito di 92,587
miliardi, da 1.576,688 a 1.669,275
miliardi, pari a 3,857 miliardi di
aumento medio mensile, con un au-
mento del carico pro capite pari a
1.554
euro e di 28.008 euro ad abi-
tante. Mentre l’ultimo governo Ber-
lusconi, durato in carica dal maggio
2008
all’ottobre 2011, ha generato
un aumento del debito di 261,665
miliardi, da 1.654,737 a 1916,402
miliardi, pari a 6,230 miliardi au-
mento medio mensile a 4.390 euro
e un debito pro-capite di 32.154
euro ad abitante».
Il simbolo sospetto
che aizza Grillo
Il Partito democratico trema
Senato sempre più a rischio
A novembre 2012
superata la quota
di 2020 miliardi.
Entrate in crescita
La Banca d’Italia
e le stime per il 2013.
Permane l’allarme
per famiglie e imprese
K
Dario FRANCESCHINI
er carità, a noi (a differenza
di altri) non piace mettere in
discussione la buona fede di nes-
suno e quindi non lo faremo nep-
pure in questo caso.
Ci si limita, però, a segnalare
una coincidenza e nulla più: tutto
il resto, giudizi e considerazioni,
li lasciamo a chi legge. Da qual-
che giorno gira nel web e sui
so-
cial network
,
un link che conduce
a una pagina del sito del ministe-
ro della Sviluppo economico: Uf-
ficio italiano Brevetti e Marchi
(
Uibm). In quello spazio internet
si apprende che in data
26/09/2012
è stato registrato un
simbolo (la domanda era stata
depositata sei mesi prima, il
20/03/2012)
che raffigura “un
cerchio al cui interno sono dispo-
ste cinque stelle e la parola ‘mo-
vimento’ con ‘v’ in carattere di
fantasia (marchio figurativo)”.
Per capirci, è il simbolo - che nel-
lo spazio dell’Uibm è pure raffi-
gurato - che tanto fa infuriare in
questi giorni Beppe Grillo il quale
accusa l’intero mondo di boicot-
taggio nei suoi confronti perché,
con la presentazione di quel pre-
sunto clone al Viminale, si vor-
rebbero indurre in errore gli elet-
tori del Movimento 5 Stelle del
comico genovese che ha mobili-
tato un pool di avvocati pagato
profumatamente per mettere le
cose in chiaro. E in effetti, l’unica
P
differenza tra i due simboli è co-
stituita dal riferimento al sito in-
ternet presente nel simbolo del
movimento grillino.
Ritorniamo alla scheda del-
l’Ufficio brevetti. Perché, dalla
stessa, si può facilmente anche
apprendere chi sia stato a brevet-
tare il simbolo presumibilmente
farlocco”. Il presentatore della
domanda ha scelto come proprio
domicilio elettivo lo studio del
Dr. Ing. Prof. Alfredo Raimondi,
situato in Milano, piazzale Ca-
dorna 15. Provate un po’ a indo-
vinare come si chiama il presen-
tatore (e titolare del simbolo) di
cui sopra? Giuseppe Grillo, Ge-
nova (GE).
Coincidenza? Può essere. Co-
me può essere che si sia di fronte
a un caso di “appropriazione in-
debita” del simbolo. Qualcosa di
strano (e vogliamo essere buoni)
in questa vicenda però di certo
c’è e alla fine sarà svelato. O al-
meno così dovrebbe avvenire.
GIANLUCA PERRICONE
Il comico genovese
accusa il mondo
di boicottaggio
e mobilita gli avvocati
L’OPINIONE delle Libertà
MARTEDÌ 15 GENNAIO 2013
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