Page 6 - Opinione del 19-10-2012

a grande intuizione di Silvio Berlusconi
è stata quella di costruire una forza po-
litica prima ed un’alleanza poi per delimitare
il campo dei moderati o, meglio, per rin-
chiudere a sinistra l’ambito della tradizione
comunista e postcomunista. (...) L’intuizione
fu necessitata da tanta insipienza e miopia
nel campo dei moderati. Insieme riformisti
socialisti e liberali, cattolici democratici in
una formazione capace di non ereditare i
mali di tangentopoli. (...) Giovani e giova-
nissimi accanto a figure storiche del socia-
lismo, del liberalismo, dell’impegno cattolico,
uniti per riformare il Paese, alimentare la li-
bertà d’impresa, garantirla al cittadino, so-
stenere i più deboli. L’Ita-
lia che aveva voglia di
credere in sé stessa corse
in massa: dietro le spalle
una storia gloriosa a trat-
ti e degenerata, davanti la
speranza e il sogno libe-
rale. Io partirei da qui per
modellare in chiave euro-
pea una sezione italiana
del Ppe. Ricostruire dalle
fondamenta un sentimen-
to, una appartenenza va-
loriale, ma anche un
comportamento nei co-
stumi, nel modo di far
politica(...). Proverei a fare sul serio e ridurre
il numero dei parlamentari, abbatterei il fi-
nanziamento ai partiti: io verso regolarmente
il contributo mensile al Pdl nazionale, so-
stengo sedi sul territorio, ho organizzato
centinaia di manifestazioni, partecipo ed in-
vesto risorse in campagna elettorale e tra-
L
sferisco il consenso alla mia persona al par-
tito che così ricava rimborsi e mai, dico mai,
ho ricevuto un euro da quello stesso partito
(...).
Infine, ma non per ultimo, accanto alla
riduzione degli stipendi dei parlamentari,
aumentandone dotazioni e strumenti di ap-
profondimento, disegnare una legge eletto-
rale che, senza listini e posti bloccati, cacci
a calci dal Parlamento nani, affaristi e bal-
lerine. L’esperienza di Forza Italia può gui-
darci senza gli eccessi degli ultimi anni a ri-
costruire quel campo fatto di ragionamento
offerto per rispondere alle drammatiche
emergenze sociali di questi giorni. Ai pro-
blemi delle nuove povertà non si reagisce
espellendo gli immigrati,
alle crisi di mercato ed al-
la globalizzazione non si
risponde con i dazi e le
barriere doganali, l’emer-
genza Sud non si affronta
ancora ragionando stan-
camente di rimesse pub-
bliche europee, semmai
riorientando la spesa in-
tera al Sud della pubblica
amministrazione. Insom-
ma valori, contenuti ed
una grande iniziativa fon-
dativa che superi le com-
prensibili resistenze di
piccolo cabotaggio per aprirsi a tutti, so-
prattutto a quei giovani 2.0 che nulla ricor-
dano della discesa in campo di Berlusconi,
ma ancor meno sanno e vogliono sapere di
Fini o di Casini.
PAOLO RUSSO
Caravella.eu
entre Mario Monti salva la finanza
italiana, ma non gli italiani (...), nel
Partito Democratico si litiga. «Se perdo io,
l’ho già detto e lo ripeto, mi faccio da parte
e al massimo posso dare una mano, ma con-
tinuo a fare il sindaco. Una cosa è certa se
io vinco D’Alema può considerare la sua
carriera parlamentare finita» (Matteo Renzi).
«
Ho cambiato radicalmente idea: se vince
Bersani non chiederò deroghe». Ma se le
primarie del Pd le vincerà Renzi «sarà scon-
tro, sarà scontro politico» (Massimo D’Ale-
ma). Intanto, il Corriere della Sera titola:
«
La scure di Moody’s si abbatte su Mps, ta-
gliato il rating a livello spazzatura. Insuffi-
ciente l’iniezione di capi-
tale di 1,5 miliardi di
euro da parte del governo
italiano». Ma come, non
abbiamo occhi per pian-
gere, si negano diritti ele-
mentari ai malati e poi
abbiamo un miliardo e
mezzo da gettare per ri-
sanare una banca, Monte
Paschi di Siena, che, tra
l’altro, è “governata” da
una Provincia, quella di
Siena, che tra 75 giorni
non esisterà più? Se Ma-
rio Monti non avesse sal-
vato Unicredit e, in parte, Mps, avremmo
ancora un Partito Democratico? Probabil-
mente, no. Infatti, ci vuole poco a notare
che la comunicazione di Matteo Renzi è
molto, molto simile a quelle pubblicità te-
levisive che consigliano servizi on line a que-
gli sprovveduti che non sanno andare su in-
M
ternet da soli per cercarsi un mutuo o una
assicurazione. Come basta poco per ricor-
dare che Massimo D’Alema fece parte di
quelle delegazioni del Pci che, tra il 1968 ed
il 1972, andarono in Russia ad imparare dei
compagni sovietici” come è giusto che fun-
zioni il mondo. Ancor meno tempo serve a
ricordare che i rubli sovietici continuarono
adarrivare anche dopo il 1969, dopo il co-
raggioso discorso di Enrico Berlinguer a Mo-
sca, e che costituirono la base finanziaria
per la creazione di una finanza di partito e
l’arricchimento delle regioni rosse. (...). Una
tragica comica, insomma. Due mondi di “se-
rie B” a confronto, mentre l’Italia che lavora
e che produce è tutt’altra.
Anzi una tragedia che
vogliono far passare per
comica. Non a caso la
Federazione Lavoratori
della Conoscenza (Cgil
Scuola) organizza con-
vention annunciando
Dandini e Vergassola co-
me “presentatori”, men-
tre sappiamo tutti che la
Sinistra farebbe il pieno-
ne se candidasse Crozza
o Zingaretti (l’attore) e
Guzzanti (figlio) … o
Beppe Grillo. Questa è
l’Italia del Partito Democratico, quella di
basta un click”, del “si può fare”, del “pri-
ma il Partito”, di “la Storia siamo noi, il fu-
turo si vedrà”, dei “programmi di contenuti”
solo enunciati, eccetera. L’Italia del Pd, ma
non degli elettori del Pd si spera.
Demata.worpress.com
Il Pd e la tragicommedia
dell’auto-rottamazione
La comunicazione
di Matteo Renzi è molto
simile a quelle pubblicità
che consigliano servizi
su Internet
a quegli sprovveduti
che non sanno andare
in rete da soli
Spiegare ai giovani il ‘94
per rifare il centrodestra
Modellare una sezione
italiana del Ppe
ricostruendo da capo
un sentimento,
un’appartenenza
valoriale, ma soprattutto
un comportamento
nel modo di far politica
L’OPINIONE delle Libertà
VENERDÌ 19 OTTOBRE 2012
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