apevo che sarebbe presto uscito un no-
stalgico sulla crisi nera della HMV, di quei
pezzi che descrivono la mitica ambientazione
in un glorioso passato, quello in cui tutti
compravano cd, dvd e videogiochi originali.
Uno degli articoli che mi ha più colpito è
quello firmato da Willard Foxton, uscito ieri
sul Telegraph. Foxton intitola il suo pezzo
lanciando un j’accuse collettivo: è colpa di
noi tutti se HMV fallisce. Purtroppo nel pez-
zo non è del tutto chiaro quale sia il nostro
grado collettivo di responsabilità. Riusciamo
solo a capire che può darsi che HMV abbia
messo in campo una bad strategy, che il mer-
cato è massively competitive e che, in parte,
sono stati anche sfortu-
nati. Foxton lamenta il
fallimento di un colosso
della distribuzione para-
gonandolo ad altri giganti
estinti, come Blockbuster.
Convincono poco, invece,
le conseguenze che il gior-
nalista e produttore tele-
visivo individua come di-
rettamente collegate al
fallimento dell’industria
della distribuzione. Ma
veramente con meno ne-
gozi di dischi siamo desti-
nati ad avere meno scelta?
Utilizzando gli innumerevoli canali attraverso
i quali la musica viene diffusa in rete, le pos-
sibilità di incuriosirsi ed avvicinarsi a prodotti
fuori dai circuiti radiotelevisivi è aumentata.
Magari non siamo più soliti gironzolare per
un negozio, ma gironzoliamo in rete, alla sco-
perta di artisti meno conosciuti o alla risco-
S
perta di quelli più noti. Sempre come conse-
guenza della scomparsa di luoghi dove com-
prare prodotti dedicati all’intrattenimento,
Foxton afferma che sarà «very hard for a
teenager to actually buy entertainment - with
no access to an adult’s credit card, it’s very
hard to buy things online if you’re an under
16».
Vorrei rassicurare Foxton sul fatto che
quando ero adolescente avevo comunque bi-
sogno di un adulto che mi desse i soldi per
comprare un cd, perché io non possedevo
soldi miei. Dovevo chiederli, esattamente co-
me oggi una ragazzina di 14 anni chiederebbe
insistentemente al suo papà di comprarle on
line il nuovo singolo dei One Direction. Non
è ancora del tutto chiaro
quale sia il futuro di quei
pochi negozi che ancora
vendono prodotti di in-
trattenimento. La cosa
certa è che non esisteran-
no più i colossi della di-
stribuzione per come li
abbiamo conosciuti.
Non saranno più le
grandi aziende che erano
prima, semplicemente
perché questo non serve
più. E dunque? I negozi
sopravviveranno? Devo-
no necessariamente so-
pravvivere, perché ci sarà sempre un’utenza
che cerca un luogo dove comprare il pro-
dotto che cerca. Ma spesso quel prodotto
che cerca, oggi nei negozi non lo trova. O
magari costa troppo.
IRENE SELBMANN
iamo ai nastri di partenza della campa-
gna elettorale 2013 con le formazioni
definite. L’elettore può cominciare a studiare
i giocatori, e assiste allo spettacolo che da
questi viene messo in campo. Vediamo sin-
teticamente gli squadroni che si contende-
ranno i preziosi scranni romani.
1)
Centrosinistra. La coalizione “Italia.
Bene comune”, con Pier Luigi Bersani can-
didato schiera Partito democratico; Sinistra,
Ecologia e Libertà; Partito Socialista Italia-
no; Centro democratico – diritti e libertà;
Moderati; Sud Tiroler Volkspartei e, solo
al Senato, la Lista Crocetta – Il Megafono
2)
Centrodestra. Con Berlusconi capo
coalizione ma non can-
didato alla presidenza
del consiglio troviamo 9
partiti alla Camera e 14
al Senato. Su entrambe le
schede si presenteranno
Popolo della Libertà; Le-
ga Nord con Tremonti;
Grande Sud (alla Came-
ra insieme al Movimento
per le Autonomie); Fra-
telli d’Italia; Partito dei
Pensionati; La Destra;
Liberi da Equitalia; Inte-
sa popolare; Moderati in
Rivoluzione. A questi si
aggiungono, solo per palazzo Madama, Li-
sta del Popolo, Popolari Italia Domani; Mo-
vimento per le autonomie; Rinascimento
Italiano; Basta tasse. Pochi eh?
3)
Centro. Mario Monti leader della
coalizione che alla Camera propone Scelta
civica con Monti per l’Italia; Udc; Futuro
S
e Libertà. Al Senato, invece, tutti in Lista
Monti per l’Italia.
4)
MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo
(
capo coalizione),
5)
Sinistra. “Rivoluzione civile” con An-
tonio Ingroia candidato, che sia alla Came-
ra che al Senato sarà presente solo con que-
sto simbolo.
6) “
Fare – fermare il declino” di Oscar
Giannino.
Vi sono poi altre liste, diciamo che que-
ste sono quelle più rilevanti. L’unico com-
mento che viene da fare, scontato, è “alla
faccia della semplificazione”.
La campagna elettorale ha un solo pro-
tagonista indiscusso, ov-
vero il Cavaliere. Già
prima di andarci, ma so-
prattutto dopo la sua
trionfale performance a
Servizio pubblico”, sta
dettando i temi di di-
scussione e polarizzando
tutti i commenti. Ha
portato tutti, ancora una
volta, sul suo terreno, e
sono ricominciati gli er-
rori degli avversari (...).
Vedremo se nei pros-
simi 40 giorni qualcuno
si sveglierà, o se il nervo-
sismo per i sondaggi che stanno certificando
la remuntada del Cavaliere peggioreranno
la situazione. In tutto questo, ovviamente,
nessuno (a parte poche rare eccezioni) parla
di come tirarci fuori dai guai. Sarà che in
fondo non gli interessa?
Altro che semplificazione
Ecco il bailamme di liste
Per ora campagna
elettorale ha un solo
protagonista indiscusso,
ovvero il Cavaliere.
Ha portato tutti ancora
una volta sul suo terreno,
e sono ricominciati
gli errori degli avversari
ConHmv cade unmito
Ma resta sempre la rete
Davvero con meno
negozi di dischi
avremo meno scelta?
Certo che no.
In rete, la possibilità
di avvicinarsi a prodotti
fuori dai circuiti classici
è molto maggiore
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L’OPINIONE delle Libertà
VENERDÌ 18 GENNAIO 2013
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