Pagina 2 - Opinione del 15-8-2012

Versione HTML di base

di
ALESSANDRO BERTOLDI *
a manifestazione di sostegno
al presidente Silvio Berlusconi
annunciata da Daniela Santanchè
per quest’autunno non è niente
di strano ed è certamente una
buona idea, ma nella stessa occa-
sione dev’esserci l’intenzione
complementare e imprescindibile
di dare forza al partito e al pre-
sidente proponendo idee e ricette
concrete per il Paese, che vadano
nella direzione di quella rivolu-
zione liberale promessa nel1994.
Il sostegno a Berlusconi sarà
un elemento importante ed utile
a dimostrare a chi come certi co-
lonnelli ex-Alleanza Nazionale
chiede delle primarie di ipocrisia
che queste non avrebbero senso
e che Silvio Berlusconi gode an-
cora di un sostegno plebiscitario.
Saranno dall’altro lato fonda-
mentali idee, programmi e pro-
getti ambiziosi per il paese in
ogni settore della società, che sia-
no rivoluzionari e liberali al mas-
simo, che dimostrino che la vo-
lontà di cambiare c’è e che manca
solo la forza per farlo, che questa
dev’essere la gente a donarcela in
nome di quei principi. Idee, pro-
getti e programmi andranno ela-
borati alcuni ed altri cercati, com-
presi, scelti, adattati e studiati
dalla politica tra quelli prodotti
negli anni delle menti più fini e
brillanti che il centro-destra libe-
ral-conservatore anche in Italia
possiede.
Servono testi come quelli di
Bruno Leoni e quindi quelli del-
l’Istituto che porta il suo nome,
idee come quelle di Oscar Gian-
nino con le sue soluzioni utili a
risolvere i problemi dell’econo-
mia, per una ripresa e un nuovo
sviluppo, invenzioni come quelle
di Vittorio Sgarbi.
L
Per esempio l’eccezionale pro-
posta di far corrispondere patri-
monio artistico e patrimonio eco-
nomico che nel nostro paese
effettivamente dovrebbero corri-
spondere anche legalmente e
quindi la creazione di un unico
Ministero. Loro, assieme ad altri
e molte altre proposte.
Queste sono le proposte che
vogliamo e che servono. Infine ri-
valutare e dare più ascolto ad
opinioni di politici e giornalisti
illuminati quali Giancarlo Galan,
Antonio Martino, Michaela Bian-
cofiore, Giuliano Ferrara e Vitto-
rio Feltri, uomini e donne che ap-
partengono alla nostra storia e di
concetti e liberal-conservatorismo
ne sanno, parecchio e saprebbero
quindi anche interpretarli e inter-
pretare le proposte traducendole
in politica.
Dovremo quindi dimostrare
di essere pronti a fare la rivolu-
zione.
Perché si può fare e oggi si de-
ve fare, come un tempo la fecero
Ronald Reagan e Margaret That-
cher, oggi in Italia colui che può
realizzarla si chiama Silvio Ber-
lusconi e i suoi azionisti sono gli
italiani.
* Dirigente Pdl e Giovane Italia
di
ALESSANDO NARDONE *
ecidere e decidersi, muoversi.
Trasformare le idee (quando
ci sono) in azioni. Al giorno d’oggi
paiono sfide insormontabili. Sì, per-
ché siamo sprofondati fino al collo
nelle sabbie mobili della staticità e
del lassismo. In che senso? Ve lo
spiego subito. Nessuno s’arrischia
a prendere una decisione che sia
una, a cominciare dal governo del
paese – che i politici hanno affidato,
non a caso, ai tecnici – per arrivare
ai partiti, all’interno dei quali regna
un regime d’apatia e di servilismo
che, definire preoccupante, sarebbe
davvero eufemistico. Una crisi,
quella della politica italiana, nera
come la pece e, per certi versi, ancor
più grave di quella economica per
il semplice fatto che, senza punti di
riferimento, è utopistico pensare di
costruire una prospettiva per il fu-
turo. A comandare, d’altronde, so-
no sempre gli stessi, almeno da
quando il sottoscritto portava i cal-
zoni corti. E la situazione è la me-
desima in entrambi gli schieramenti
anche se, ad onor del vero, a Mat-
teo Renzi va riconosciuto un co-
raggio che non ha pari, nel centro-
destra.
Ora, siccome la lingua batte do-
ve il dente duole, passiamo al Pdl,
o a quel che ne rimane. Comincia-
mo col constatare che sono bastati
tre anni, ai due co-affondatori, per
auto-rottamare se stessi ed il parti-
to: il primo, Fini, dopo aver distrut-
to la destra è riuscito a farsi accan-
tonare perfino da Casini ed il
secondo, Berlusconi, dopo aver in-
carnato per anni l’immagine del
merito contro i “professionisti della
politica”, ha compiuto l’impresa
(ardua, non c’è che dire) di depau-
perare la sua immagine circondan-
dosi di loschi figuri come i Lavitola,
i Tarantini, i Mora e infarcendo le
D
istituzioni – per meriti di cui prefe-
riamo non essere a conoscenza – di
una “classe dirigente” di cui la Mi-
netti è divenuta l’emblema ma che,
certamente, tra le sue fila annovera
personaggi ben peggiori ed assai
più inquietanti. Insomma, attorno
a noi tutto frana e loro dimostrano,
per l’ennesima volta, di vivere a di-
stanze siderali dal mondo reale.
Sembra quasi che stiano in una sor-
ta di Matrix, in cui i problemi cru-
ciali del Paese sono i matrimoni gay
da una parte ed i processi dell’ex
premier dall’altra, un tristissimo re-
frain che si ripete dal 1994.
Beh, dopo tutto questo tempo
siamo, ormai, in parecchi ad aver
scelto la fatidica “pillola rossa” sve-
gliandoci, così, dalla realtà falsata
nella quale eravamo indotti a vive-
re. Inermi e cloroformizzati, io per
primo. Adesso, però, basta. Basta
con l’ipocrisia di una generazione
che, pur conservando l’ambizione
di farsi carico dei valori della destra,
non ha il coraggio di alzare la testa
e di dire, a voce alta ed una volta
per tutte, che l’ostacolo più grande
all’affermazione di quegli stessi va-
lori è costituito anzitutto da Berlu-
sconi e, con esso, da una classe di-
rigente che, per usare un altro
eufemismo, il meglio di sé lo ha già
dato. Certo, provare a scardinare
quel sistema lottando dall’interno
era nostro dovere e, in molti casi,
lo abbiamo fatto, abbiamo lottato,
sì, ma dobbiamo ammettere che
quel muro lo abbiamo a malapena
scalfito. Il tempo dei tentativi è ter-
minato. Finito. La posta in palio è
troppo alta per continuare, immo-
bili, ad osservare nebbie sempre più
dense avvolgere l’orizzonte del no-
stro futuro, il futuro dell’Italia. Il
momento storico è troppo impor-
tante per lasciarci scivolare tra le
dita quel sottilissimo filo ideale a
cui è ancora legato il sistema valo-
riale in cui è scolpito il codice ge-
netico del nostro dna umano e po-
litico, quello stesso insieme di valori
in nome del quale, per una vita, ab-
biamo attaccato manifesti, distri-
buito volantini e invaso le nostre
piazze costruendo, di generazione
in generazione, una comunità in
nome della identità che ci accomu-
nava. I medesimi principi che, ades-
so, dobbiamo riaffermare attraver-
so qualcosa di cui – complici le
delusioni di cui ho scritto poc’anzi
– ci siamo tristemente disabituati:
credere. Nel partito in cui stiamo,
nelle sue istanze ed in chi lo rap-
presenta. Cosa divenuta oggettiva-
mente impossibile rimanendo nel
Pdl. È giunta l’ora di metterci in
gioco, rimboccarci le maniche e co-
struirla noi, una destra forte e libe-
ra, in questo paese, senza più spe-
rare che sia qualcun altro, a farlo
per noi. Nel suo appello di qualche
settimana fa, Marcello Veneziani,
parlò di una destra sociale e nazio-
nale, capace di superare berlusco-
nismo e finismo per affermare la
parola d’ordine imprescindibile in
quella che si delinea come la bat-
taglia campale per la riconquista
del nostro benessere: la sovranità.
A vele spiegate verso Itaca, quindi.
Già, ma qual è la rotta che dobbia-
mo seguire? Per quanto mi riguarda
la risposta è semplice, perché questi
valori e, soprattutto, questo spirito,
li ho ritrovati in un uomo che da
tempi non sospetti lavora per co-
struire una destra, anzi, La Destra.
Il suo nome è Francesco Storace, il
sogno comune si chiama La Destra,
il nostro dovere è lottare per affer-
marne i principi e gettare, oggi, il
seme della speranza. Per far sì che,
in un domani nemmeno troppo
lontano, i nostri figli possano rac-
coglierne i frutti.
* Consigliere comunale a Como,
ex dirigente Giovane Italia
II
POLITICA
II
Bisogna seguire
le orme di Reagan
e della Thatcher.
E oggi in Italia
può farlo soltanto
Silvio Berlusconi.
Insieme ai suoi
azionisti: gli italiani
segue dalla prima
La Russa e Frattini,
appello fusionista
(...) Certo, grazie al Pdl gli ex An sono di-
ventati una forza a vocazione governativa.
E non è poco per chi partiva dall’opposizione
al sistema. Ma non è certo con la qualifica
di uomini di governo che si possono riac-
cendere le emozioni ed i sentimenti del pro-
prio elettorato!
Lo stesso vale per Frattini. Che può sicura-
mente rivendicare di avere alle spalle anni
ed anni di buona attività governativa. Ma
che alle spalle presenta un vuoto ideale di
natura diversa ma di dimensioni identiche a
quello di La Russa. Dietro il moderatismo
che guarda al centro dell’ex ministro degli
Esteri, infatti, non c’è una qualche visione
liberale della vita pubblica italiana come do-
vrebbe essere, dopo tanto tempo passato ai
vertici di quello che avrebbe dovuto essere
un “partito liberale di massa”. C’è un po’ di
burocraticismo, un po’ di doroteismo di ri-
torno, un pizzico di riformismo e tanto pic-
colo cabotaggio politico-ministeriale. Tutti
fattori che non esaltano ma deprimono un
corpo elettorale che ha bisogno di speranza,
di fiducia, di passione per reagire alla crisi
ed ai suoi effetti depressivi. A La Russa e
Frattini, allora, un invito. La smettano di
lanciare minacce ed avvertimenti scissionistici
ed incomincino a riflettere sulla necessità che
il Pdl sia il partito unitario dell’idea nazionale
e dell’idea liberale. Il loro futuro personale
(ed anche quello del paese) è meglio garantito
dalla fusione piuttosto che dalla scissione.
ARTURO DIACONALE
Processo stalinista
in diretta televisiva
(...) Mentre l’atleta singhiozzava autoaccu-
sandosi davanti all’occhio senza vita della
telecamera e chiedendo vanamente perdono,
un alone di mistificazione umana e sociale
aleggiava sospeso nell’aria. Infatti, costringere
o soltanto indurre, promettendo indulgenza,
chicchessia ad un rito espiatorio del genere
equivale ad eccettuarsi dall’errore, a ritenersi
- noi sì - infallibili e perciò a farsi preda di
quel sottile piacere (impareggiabilmente can-
tato da Lucrezio) di colui che, al sicuro sulla
spiaggia, vede da lontano un vascello nau-
fragare, felicitandosi del fatto che la mala
sorte tocchi ad altri, mentre noi dalla riva
osserviamo impassibili. Sarà bene allora ri-
cordare che vicende del genere ci toccano
tutti, perché nessuno di noi può dirsi esente
dalla normale e quotidiana fallibilità umana:
ciascuno di noi, sol che se ne fossero presen-
tate le occasioni, avrebbe potuto fare come
Schwarz, e forse peggio, perché nessuno è
senza peccato. Se si fosse posto mente a que-
sta verità, forse, la pena di quel rito espiato-
rio di sapore sovietico poteva essere rispar-
miata all’atleta ed anche a noi. Bene dunque
ha fatto il Presidente del Coni, Gianni Pe-
trucci, il quale, dando mostra di una supe-
riore coscienza morale e di una ormai rara
sensibilità umana, ha dichiarato che fra
qualche tempo, ad acque calmate, chiederà
a Schwazer di assumere il ruolo di testimone
del Coni nella lotta contro il doping sportivo.
Così facendo, Petrucci ha raggiunto in un
sol colpo tre risultati positivi: ha dato una
ragione di vita ad un uomo moralmente e
socialmente distrutto; ha propiziato una cam-
pagna di promozione antidoping quanto mai
efficace, soprattutto per i giovani; ha rivol-
tato in bene ciò che prima appariva soltanto
male.
Complimenti davvero! È Petrucci che così
ha meritato la più bella medaglia d’oro di
queste Olimpiadi.
VINCENZO VITALE
Addio Popolo delle Libertà!
Il futuro è una svolta aDestra
La rivoluzione?
Nel Pdl si può fare
CHIUSO IN REDAZIONE CENTRALE ALLE ORE 18,15
Organo del movimento delle Libertà per le garanzie e i Diritti Civili
Registrazione al Tribunale di Roma n. 8/96 del 17/01/’96
Direttore Responsabile:
ARTURO DIACONALE
Condirettore:
GIANPAOLO PILLITTERI
Vice Direttore:
ANDREA MANCIA
Caposervizio:
FRANCESCO BLASILLI
AMICI DE L’OPINIONE soc. cop.
Presidente
ARTURO DIACONALE
Vice Presidente
GIANPAOLO PILLITTERI
Impresa beneficiar ia per questa testata dei contr ibuti
di cui al la legge n. 250/1990 e successive modifiche e integrazioni.
IMPRESA ISCRITTA AL ROC N. 8094
Sede di Roma
VIA DEL CORSO 117, 00186 ROMA
TEL 06.6954901 / FAX 06.69549024 / [email protected]
Redazione di Milano
VIALE MONTE GRAPPA 8/A, 20124 MILANO
TEL 02.6570040 / FAX 02.6570279
Amministrazione - Abbonamenti
TEL 06.69549037 / [email protected]
Ufficio Diffusione
TEL 02.6570040 / FAX 02.6570279 / [email protected]
Progetto Grafico:
EMILIO GIOVIO
Tipografia
L’OPINIONE S.P.A. - VIA DEL CORSO 117, 00186 ROMA
Centro Stampa edizioni teletrasmesse
POLIGRAFICO SANNIO S.R.L. - ORICOLA (AQ)
TEL 0863.997451 / 06.55261737
Distributore Nazionale
PRESS-DI DISTRIBUZIONE STAMPA E MEDIA S.R.L.
VIA CASSANESE 224, 20090 SEGRATE (MI)
Concessionaria esclusiva per la pubblicità
SISTECO S.P.A. - VIA DEL CORSO 117, 00186 ROMA
TEL 06.6954901 / FAX 06.69549024 / [email protected]
In vendita obbligatoria abbinata
con ROMA NEWS € 1,00
L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 15 AGOSTO 2012
2