Page 3 - Opinione del 16-9-2012

a qualsiasi altro principio e non de-
ve essere sminuita da alcun rapporto
o alleanza con altri Stati.
Quali mezzi può usare, legittima-
mente, uno Stato per proteggere i
suoi cittadini? Esiste una reazione
sproporzionata” all’offesa?
Qualsiasi mezzo. E non esiste al-
cun principio di proporzionalità. Il
parametro è la sicurezza, che deve
essere la più completa possibile. Lo
Stato, per difendere i suoi cittadini,
ha diritto a usare qualsiasi mezzo
necessario. La scelta degli strumenti
più adatti è dettata solamente dalla
natura della minaccia. Se il nemico
è una rete globale di terroristi, gli
strumenti e i metodi necessari alla
difesa consisteranno in: uccisioni
mirate dei leader terroristi, infiltra-
zione delle cellule, arresti in patria
e all’estero di elementi sospetti.
Eventualmente, anche la tortura può
risultare necessaria se serve a salvare
vite in un caso di immediato peri-
colo di omicidio di massa. Se il ne-
mico è un regime, ben identificabile,
che sponsorizza il terrorismo contro
i miei cittadini, i metodi cambiano:
meglio puntare al regime change, il
cambio di regime. Dal suo interno
(
finché possibile) o con un’invasione
(
quando non sia possibile un’insur-
rezione interna). Se il nemico è uno
Stato che possiede armi atomiche,
la mia difesa migliore sarà uno scu-
do anti-missile. Integrato, però, da
una forte capacità di risposta nu-
cleare, se la difesa non dovesse ri-
sultare sufficiente.
Tutti i cittadini possono essere messi
sotto controllo nel nome della lotta
ad un nemico interno?
No. Tutti i diritti, a partire dalla
libertà e dalla proprietà privata, de-
vono essere rigorosamente rispettati.
Solo nemici (interni o esterni che
siano) indiscutibilmente riconosciuti
tali, possono essere legittimamente
combattuti. Tutti gli oggettivisti con-
temporanei sono, infatti, fortemente
critici nei confronti della politica di
sicurezza nazionale adottate dalle
amministrazioni Bush e Obama, ri-
tenendole troppo invadenti e lesive
della libertà personale.
Tutti i cittadini possono essere chia-
mati obbligatoriamente alla difesa?
No. L’unico esercito legittimo è
quello costituito da volontari retri-
buiti. La leva militare obbligatoria
è una nuova forma di schiavitù, co-
me sottolineava Ayn Rand.
In guerra è bene distinguere fra
combattenti e civili innocenti?
E’ una distinzione secondaria. In
guerra si deve distinguere, prima di
tutto, fra aggredito e aggressore.
L’aggredito ha diritto di difendersi
con tutti i mezzi necessari, compresi
quelli che (soprattutto in un conflit-
to nucleare) sono destinati a provo-
care inevitabilmente danni collate-
rali su strutture e persone non
combattenti. E’ dovere dello Stato,
prima di tutto, proteggere la vita dei
suoi cittadini e dei suoi soldati. Prin-
cipio di responsabilità vuole che, se
ci vanno di mezzo civili non com-
battenti, la responsabilità non sia
dell’aggredito (che sta difendendosi),
ma dell’aggressore, che ha delibera-
tamente esposto i suoi civili al pe-
ricolo. Giusto per fare qualche
esempio: è Mussolini il responsabile
della morte di migliaia di civili ita-
liani sotto i bombardamenti anglo-
americani. E’ Arafat il responsabile
della morte di migliaia di civili pa-
lestinesi morti nelle rappresaglie
israeliane (specie quando i civili so-
no usati alla stregua di scudi uma-
ni).
E’ lecito invadere e occupare terri-
tori stranieri?
Solo ed esclusivamente in un ca-
so: se è lo Stato straniero l’aggres-
sore e il difensore, respingendolo,
occupa interamente o parzialmente
il territorio nemico. L’occupazione
è comunque da intendersi come
provvisoria e volta alla sicurezza dei
propri confini. Per i cittadini dei ter-
ritori occupati valgono gli stessi di-
ritti di tutti. L’occupante li deve trat-
tare alla stregua dei propri, avendo
assunto il monopolio sulla loro pro-
tezione, sia pur provvisoriamente.
E’ legittimo usare la forza militare
per difendere le proprie risorse na-
turali, oltre che i propri cittadini?
Solo se queste risorse sono un
bene fondamentale per la sopravvi-
venza fisica o economica dei suoi
cittadini. Sono da considerarsi “sue”
(
cioè: appartenenti ai suoi cittadini)
se sono state scoperte da un citta-
dino di quello Stato. Anche se do-
vessero trovarsi dall’altra parte del
mondo, sarebbero comunque sue
risorse, degne di essere difese con le
armi, se dovessero essere sequestrate
o minacciate di sequestro. Gli og-
gettivisti approvarono l’intervento
degli Usa in difesa dei pozzi kuwai-
tiani e sauditi dall’aggressione di
Saddam Hussein nel 1990-1991. E
contestano, piuttosto le politiche di
appeasement con i regimi medio-
rientali seguite fino a quel momento,
che hanno consentito l’esproprio
forzato dei giacimenti petroliferi
scoperti e sfruttati da compagnie
statunitensi.
E’ legittimo un intervento umanita-
rio contro un regime che stermina
i suoi cittadini, anche se non costi-
tuisce una minaccia per i tuoi?
Non è mai legittimo, per quanto
vasto sia il crimine a cui si sta assi-
stendo. Uno Stato viene meno al suo
dovere fondamentale, se mette a ri-
schio la vita dei suoi cittadini al fine
di salvare quella di cittadini stranieri
all’estero. Per questo gli oggettivisti
(
in questo caso, d’accordo con i li-
bertari) si opposero agli interventi
umanitari in Somalia, ad Haiti, in
Bosnia, Kosovo e Libia.
E’ meglio aumentare o ridurre le
spese militari?
Il criterio centrale deve sempre
e comunque restare la sicurezza, non
la quantità di spesa militare. Dipen-
de da quanto i cittadini sono esposti
al rischio. Se il rischio dovesse au-
mentare in seguito ai tagli, meglio
non tagliare. Se la sicurezza è già a
rischio, è anche lecito aumentare la
spesa militare, sinché non si raggiun-
ga un sufficiente grado di sicurezza.
Saranno i militari a decidere, non i
ragionieri, tanto per esser chiari.
E’ giusto vendere le armi ad altri
Stati o cittadini stranieri?
Il commercio di armi leggere, uti-
li alla difesa personale, deve essere
libero, sia all’interno che all’esterno
dei confini nazionali. Lo Stato deve
mantenere il monopolio sulle sole
armi da guerra (dalla mitragliatrice
fino alle armi nucleari). E solo su
queste il commercio interno deve
essere proibito e quello internazio-
nale limitato.
A chi si possono legittimamente
vendere armi da guerra?
A tutti gli Stati che non costitui-
scono una minaccia diretta alla si-
curezza dei propri cittadini. A tutti
i gruppi non statuali (rivoluzionari,
guerriglieri ed eserciti irregolari) che
combattono contro Stati che costi-
tuiscono una minaccia diretta alla
sicurezza dei propri cittadini. Non
possono essere vendute agli Stati, o
agli attori non statuali, che minac-
ciano la sicurezza dei propri citta-
dini. Sarebbe autolesionismo.
E’ legittimo stipulare alleanze?
La condizione ideale è la neutra-
lità. Un’alleanza è legittima, solo se
la neutralità non può essere ragio-
nevolmente difesa dall’aggressione
di un nemico esterno. E’ perfetta-
mente legittimo, dunque, l’ingresso
del Belgio (invaso 2 volte in 20 an-
ni) nella Nato. Legittimo anche l’in-
gresso dell’Italia nella stessa Nato,
considerando che nel 1949 non
avremmo avuto possibilità di difen-
derci da una possibile invasione so-
vietica. Meglio, comunque, un’alle-
anza provvisoria ad una
permanente. Meglio ancora un’al-
leanza che lasci ampia autonomia
di difesa rispetto ad una più vinco-
lante.
E’ legittimo avere rapporti diploma-
tici con chiunque?
No, non con tutti. Per avere un
rapporto diplomatico con uno Sta-
to, devi prima riconoscerne la legit-
timità. E non tutti gli Stati devono
essere considerati legittimi. Nella
definizione di Ayn Rand, uno Stato
criminale (e dunque: fuori legge) è
quello che: a) sequestra la proprietà
privata ai suoi cittadini b) nega la
libertà di espressione c) non permet-
te loro di scegliere il proprio gover-
no con elezioni libere e regolari.
Pressoché tutti i regimi autoritari e
totalitari rientrano nella categoria
di Stato criminale. Con essi non è
legittimo tenere rapporti diploma-
tici, né stringere alleanze.
E’ legittimo commerciare con chiun-
que?
Il commercio non è compito del-
lo Stato. I privati cittadini possono
commerciare con chiunque, ovun-
que nel mondo. Ma lo devono fare
a spese loro e a loro esclusivo ri-
schio e pericolo. Non possono poi
pretendere di essere tutelati all’estero
dallo Stato, per una situazione in
cui si sono infilati di loro spontanea
volontà.
E’ legittimo un embargo o un insie-
me di sanzioni economiche?
Sì, solo se lo Stato soggetto ad
embargo o a sanzioni economiche
minaccia dichiaratamente la sicu-
rezza dei tuoi cittadini.
Uno Stato può legittimamente se-
cedere da un altro Stato?
Sì, purché il nuovo Stato garan-
tisca almeno altrettanta sicurezza ai
suoi cittadini rispetto allo Stato pre-
cedente. La Rand era tendenzial-
mente contraria alle secessioni mo-
tivate dall’etnia, foriere di Stati
ancor più chiusi. Era invece favore-
vole a secessioni spinte da un desi-
derio di maggior libertà da Stati op-
pressivi, quale forma di resistenza
alla tirannia.
Uno Stato può perdere la sua pre-
rogativa di difendere i cittadini?
Sì, quando è lui il peggior aggres-
sore. Uno Stato criminale, che viola
i diritti dei suoi cittadini, ovviamente
perde il diritto di difenderli. I suoi
cittadini, in compenso, acquisiscono
il pieno diritto di rovesciarlo, anche
con la forza delle armi, con o senza
l’appoggio di Stati stranieri.
Ma esistono, alla fine, veri e propri
diritti” degli Stati, come la sovra-
nità o l’integrità territoriale?
No. Lo Stato va inteso solo co-
me un’agenzia di protezione al ser-
vizio dei suoi cittadini. Agisce per
tramite loro. Ma sono solo i citta-
dini, gli individui, ad avere diritti.
Se lo Stato non compie il suo dove-
re, deve farsi da parte.
II
POLITICA
II
L’OPINIONE delle Libertà
DOMENICA 16 SETTEMBRE 2012
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