Page 4 - Opinione del 15-9-2012

II
POLITICA
II
L’Europa politica è l’unica via per superare la crisi
di
GIUSEPPE TALARICO
e decisioni approvate dal con-
siglio direttivo della Bce hanno
segnato una svolta nella politica eu-
ropea, di cui è fondamentale valu-
tare le implicazioni e le conseguenze.
Innanzitutto occorre constatare che,
dopo che la Bce ha approvato le mi-
sure, per effetto delle quali potrà ac-
quistare i titoli pubblici di alcuni
Paese della Ue sul mercato secon-
dario con scadenza triennale, le bor-
se sono risalite mentre lo spread è
diminuito. Secondo alcuni osserva-
tori Mario Drgahi, che ha dovuto
superare la resistenza all’interno del
consiglio direttivo della Bce del pre-
sidente della Bundesbank tedesca,
per il quale vi è il rischio che in tal
modo la banca centrale finanzi i
paesi dell’euro zona in deficit, è riu-
scito a rafforzare sia i poteri sia l’in-
dipendenza della banca, di cui è pre-
sidente. Il presidente Napolitano,
consapevole della gravità della crisi
economica che attraversa sia l’Italia
sia l’Europa nel suo insieme, nel suo
discorso pronunciato a Venezia la
settimana scorsa con grande lucidità
e senso della responsabilità ha ri-
volto l’invito e sollecitato le forze
politiche a europeizzare la politica
italiana, perché il nostro paese possa
dare un contributo politico ed idea-
le, in vista della necessaria e non più
rinviabile creazione e edificazione
della Unione Politica Federale in Eu-
ropa. Infatti se, da un lato, è rassi-
curante e confortante l’azione pro-
mossa dalla Bce per perseguire una
politica monetaria a salvaguardia
L
della integrità dell’euro che armo-
nizzi i tassi di interessi tra i paesi
della Ue, rendendo possibile la tra-
smissione della politica monetaria,
dall’altro lato, netta è la sensazione
che la tecnocrazia ancora una volta,
in ambito Europeo, abbia dovuto
sopperire alla mancanze ed omis-
sioni ed insufficienze della politica.
Queste misure, adottate dalla diret-
tivo della banca centrale Europea,
prevedono il rispetto da parte degli
stati che dovessero chiedere e invo-
care l’aiuto e servirsi del ESM, il
fondo salva Stati, di alcuni vincoli
e condizioni. La Bce può acquistare
i titoli pubblici dei paesi in difficoltà
in modo illimitato, in modo da bloc-
care la speculazione finanziaria,
mentre i paesi che chiederanno aiuto
dovranno avviare un piano di risa-
namento della finanze pubbliche e
ogni tre mesi sottoporre alla Troika,
formata dalla Bce, Commissione
Europea e Fondo Monetario Inter-
nazionale, i risultati conseguiti me-
diante le politiche di rigore e di con-
tenimento della spesa pubblica. In
tal modo gli aiuti concessi in Europa
ai Paesi in difficoltà verranno su-
bordinati al rispetto di condizioni
vincolanti e non derogabili. Con
questa procedura verrà scongiurato
il rischio, temuto da una parte della
classe dirigente tedesca, che i deficit
pubblici dei Paesi considerati poco
virtuosi possano essere finanziati
dalla Bce, trasgredendo e violando
quanto è stabilito nei Trattati Euro-
pei. Tuttavia, visti alcuni dati diffusi
dalla Ocese, organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo, in base
ai quali in Europa vi è il rischio che
116
milioni di cittadini del vecchio
continente precipitino al di sotto
della soglia di povertà, per effetto
della disoccupazione e della reces-
sione, è evidente che le politiche di
austerità e rigore, con le quali sono
stati imposti sacrifici e privazioni ai
cittadini europei, non sono più pro-
ponibili né più sopportabili. Inoltre,
sempre secondo i dati diffusi da
Angel Gurria, Presidente dell’Ocse,
vi sono alcuni Paesi Europei, come
Spagna, Portogallo ed Italia, nei
quali sette milioni di giovani com-
presi tra i 18 e 28 anni che non stu-
diano e sono esclusi dal mondo del
lavoro, una generazione condannata
alla povertà. Per evitare che il disa-
gio economico, dovuto alla disoc-
cupazione, alla recessione ed alla
crisi economica, alimenti i populi-
smi, contrari al rafforzamento della
Europa politica in vista della crea-
zione della Unione Federale, è ne-
cessario che al rigore nelle politiche
di bilancio, che pure deve essere
mantenuto e preservato, si accom-
pagni una efficace politica che fa-
vorisca la domanda e gli investimen-
ti e ponga le condizioni per la
crescita economica. Lo stesso pre-
sidente Monti, al quale non sfugge
la pericolosità rappresentata dai
venti populisti che spirano in Italia
ed Europa, alla conclusione del Fo-
rum Ambrosetti sul lago di Como,
ha dichiarato che intende convocare
a Roma, in Campidoglio, luogo
simbolico dove venne approvato il
trattato europeo del 1956, un Ver-
tice Straordinario dei maggiori paesi
della Ue, per contrastare le spinte
politiche nefaste e negative che per-
seguono la disgregazione in Europa
e offrono argomenti a sostegno dei
diversi populismi. A questo propo-
sito è fondamentale osservare quan-
to accade in Germania. Angela Mer-
kel responsabilmente ha approvato
e condiviso le misure adottate dalla
Bce per arginare efficacemente la
speculazione finanziaria a danno dei
Paesi dell’Europa meridionale. Tut-
tavia anche in Germania, sia nel
partito della Cancelliera tedesca sia
nel Csu Bavarese, è emerso un
orientamento politico culturale con-
trario alla cessione della sovranità
tedesca in favore della Unione Eu-
ropea. La prossima campagna elet-
torale, visto che in Germania si vo-
terà tra un anno, sarà basata sulla
scelta fondamentale tra rendere pos-
sibile la nascita della Unione fede-
rale Europea oppure, con grave
danno e nocumento per la stessa
economia tedesca, contrastare que-
sto processo. La Germania, come
acutamente notava uno studioso, è
troppo grande in Europa, ma, ri-
spetto alle economie emergenti in
Asia e Sud America, è destinata da
sola ad esercitare un ruolo margi-
nale e poco influente. In questo mo-
mento vi è l’attesa della sentenza
della corte costituzionale tedesca,
che si dovrà pronunciare sulla co-
stituzionalità del Esm, il fondo salva
stati, per fugare ogni dubbio sul fat-
to che sia compatibile con la legge
fondamentale della Germania. In
ogni caso anche in Germania, se-
condo i dati diffusi dall’Ocse, questo
anno la recessione farà diminuire il
Pil e la ricchezza nazionale dello 0,2
e dello 0,8. Questo significa che, a
differenza di quanto sostengono co-
loro che avversano le politiche di
Mario Draghi, accusandolo di sna-
turare il ruolo della Bce e di finan-
ziare surrettiziamente i Paesi i De-
ficit, anche la Germania avrà
bisogno di una politica a favore del-
la domanda e degli investimenti, per
superare la crisi e la recessione eco-
nomica. L’Europa Federale e politi-
camente Unita deve diventare l’oriz-
zonte, come ha dichiarato
saggiamente il presidente Napolita-
no, ideale delle forze politiche sia in
Italia sia nel vecchio continente, se
si vuole evitare e scongiurare la ca-
tastrofe economica, che ancora rap-
presenta un rischio concreto ed in-
combente.
Napolitano aVenezia
ha invitato le forze
politiche a europeizzare
la politica italiana
In Germania emerge
un indirizzo contrario
al passaggio di sovranità
all’Unione europea
Quell’operaiomascherato, simbolo della tensione
e Cipputi indossa il passamon-
tagna. Chiedo: siamo già alla
guerriglia urbana, in materia di
diritto al lavoro? In caso contra-
rio, come si spiega quell’intervista
dell’operaio dell’Alcoa a volto co-
perto? Innanzitutto: si tratta di
cosa perfettamente legale?
Ma non avevamo tutta una se-
rie di contenziosi sull’ammissibi-
lità del velo islamico, per quanto
riguarda l’identificazione delle
persone e la loro partecipazione
a pubblici concorsi e alla frequen-
za scolastica? Tralasciando i “det-
tagli”, che cosa sta accadendo qui
da noi, in Europa e in tutti gli al-
tri paesi a capitalismo avanzato?
Si sta, forse, avverando la profe-
zia di Marx di un capitale che di-
vora se stesso e i propri figli?
Certo, le dislocazioni industriali
-
trasferimento degli impianti
produttivi all’estero - contano,
come pesa la pesante fuga di ca-
pitali di investimento, scoraggiati
da una desolante carenza struttu-
rale, che affligge i nostri pubblici
poteri, con particolare riferimento
alla burocrazia, al fisco (la tassa-
zione reale sui redditi è la più alta
del mondo, sfiorando il 55% su
base reale) e alla sicurezza.
Ma veramente tutto questo di-
pende dalla rapacità dei mercati
finanziari?
Qui ci sono parecchi conti che
non tornano. Il primo è proprio
quello relativo al “valore-lavoro”
e riguarda, soprattutto, le gene-
razioni successive agli anni del
boom economico”. Milioni di
S
famiglie, 1960 a oggi, hanno con-
tinuato a credere che fosse meglio
un figlio laureato, piuttosto che
un bravo operaio o artigiano che
fosse. La conseguenza ovvia è sta-
ta quella di un eccezionale, inutile
sovradimensionamento del settore
terziario e dei servizi, con parti-
colare riferimento a quelli che
fanno capo ai settori della forma-
zione avanzata, come le universi-
tà.
Così, nel tempo, sono stati
sfornati centinaia di migliaia di
laureati in discipline umanistiche,
privi di competenze scientifiche e
tecniche qualificate e perfetti can-
didati per la disoccupazione in-
tellettuale. Da allora, sono venuti
a mancare, pertanto, brevetti, ri-
cerca, innovazione negli apparati
produttivi medio-grandi, con pro-
gressiva rarefazione e pesante de-
localizzazione degli insediamenti
industriali, sia ad alta che bassa
intensità di manodopera. Per di
più, in ogni ambito delle manifat-
ture artigianali, le “mani” hanno
perduto la loro “intelligenza”, a
seguito di un invecchiamento
inarrestabile dei mastri artigiani,
che reclutavano - in passato - un
praticantato volenteroso e, spes-
so, dotato di notevole talento.
Malgrado il nostro fosse un
paese d’arte, non si è capito quale
conseguenza catastrofica potesse
avere l’apertura indiscriminata al-
le paccottiglie da quattro soldi
(
tessile, oggettistica, beni di largo
consumo di ogni genere), prove-
nienti dall’Asia, dall’India e
dall’Africa, che inondano come
un fiume in piena i mercatini am-
bulanti e milioni di negozi nelle
principali città italiane. E non c’è
rimedio a questo disastro, se non
su base generazionale (da qui a
venti anni almeno!). I governi di
ogni segno (imperdonabile, però,
nel caso dei “tecnici”) hanno di-
menticato che se tu, per un deter-
minato bene merceologico, ag-
giungi un’imposta pari all’1% e,
per tutta risposta, i consumi con-
nessi calano dell’11%, vuol dire
che, alla fine, hai prodotto un
danno economico “sistemico” ai
livelli occupazionali del settore
primario interessato e dell’indot-
to, depauperando, peraltro, l’am-
montare globale delle risorse fi-
scali. Sempre un bambino di terza
elementare sa che, se l’obiettivo
delle manovre economiche è quel-
lo di ridurre il rapporto
deficit/Pil”, la diminuzione di
entrambi i fattori coinvolti può
portare a una recessione senza fi-
ne. Esempio: se da 6/5 (= 1,2) si
passa a 5/4 (1,25) la situazione
peggiora e non migliora.
Morale della favola? Certo,
bene il tutti a casa (i tecnici). Sì,
ma per fare che cosa dopo? Inve-
ce di riempire migliaia di pagine
di giornale sui chiacchiericci inu-
tili dei leader di partito e delle se-
conde e terze file dei finiti candi-
dati premier e aspiranti
parlamentari, perché non si dice
chiaro e tondo che, se i guardiani
dei nostri conti stanno a Franco-
forte (Bce), Bruxelles (Esf, o Fon-
do salva stati) e Washington
(
Fmi), chi vince dovrà rispettare
tutte le condizioni sottoscritte og-
gi da Monti? Il lavoro perduto
non si riguadagna con politiche
keynesiane di
deficit spending
,
ma
con la rivoluzione delle teste e
delle mentalità (operazione che,
come dicevo, è a carattere inter
generazionale): i giovani debbono
riscoprire l’etica del valore lavo-
ro, e l’economia degli acquisti de-
ve rivolgersi a beni durevoli nel
tempo, di produzione artigianale
autoctona. La riparazione deve
prevalere sull’usa-e-getta, sia ai
fini dell’eco sostenibilità dello svi-
luppo, sia del portafoglio. Così si
produce occupazione.
MAURIZIO BONANNI
Siamo già alla guerriglia
urbana, in materia
di diritto del lavoro?
In caso contrario, come
si spiega quell’intervista
del dipendente Alcoa
a volto coperto? Altro
che autunno caldo
I giovani debbono
riscoprire l’etica
del valore lavoro,
e l’economia degli
acquisti deve rivolgersi
a beni durevoli
nel tempo, di produzione
artigianale autoctona
L’OPINIONE delle Libertà
SABATO 15 SETTEMBRE 2012
4