Direttore ARTURO DIACONALE
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Venerdì 25 Gennaio 2013
delle Libertà
La minestra riscaldata del neo-politicanteMonti
ario Monti ha fatto molto
presto ad impossessarsi dei
tradizionali vizi di quella classe
politica che vorrebbe sostituire in
nome di una presunta superiorità
intellettuale e tecnica. Ormai il
nostro presidente del Consiglio si
è messo a predicare bene ed a
razzolare male. Come qualsiasi
politicante da strapazzo che in
campagna elettorale si lancia nel-
le promesse più mirabolanti nella
assoluta ma nascosta convinzione
di non poterle mai rispettare.
L’esempio di Davos, dove Monti
ha spiegato che non si può rima-
nere fermi mentre il mondo cam-
bia assicurando che le sue riforme
M
daranno copiosi frutti a tempo
debito, è stato fin troppo signifi-
cativo. A dispetto dei dati nega-
tivi sull’andamento della econo-
mia italiana, infatti, il nostro
presidente del Consiglio si è pre-
sentato come l’artefice della ri-
presa di credibilità del paese gra-
zie alle grandi riforme innovative
messe in cantiere durante il suo
anno di governo.
Purtroppo, però, a smentire
Monti non sono subentrate solo
le previsioni cupe e preoccupanti
del Fondo monetario internazio-
nale sulla mancata ripresa che
aspetta l’Italia nel 2013. È arrivata
anche la dimostrazione di quale
effettivamente sia la politica fal-
samente innovatrice con cui Mon-
ti si propone di far uscire il paese
dalla recessione in cui il suo stesso
governo l’ha infilato deprimendo
i consumi ed aumentando a dismi-
sura il carico fiscale per i cittadi-
ni.Questa dimostrazione è conte-
nuta in due atti distinti. Il primo
è stata la difesa d’ufficio fatta dal
Professore del Pd dall’accusa mos-
sa da Silvio Berlusconi al partito
di Bersani di essere ancora segnato
e contaminato dal proprio passato
comunista. Nel sostenere che quel
passato è stato comunque “glorio-
so” e nel negare che il Pd sia an-
cora legato alla tradizione del Pci,
Monti ha di fatto ammesso di es-
sere pronto all’alleanza post-elet-
torale con la sinistra erede del co-
munismo italiano. Il secondo atto
è stata la presenza nella lista civica
che fa capo all’attuale presidente
del Consiglio di numerosi rappre-
sentanti delle grandi industrie na-
zionali e dell’assenza nelle stesse
liste di qualsiasi rappresentante
del mondo delle piccole e medie
imprese.
Il combinato disposto di questi
due atti, come si direbbe con il les-
sico burocratico tanto caro ai tec-
nici al governo, indica con chia-
rezza che la politica spacciata...
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Pmin carcere: finirà conun aumentodi stipendio?
a notizia: «Sesso con i trans,
arrestato un pm romano – Il
sostituto Roberto Staffa... incastra-
to da telecamere e cimici nascoste
nel suo ufficio». Non è certo un
bell’episodio, anzi, è bruttissimo.
Questo magistrato non esitava a
dedicarsi a tali piacevolezze nella
sua stanza, a fianco di quella del
segretario, magari cacciando in
malo modo perché “occupato” chi
andava a “disturbarlo” e distrarlo
da certe... “funzioni”. Ed oggetto
delle sue attenzioni erano indagati,
imputati: cosa che di per sé fa di
certe manifestazioni un grave rea-
to. Ma chi è (è prematuro, con i
tempi che corrono dire “chi era”)
L
questo Roberto Staffa?
Un magistrato, ma non un ma-
gistrato qualsiasi. Pare che avesse
funzioni “antimafia”, come dire
uno delle truppe d’assalto di que-
sta magistratura che tanto propen-
de per tutto ciò che è bellico, mi-
litare, strategico.
Contemporaneamente si occu-
pava, guarda caso, di violenze ses-
suali, maltrattamenti in famiglia e
droga. Si direbbe che il concetto
di mafia si allarghi alquanto. Un
fulmine a ciel sereno su un “inso-
spettabile” uomo di legge (tanto
uomo di legge che, anche occupan-
dosi di musica, suo hobby favori-
to, faceva parte di un gruppo “Du-
ra Lex”). Però! Ma non troppo
imprevedibile. Il fatto è che il sog-
getto in questione aveva precedenti
che, se non valgono (cioè non do-
vrebbero, per le persone comuni,
far venire meno la presunzione di
innocenza), avrebbero dovuto im-
porre qualche prudenza maggiore
nell’attribuirgli funzioni delicatis-
sime, proprio nel campo in cui,
poi, è maturata, guarda caso, la vi-
cenda che lo ha mandato in ma-
nette. Quindici anni fa, prima di
essere destinato a Roma, era stato
sottoposto a procedimento disci-
plinare e sanzionato, tra l’altro,
con un trasferimento a Trieste. Il
nostro pm aveva scritto una lettera
di solidarietà a Sandro Mancini,
imputato in Usa di traffico di vi-
deocassette e materiale pornogra-
fico e pedofilo, lettera di cui questi
aveva potuto valersi nel giudizio.
Da Trieste a Roma, dove al magi-
strato concretamente solidale col
pedofilo e come tale censurato,
guarda caso, erano stati affidati
compiti relativi a reati sessuali, di-
ciamo così “speciali” (viados,
trans, etc.). Da perseguire.
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di
MAURO MELLINI
Arrestato un pm romano
accusato di elargire
favori in cambio
di rapporti sessuali
(anche con alcuni trans).
Ma non sarebbe
il primo caso di scandalo
nella magistratura
che si è concluso con
uno scatto di carriera
di
ARTURO DIACONALE
Il Professore è stato
rapido ad impossessarsi
dei tradizionali vizi
di quella classe politica
che vorrebbe sostituire
in nome di una presunta
superiorità intellettuale
e tecnica. E ormai
si è messo a predicare
bene e a razzolare male
La tegolaMps suMonti e Bersani
K
«La vicenda Monte Paschi di
Siena è gravissima e scandalosa. Quat-
tro miliardi sono stati dati a questa
banca prendendoli dalle tasche dei cit-
tadini anche attraverso l’Imu». Ha buon
gioco Angelino Alfano nell’utilizzare a
fini di campagna elettorale la vicenda
che ha travolto Mps. «Dalle parti del Pd
- aggiunge - fanno i marziani come se
fossero immediatamente caduti da
Marte. E invece il Monte dei Paschi è
sempre stato cosa loro. Noi chiediamo
al Pd di non fare finta di niente e di dire
con chiarezza tutto ciò che sanno». La
cosa incredibile è che, effettivamente,
nel Pd (e ancora di più dalle parti di
Monti) è tutto un gioco a chi è più mar-
ziano. E il vincitore della contesa è,
senza ombra di dubbio, Massimo
D’Alema. «Non c’é nulla di scandaloso -
dice l’ex ministro durante un’intervista
radiofonica - Il Pd non si è mai occu-
pato del Monte dei Paschi. Il sindaco
non è il Pd, è eletto dal popolo, è
un’istituzione». La sensazione, però, è
che lo scandalo stia mettendo in
estrema difficoltà i “promessi sposi”
Bersani e Monti.
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