Direttore ARTURO DIACONALE
Fondato nel 1847 - Anno XVII N.267 - Euro 1,00
DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1 - DCB - Roma / Tariffa ROC Poste Italiane Spa Spedizione in Abb. postale
Venerdì 16 Novembre 2012
delle Libertà
Bersani, la sinistra e il paese inmano ai violenti
na parte dei manifestanti che
hanno dato vita agli incidenti
dei giorni scorsi a Roma, a Torino
ed in parecchie altre città italiane
parteciperà alle prossime elezioni
politiche votando per i partiti della
sinistra italiana. Per tutti. E non so-
lo per Sel di Nichi Vendola o per i
neo–comunisti di Oliviero Diliberto
che hanno deciso di non disertare
le primarie del Pd e di votare per
Pierluigi Bersani. Questi manife-
stanti non sono stati solo gli stu-
denti che hanno ripetuto il rito or-
mai ricorrente da quarant’anni a
questa parte dell’apertura dell’anno
scolastico con i cortei e le violenze
di piazza. Questo tipo di protesta,
U
che serve quasi a segnare l’ingresso
nella vita pubblica del paese degli
adolescenti italiani, ha rappresen-
tato solo un aspetto minoritario, se
vogliamo ormai fisiologico e folclo-
ristico, del fenomeno. La massa più
consistente dei manifestanti è risul-
tata essere formata da chi vuole
contestare da sinistra la linea poli-
tica del governo Monti, da chi chie-
de la fine dell’austerità e dei sacrifici
imposti dai tecnici, da chi chiede
un nuovo governo che porti avanti
quelle politiche dichiaratamente e
squisitamente di sinistra che do-
vrebbero, attraverso l’aumentata
presenza dello stato, provocare
l’uscita della società italiana dalla
crisi che l’attanaglia. E non basta.
La massa maggioritaria dei mani-
festanti e dei violenti (se i primi non
impediscono le intemperanze dei
secondi sono corresponsabili di chi
si diletta in guerriglia urbana) si è
anche caratterizzata nell’approfit-
tare dello sciamare nelle stradine
del vecchio ghetto romano per in-
sultare gli ebrei che vi abitano ed
inneggiare a Saddam ed all’antise-
mitismo fondamentalista islamico.
Tutta questa gente, in altri ter-
mini, ha voluto dare un segnale po-
litico preciso nel dimostrare che la
sinistra antagonista ed estremista è
più viva che mai e che sarà decisiva
e condizionante nelle prossime ele-
zioni politiche. Non si è trattato di
un segnale isolato. È facile preve-
dere che fino al momento delle ele-
zioni le occasioni per lanciare se-
gnali del genere si moltiplicheranno
in maniera esponenziale. Perché
questo tipo di sinistra sente sul col-
lo il fiato caldo della concorrenza
elettorale di Beppe Grillo e pensa
di poterlo ridurre o eliminare solo
raddoppiando e radicalizzando al
massimo il proprio estremismo.
Non a caso la Cgil, che sostiene
massicciamente Bersani nelle pri-
marie del Pd, ha lanciato un appello
alla Cisl ed alla Uil ed alle altre or-
ganizzazioni sindacali...
Continua a pagina
2
Lo scontro sociale che sta spaccando l’Europa
urostrike. Abituiamoci a questo
neologismo. In parole povere
significa “colpo europeo”, anche se
strike”
in inglese designa più pro-
priamente uno sciopero. Quello che
è andato in scena nelle capitali del
Continente è più propriamente un
violento atto d’aggressione alle po-
litiche di austerity dei governi, dun-
que un “colpo” appunto, variante
della guerriglia urbana che si è di-
spiegata nell’impreparazione, so-
prattutto psicologica, delle autorità
politiche, mentre quelle di polizia
hanno dovuto faticare non poco a
riportare l’ordine nelle piazze e nelle
strade. In realtà di è trattato di una
mobilitazione che prelude ad un
E
probabilissimo scontro sociale ge-
nerato dall’ingovernabile crisi eco-
nomica finora arginata (si fa per di-
re) soltanto con la pressione fiscale.
Ai giovani soprattutto non è stato
concesso nulla, alle famiglie è stato
riservato un impoverimento come
non lo si vedeva dalla fine della se-
conda guerra mondiale, alle piccole
e medie imprese è stato riconosciu-
to il diritto di suicidarsi, agli esodati
in Italia neppure quello. A colpi di
web si è mobilitata in pochi giorni
una vasta platea di scontenti, ar-
rabbiati, delusi, frustrati, a Roma
non dissimile da quella che dilaga
a Parigi e a Londra, a Madrid e a
Lisbona, ad Atene e Berlino. Frat-
tanto i partiti in Italia giocano ai
soldatini, spostando fantomatiche
truppe di qua e di là sullo scacchie-
re politico, mentre una generazione
che rischia di “saltare” il processo
produttivo e, dunque, la sua stessa
esistenza si appresta a vagabondare
nel vuoto. Lo scontro sociale è di-
ventato planetario. Indignati? Non
solo. Disposti a tutto, mentre le
classi dirigenti si baloccano tra
Francoforte, Bruxelles ed il Fondo
monetario per far quadrare il cer-
chio, come se non sapessero che
tutto dipende dalla finanza che s’è
mangiata l’economia reale, che le
banche (almeno in Europa) acqui-
siscono fondi dalla Banca centrale
ad interessi stracciati per poi riven-
dere il denaro ai povericristi a prez-
zi proibitivi. Il contorno politico
non è meno deprimente: duemila
miliardi di debito pubblico che la
più imponente, massiccia, insensata
manovra fiscale che sia mai stata
messa in campo in Italia (solo Hol-
lande è riuscito a fare peggio), non
ha fatto diminuire di un euro il de-
ficit. E la spesa pubblica continua
a precipitarci all’inferno.
Continua a pagina
2
di
GENNARO MALGIERI
Nulla di quanto
si è visto per le strade
d’Europa è frutto
dell’innocenza,
ma innocenti non sono
neppure coloro
che hanno preparato
irresponsabilmente
lo stato di cose in cui
siamo precipitati
di
ARTURO DIACONALE
Visto lo sfaldamento
del centrodestra,
si deve pronosticare
che dopo il voto
la sorte dell’Italia
sia destinata ad essere
gestita da estremisti
fermi a miti rivoluzionari
che ormai risalgono
alla fine dell’800
K
Sì all’election day, si deciderà
tutto in un giorno. Il voto anticipato
mette d’accordo Angelino Alfano e
Pierferdinando Casini. L’intesa è arri-
vata durante l’incontro in occasione
del convegno della Cna, ma sulla
legge elettorale resta ancora da discu-
tere. Si cerca il modo di accorpare i
voti regionali di Molise, Lombardia e
Lazio con le elezioni politiche nazio-
nali, arrivando a risparmiare fino a 100
milioni di euro. Il segretario del Po-
polo della Libertà accusa Bersani:
«
Sulla crisi di governo, dipenderà da
lui. Se insiste a portare il paese alle
urne in due tornate separate per uno
capriccio, noi non possiamo seguirlo.
È una follia che il governo deve impe-
dire». Il leader del Pd si oppone al-
l’attacco dell’azzurro, ma l’assenso
di Casini fornisce qualche garanzia
in più sull’esito positivo della tratta-
tiva. Alfano spera che il governo
fermi la follia dei due voti separati a
distanza di poco meno di due mesi.
Intanto, Casini rilancia sulla riforma
elettorale subordinando a questa il
voto immediato. «Bisogna trovare in-
sieme una soluzione, non dobbiamo
dare prova di infantilismo politico». Il
presidente dell’Udc vuole evitare
una paralisi di governo con un clima
sociale reso incandescente da una
campagna di cinque mesi.
Voto, asseAlfano-Casini