Page 4 - Opinione del 19-10-2012

di
ROSAMARIA GUNNELLA
on ha attraversato lo stretto
come Grillo ma già da parec-
chio tempo naviga tra correnti e
acque agitate. Il segretario del Pd,
Pierluigi Bersani ha concluso ieri a
Palermo il suo tour di due giorni in
Sicilia a supporto di Rosario Cro-
cetta, candidato alla presidenza del-
la Regione siciliana. Il leader dei de-
mocratici, a nove giorni dal voto
siciliano e nel bel mezzo della po-
lemica sulla rottamazione dei “vec-
chi” all’interno del suo partito, sbar-
ca nell’Isola con una certezza:
«
Diciamo le cose come stanno, in
Sicilia si è capito come finisce il
film: Rosario Crocetta o Nello Mu-
sumeci». Per Bersani, quindi, il
the
end
della pellicola di queste elezioni
regionali è già scritto, e il fenomeno
Grillo dove lo mettiamo? «Non ne
ignoro le istanze - ha affermato il
segretario Pd - ma quel movimento
vive di pulsioni populiste che pos-
sono essere pericolose. Le sue sono
sollecitazioni che toccano tasti veri
ma questo paese ha bisogno di una
prospettiva di governo, andando
ben oltre la protesta». Afferma che
le elezioni siciliane rappresentano
un test nazionale e si augura che
dalla Sicilia possa venire un segnale
di cambiamento, anche se si dispia-
ce che nell’isola non sia stato pos-
sibile aggregare tutto il centrosini-
stra. E sulla possibilità che Crocetta
N
possa essere l’artefice di una nuova
stagione qualche dubbio lo esprime
Claudio Fava, esponente di Sel:
«
Bersani oggi era distratto. Il nome
di Crocetta è stato proposto dal-
l’Udc. Quanto a ritenere Crocetta
-
continua Fava - l’unico candidato
che possa realizzare il cambiamen-
to, mi sembra un’affermazione mol-
to presuntuosa verso altri candidati
ai quali Crocetta ha ben poco da
insegnare, tranne la buona dose di
spregiudicatezza con cui per due
anni ha sostenuto il governo Lom-
bardo». Già, il governatore dimis-
sionario della Sicilia da cui Bersani,
con un coraggio che gli si deve ri-
conoscere, ha affermato di essersi
sentito tradito. Lo stesso Raffaele
Lombardo che il Pd ha appoggiato
per oltre due anni, prima con un
sostegno “esterno” e poi con un go-
verno “tecnico”, in nome di riforme
mai fatte, anzi, contribuendo al dis-
sesto economico-finanziario del-
l’Isola. Lo stesso Lombardo con cui
il Pd ha governato la Sicilia fino al
ritiro del proprio sostegno, lo scorso
maggio, quando il governatore si-
ciliano decise l’inserimento in giunta
di assessori politici. Che imbarazzo
tremendo per il Pd sarebbe stato
entrare a pieno titolo in un esecu-
tivo presieduto da Lombardo «la
cui vicenda giudiziaria non è secon-
daria per un partito come il Pd»,
affermò Antonello Cracolici, capo-
gruppo all’Ars del Pd e grande
sponsor insieme a Beppe Lumia del
governatore. Bersani liquida con
una battuta la polemica sulla can-
didatura di D’Alema: «Questa que-
stione la chiudiamo qui, adesso ab-
biamo le primarie». E sulla
possibilità di “esportare” l’esperien-
za dell’alleanza con l’Udc in Sicilia
ha dichiarato: »Abbiamo una stra-
tegia che abbiamo certificato con
Sel e con altre forze. C’è una carta
d’intenti: organizziamo l’area dei
progressisti e la portiamo a con-
fronto con aree di centro liberale.
Questa linea ha delle applicazioni
a volte controverse, ma la nostra
direzione di marcia è questa».
II
POLITICA
II
Bersani lancia Crocetta
Incombe lo spettro di Grillo
Caso Sallusti:
l’Italia come Cuba
K
Pier Luigi BERSANI
La Sicilia sarà il primo test sul futuro del paese
ono rimasta esterrefatta
quando, aprendo il giornale
della mia Torino (
La Stampa
ndr)
di qualche giorno fa, ho appreso
dell’iniziativa di Berlusconi di
schierare una corazzata di impren-
ditori capeggiata da Briatore» que-
sta l’esternazione di Lorenza Mo-
rello, presidente nazionale di
Avvocati per la Mediazione (Apm)
ed esponente di spicco di una gio-
vane classe di professionisti che
combattono «affinché in questo
paese non possa dirsi tutto perdu-
to», che ha presentato mercoledì
a
Radio-Time
di Palermo il suo re-
cente eBook
Per sempre
,
destinato
a diventare un best seller. «Sembra
davvero che il sonno della ragione
generi mostri e, ahimè, il Cavaliere
deve avere dormito parecchio in
quest’ultimo periodo - ha prose-
guito Morello - suppongo che chi
ha creduto e votato quello schie-
ramento politico nel corso degli
anni lo abbia fatto perché si aspet-
tava da Berlusconi che, a differenza
di altri, entrò in politica avendo
già colmate le “necessità primarie”
di denaro e potere, due cose: una
riduzione delle tasse e il taglio del
numero dei parlamentari». Eppure,
pare invece che, dopo un primo
momento di svecchiamento della
politica nazionale, secondo il pre-
sidente di Apm, il personaggio si
sia avvitato su se stesso, ai suoi
non più privati vizi che hanno ap-
pannato le pubbliche virtù, giocan-
dosi per sempre la possibilità di di-
venire il nuovo Giulio Cesare.
«
Tutto questo è triste - per Morel-
«
S
lo - perché laddove una politica di
austerity era certamente necessaria
in un momento di difficoltà del
paese, non si può pensare che sia
questa la chiave per far ripartire la
nostra economia, ma tantomeno
lo è puntare su uno schieramento
politico formato dagli aitanti del
laissez faire
.
Proprio ora che ab-
biamo appena riconquistato un
minimo di credibilità agli occhi del
mondo. Da giovane e da italiana
auguro al mio paese molto altro,
che non ci costringa ad abbando-
nare l’Italia». Ma cos’è che invece
si registra nel mondo della politi-
ca? Lo abbiamo chiesto ad un
nuovo uomo politico. Riportiamo
le osservazioni di Giovanni Palla-
dino, segretario nazionale di Ita-
liani Liberi e Forti. Casini si dice
preoccupato, perché Bersani si è
sposato con Vendola, mentre il
passo indietro di Berlusconi è da
lui giudicato un inganno e non ci
vuole cascare. Ma non si rende
conto che è già cascato tante volte
in trappole senza aver mai consul-
tato democraticamente la sua base.
D’altronde l’Udc era “suo”, cioè
intestato a lui, e poteva compor-
tarsi come un re o come un ditta-
tore. Mai che una decisione di Ca-
sini sia mai stata prima concordata
con la base del partito. Anche Fini
è cascato nella trappola del partito
nominativo” (ciò che conta è
una” persona, cioè lui, non “la”
persona, cioè tutti gli altri) e merita
la fine che sta facendo. Di Pietro
piange: un suo fedele si è rivelato
infedele staccando poco corretta-
mente (sembra a sua insaputa) as-
segni dell’Idv, come tanti altri che
negli ultimi anni (ma senza stacca-
re assegni) lo hanno abbandonato,
avendolo conosciuto bene nei pan-
ni dell’uomo politico stile “ducet-
to”. Quanti Congressi ha organiz-
zato in 15 anni per sentire la sua
base ? Anche lui, come Casini, si
fida solo di se stesso. La democra-
zia? È solo una utopica teoria…
..
Berlusconi è giunto finalmente al
capolinea. È entrato in politica al
servizio delle sue aziende e ne sta
uscendo con la speranza che i suoi
deboli avversari non danneggino
il suo impero economico. Ma non
si rende conto che le protezioni po-
litiche non valgono più. Il peggior
nemico della tv commerciale sta
crescendo con Internet, che è de-
stinato a dare a tutti la possibilità
di scegliersi il proprio programma
televisivo senza doversi sorbire un
annuncio pubblicitario. In Sicilia,
Lombardo si è dimesso, con capi
di imputazione peggiori di quelli
di Cuffaro, ma ha continuato a no-
minare nuovi dirigenti a Palazzo
d’Orleans e ha lanciato in orbita
suo figlio (23 anni e senza ancora
la laurea, ma con tanti amici fedeli
di papà), in coerenza con il nome
del suo partito: Mia Proprietà As-
soluta (Mpa). Bersani ambiva a
considerare il Pd di sua proprietà,
ma ha trovato sulla sua strada un
discolo con idee diverse che ora
minaccia (democraticamente) di
sfilargli la sua creatura vestita da
Arlecchino per i tanti colori rap-
presentati da culture politiche di-
verse tra loro. È chiaro che per tut-
ti questi “grandi” ma miopi uomini
politici, secondo Palladino, vale il
detto: chi di democrazia ferisce, di
democrazia perisce. Pertanto non
sorprende che l’ultimo sondaggio
sulle elezioni in Sicilia abbia dato
l’11,8% a Gaspare Sturzo, che si
sta rivolgendo soprattutto ai 2 mi-
lioni di siciliani che, nauseati, non
vogliono più andare a votare, in
quanto presi in giro da un sistema
democratico trasformato in un si-
stema monarchico o aristocratico,
ma senza che Casini, Fini, Di Pie-
tro, Berlusconi, Lombardo e Ber-
sani abbiano mai avuto una goccia
di sangue blu. Come dire, ha pre-
cisato il segretario politico nazio-
nale di Ilef: «Sono tutti…usurpa-
tori dei vecchi malfattori, che per
secoli hanno governato malissimo
il mondo. Italiani Liberi e Forti
rappresenta la vera e unica speran-
za che in Italia possa arrivare per
la prima volta la democrazia par-
tecipativa, facendo piazza pulita di
tutti quegli uomini politici che ne-
gli ultimi 50 anni si sono serviti
lautamente della politica per fare
essenzialmente i loro affari ai no-
stri danni». E Grillo e il suo M5S
? «
Grillo pensa di poter svolgere
lo stesso compito ? In questi giorni
i siciliani stanno ascoltando e toc-
cando con mano i candidati di
M5s e di Ilef, e hanno a disposi-
zione i due rispettivi programmi.
C’è un abisso di diversa qualità tra
le due “squadre”. Il test elettorale
sarà anche un test sulla intelligenza
del popolo siciliano. Noi abbiamo
fiducia che Gaspare Sturzo e i no-
stri 60 candidati possano far pas-
sare l’esame alla Sicilia, che in tal
modo si candiderebbe ad àncora
di salvezza di tutta l’Italia» ha con-
cluso Palladino.
VITO PIEPOLI
Lombardo si è
dimesso, ma ha
continuato a nominare
nuovi dirigenti
Casini è preoccupato
perché Bersani si è
sposato conVendola,
e non sa che fare
a politica dell’illusione, tipica
di tutti i “regimi” politici in
declino, è ormai sempre più fre-
quentemente praticata anche in
Italia. Due esempi concreti ed at-
tuali: a Cuba il regime dei fratelli
Castro illude i cittadini varando
una norma che teoricamente con
l’anno venturo gli consentirà di
viaggiare liberamente al di fuori
dell’isola. Ancora peggio, in Ita-
lia i politici sulla scia dell’indi-
gnazione collettiva promettono
di salvare il direttore de
il Gior-
nale
Alessandro Sallusti dalla
galera, quindi garantire la sua li-
bertà. In realtà a Cuba parecchie
categorie di persone, tra le quali
proprio quelle che hanno lottato
perché venisse approvata la nor-
ma, non potranno godere di tale
libertà e la maggior parte della
popolazione non si potrà permet-
tere di sostenere gli oneri econo-
mici necessari al fine di espletare
le pratiche burocratiche. Nel ca-
so di Sallusti allo stesso modo,
sull’onda dell’emotività popolare,
praticamente tutte le forze poli-
tiche hanno condannato la nor-
ma che prevede il carcere per i
reati d’opinioni, definendola re-
trograda e quindi promesso che
avrebbero provveduto a modifi-
carla in tempo perché si salvasse
anche Sallusti. Ora l’incapacità
legislativa da un lato e la sete di
vendetta dall’altro, permetteran-
L
no che il giornalista andrà in car-
cere. La civiltà di un paese si mi-
sura soprattutto attraverso le sue
caratteristiche legislative e giuri-
diche-giudiziarie, analizzando il
nostro in tale materia scopriamo
che assomiglia sempre più a Cu-
ba che ad altri paesi occidentali
ai quali ci si dovrebbe ispirare.
Anche analizzando il declino del-
la nostra politica scopriamo che
l’uso dell’illusione è ormai quo-
tidiano e più che consueto. Cosa
significa? Soltanto che i nostri
governanti sono inetti? No, si-
gnifica che se si inizia a praticare
quel tipo di “politica” anche a
sfregio dei più fondamentali di-
ritti della persona umana, come
nel caso di specie, questo paese
non rischia il declino, ormai più
che concreto, ma la deriva pros-
sima all’inciviltà. Infine, in forza
dei suddetti motivi bisognerebbe
chiedere ai capogruppo della Ca-
mera dei Deputati e del Senato
della Repubblica e ai rappresen-
tati in Commissione giustizia di
abbandonare il loro incarico e di
ritirarsi a vita privata, poiché
l’inettitudine è evidente e soltan-
to premonitrice rispetto a quel
futuro torbido nel quale rischia-
mo di affondare. In particolare
a quelli tra loro iscritti al Popolo
della Libertà, ancora più colpe-
voli, per le intuibili ragioni.
ALESSANDRO BERTOLDI
L’OPINIONE delle Libertà
VENERDÌ 19 OTTOBRE 2012
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