Page 6 - Opinione del 20-9-2012

II
ESTERI
II
Quel doppio binario (morto)
che insidia la democrazia
di
PAOLO DELLA SALA
ompresa tra date significative
come l’11 settembre e la mor-
te di Oriana Fallaci, la settimana
della “rabbia e l’orgoglio” musul-
mano ha prodotto in Occidente
un silenzio dell’intelletto non me-
no preoccupante delle manifesta-
zioni che si sono succedute dal-
l’Australia allo Yemen, dalla
Nigeria alla Giordania, dall’Indo-
nesia alla Thailandia. In Francia
l’editore Gallimard ha epurato un
suo autore, Richard Millet, per un
pamphlet “anti-islamico”. Altrove,
i politici si sono limitati a piangere
i morti della strage di Bengasi. I
media mainstream invece hanno
spiegato le proteste e gli attentati
facendo credere all’opinione pub-
blica che la morte dell’ambascia-
tore americano fosse causata dal
filmato di un profugo copto in
California.
I titoli dei Tg e dei principali
quotidiani recitavano: «Proteste
contro il film anti-islamico, assalto
al consolato americano». Si è trat-
tato di catena logica causa-effetto
degna dei regimi di Gheddafi e
Mubarak, non di nazioni con de-
mocrazia compiuta. Ci troviamo
nel “Media Evo”, con i media di-
ventati eredi del papato medievale
(
giusto a prescindere, perché dalla
parte di Cristo) e del socialismo
(
giusto a prescindere, perché dalla
parte dei poveri). Tra i media dove
circola più menzogna che verità
c’è anche internet – Casareggio
permettendo – , vista la crescente
penetrazione del pensiero main-
stream nel web.
Gli occidentali e gli islamici
non hanno protestato per le chiese
copte che da un anno e mezzo
continuano a bruciare. I benpen-
santi hanno gridato in silenzio, co-
me nel quadro di Munch. Eppure
nel 2011 oltre 93mila cittadini
egiziani sono fuggiti dalla loro ter-
ra, come conferma Naguib Ga-
briel, responsabile della
Egyptian
Federation of Human Rights
.
Ben
16
mila esuli copti si sono rifugiati
in California; 18mila tra New Jer-
sey e New York; 14mila in Au-
stralia e 20mila in Europa, Italia
inclusa. Questa nuova piaga
d’Egitto non ha trovato un suo
scrittore biblico, non trova un’eco
mediatico. Nessun Mar Rosso si
è aperto sotto i piedi dei nuovi
Mosé in fuga.
Anche in Nigeria si brucia una
C
chiesa alla settimana e si uccidono
dei “cristiani”. Nessuna protesta
da parte dei giornalisti. Eppure gli
evangelici della Nigeria non han-
no fatto nessun film anti-islamico.
Secondo il contatore del sito
Re-
ligion of Peace”
,
dal 2001 o oggi
vi sono stati oltre 19.600 attentati
di matrice jihadista, nel mondo.
Non c’è stato bisogno di un film
per compierli. Nemmeno Israele
è il “peccato originale” di una “so-
luzione finale” degli integralisti,
che riguarda tutti gli “infedeli”.
Per il riscatto di Rossella Urru, co-
me conferma Magdi Cristiano Al-
lam in una conferenza tenutasi a
Chiavari sabato scorso, «È stato
pagato un riscatto di 15 milioni
di euro. Denaro andato ad al Qae-
da, che si è impossessata del nord
Mali, un’area più grande del Re-
gno Unito». E invece di pensare
alle forniture di petrolio dalla Li-
bia, si parla di Beppe Grillo, Ber-
sani e Alfano.
Uno scacco al modello
Obama-Clinton
Il modello si basava su uno
standard applicato dopo la caduta
dei regimi nazifascisti, con il coin-
volgimento delle chiese nei gover-
ni democristiani di Germania e
Italia. La stessa situazione si è ri-
petuta nella Russia post-sovietica,
quando l’ortodossia ha sostituito
il comunismo come collante di
una nazione a rischio di disfaci-
mento. La fede in Russia aveva
una base popolare enorme pro-
prio grazie alla sua (anche ecces-
siva) spiritualità, proposta da per-
sone come Tolstoj o Pavel
Florenskij. La sua rinascita “poli-
tica” ha garantito il successo a Pu-
tin e al patriarcato di Mosca, ma
la fede popolare di Tolstoj non è
rinata.
Obama era consapevole che
tra Iran e Nigeria, tra Corno
d’Africa e penisola arabica, era ar-
rivata l’ora della caduta dei regimi
militari, divenuti insostenibili e in-
decenti. Il suo progetto si è basato
sull’esperienza turca di Erdogan,
leader del partito demo-islamico
Giustizia e Sviluppo. In Turchia la
jihad di massa non è esplosa, no-
nostante ripetuti attacchi omicidi
contro sacerdoti cristiani. Ma la
Turchia è germanizzata e ha un’in-
dustria poderosa, con infrastrut-
ture moderne, una posizione stra-
tegica ragguardevole e la tentazio-
ne di tornare all’impero ottomano.
La laicità è parte della tradizione
nazionale. Il progetto proposto da
Obama all’università al Azhar del
Cairo consisteva in un’alleanza tra
arabi (politicamente) moderati e
Occidente. Una Nato bis che cor-
rispondeva al progetto francese
dell’Unione per il Mediterraneo,
oggi abortito.
L’analisi era corretta: dall’altra
parte esisteva un nemico – per
quanto criptico – e cresceva una
nuova Guerra Fredda i cui confini,
dopo la pace russo-tedesca nel-
l’Europa dell’Est, corrono nel Me-
diterraneo del sud. Di fronte la
difficile alleanza tra Occidente,
sauditi, Qatar (e persino Israele).
Dall’altro lato Russia e Cina, con
l’Iran e la Siria cooptati.
La “democratizzazione” dovu-
ta alle Primavere e all’introduzio-
ne dei social network avrebbe po-
tuto creare anche nell’opinione
pubblica musulmana una simpatia
per il tradizionale nemico degli
arabi, che è ancora il mussolinia-
no “demo-pluto-giudeo-anglosas-
sone”. Nel Kosovo era andata be-
ne. Ma Libia e Siria hanno
dimostrato la crescita dell’integra-
lismo armato, con l’aiuto militare
saudita e occidentale. I Fratelli
musulmani restano ambigui e so-
no stati messi sotto scacco, in que-
sta settimana di violenze. La de-
mocrazia assistita dalla religione
può funzionare (male) in Germa-
nia, Russia o Italia, non nei paesi
coranizzati, dove in pochi mesi i
salafiti sono diventati il braccio
politico di al Qaeda. Il rischio
concreto è la jihad di massa. Un
disastro a due passi da casa no-
stra, e con il rischio che si torni
alla chiusura dei rubinetti del pe-
trolio.
La settimana di rivolte è una
bastonata al progetto di Obama
e potrebbe avere conseguenze elet-
torali. Ma l’opinione pubblica
americana ha gli strumenti per
scegliere autonomamente il pro-
prio presidente. L’Europa invece
dovrebbe dare il massimo suppor-
to culturale e informativo ai cit-
tadini immigrati dai paesi di cul-
tura islamica e a coloro che
ancora risiedono in quei Paesi.
Parlare di democrazia, rispetto per
gli individui, per i diversi. Invece
si segue ancora la politica del dop-
pio binario. Magdi Allam ha ri-
cordato che il pur liberale Regno
Unito scivola verso una ipertolle-
ranza che diventa intolleranza: il
sistema giuridico sta diventando
bicefalo, con la legalizzazione dei
tribunali basati sulla shar’ia. Per
esempio un inglese non islamico
bigamo può essere perseguito a
termini di legge, mentre un inglese
islamico può essere legalmente bi-
gamo.
Rinunciare al principio “La
Legge è uguale per tutti” in nome
di una pseudocultura dell’acco-
glienza è un pericolo grave su cui
insiste solo la Lega, che non è né
federalista né liberale. Così ancora
oggi gli ambulanti italiani abusivi
sono perseguiti, diversamente da
quelli immigrati. Si tratta di un
danno enorme alla cultura della
legalità, che va contro gli immi-
grati innanzitutto. Si dovrebbero
semplificare le leggi che regolano
il commercio senza introdurre al-
tre regole, rendendo i rispetto per
le leggi e la tolleranza una cosa vi-
va. Basterebbe che scuola e media
sapessero cosa è la democrazia
moderna, senza ridurla al politi-
camente corretto.
I media sono diventati
eredi del papato
medievale oltre
che del socialismo.
E tra i media dove
circola più menzogna
che verità c’è anche
internet, vista
la crescente penetrazione
del pensiero mainstream
nel web. Gli occidentali
e gli islamici non hanno
protestato per le chiese
copte che da un anno
e mezzo continuano
a bruciare. I benpensanti
hanno gridato in silenzio,
come nel quadro
di Munch. Le rivolte
inMedio Oriente
sono una bastonata
al progetto di Obama
e potrebbe avere
conseguenze elettorali.
Ma l’opinione pubblica
americana ha
gli strumenti per scegliere
autonomamente
il proprio presidente.
L’Europa invece
dovrebbe dare
il massimo supporto
culturale e informativo
ai cittadini immigrati
dai paesi di cultura
islamica e a coloro
che ancora risiedono
in quei paesi
L’OPINIONE delle Libertà
GIOVEDÌ 20 SETTEMBRE 2012
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