Pagina 1 - Opinione del 28-8-2012

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Martedì 28 Agosto 2012
delle Libertà
Gli argomenti oltretomba dello zombie Bersani
un film già visto in un passa-
to ormai lontano quello in cui
si vede il segretario del Pd Pier-
luigi Bersani definire “fascisti” i
grillini, i dipietristi, i giustizialisti
che, in difesa dei magistrati di Pa-
lermo considerati aggrediti dai
post-comunisti ortodossi, lo de-
finiscono uno zombie da cancel-
lare al più presto dalla scena po-
litica nazionale.
La storia di Bersani è quella di
un berlingueriano di scuola emi-
liana che dovendo fronteggiare
un inaspettato “nemico a sinistra”
reagisce nel solo modo imparato
durante gli anni ‘70 sui banchi di
quella scuola che, a sua volta, sa-
È
peva insegnare esclusivamente gli
schemi ispirati dal modello to-
gliattiano della Terza Internazio-
nale.
Non è un caso, allora, che su
L’Unità
, ormai definitivamente
normalizzata da Bersani, venga
sottolineato come l’eredità lascia-
ta da Togliatti rappresenti il vero
Dna del Partito Democratico.
Il Migliore aveva imparato dal
suo maestro Stalin che i nemici a
sinistra dovevano essere combat-
tuti denunciandoli di fronte al-
l’opinione pubblica come dei cri-
minali oggettivamente fascisti.
Le vicende dei trotskisti, degli
anarchici spagnoli, di Tito inse-
gnano. E, così come negli anni ‘70
il togliattiano Enrico Berlinguer
fino all’assassinio di Guido Rossa
continuò a definire “sedicenti” le
Brigate Rosse ed epigoni del “di-
ciannovismo” fascista gli autono-
mi antagonisti, il berlingueriano
Bersani accusa Grillo e Di Pietro
di essere dei fascisti. E la sua li-
nea viene immediatamente adot-
tata da quella parte dei dirigenti
e degli intellettuali del Pd che
fanno parte della stessa scuola
del segretario e che non conosco-
no altro modo di fronteggiare i
concorrenti della propria stessa
area politica che quello di crimi-
nalizzarli con l’epiteto per loro
più infamante e squalificante.
In attesa che il film si completi
con l’irruzione sullo schermo di
qualcuno capace di rilevare come
i presunti fascisti giustizialisti fac-
ciano in realtà parte dell’album
di famiglia della sinistra, ci sono
due considerazioni da fare. La
prima è che se Bersani pensa di
combattere quelli che lo defini-
scono zombie con schemi dialet-
tici vecchi più di ottant’anni fini-
sce col dare loro perfettamente
ragione. Le giovani generazioni
(ma anche quelle più mature e
vecchie) non parlano più la lin-
gua dei bisnonni e dei nonni.
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Spesa pubblica, la dieta non può più attendere
econdo una recente indagine
sui costi della politica pubbli-
cata sul
Corriere della Sera
la Re-
gione Lazio, guidata dall’ex sin-
dacalista Renata Polverini, non
brilla certamente per un uso ocu-
lato dei fondi a sua disposizione,
soprattutto nella gestione del suo
enorme apparato.
Tra le tante spese pazze, infatti,
si segnalano i ben 15 milioni di
euro concessi ogni anno ai gruppi
consiliari. Per non parlare dei cir-
ca cinquecento portaborse in ser-
vizio presso i vari politici regio-
nali, a cui si aggiungono i
collaboratori direttamente alle di-
pendenze dei vertici istituzionali.
S
Ad esempio, il presidente del Con-
siglio regionale ha diritto ad uno
staff di 19 persone, nove delle
quali possono essere assunte al di
fuori della medesima struttura bu-
rocratica (più un numero impre-
cisato di altri collaboratori per
materie specifiche). Mentre i vice-
presidenti, sempre in base al rego-
lamento di questo impresentabile
carrozzone, possono dotarsi “so-
lo” di 12 galoppini, dei quali 4
esterni. Insomma, evitando di con-
tinuare l’impietosa descrizione di
una Babele regionale che in quan-
to a sperperi, ahinoi, non caratte-
rizza certamente solo il Lazio, bi-
sognerebbe porsi la seguente
domanda: come mai, nonostante
la continua pressione esercitata
dalla stampa nazionale e dal cre-
scente aumento della cosiddetta
anti-politica, sembra che nulla
possa bloccare l’incontrollata
espansione dei succitati costi della
politica? Ora, dal mio punto di vi-
sta liberale, la risposta è molto
semplice. La politica in Italia, a
tutti i livelli, controlla e gestisce
una quota sempre più alta di ri-
sorse, le quali attualmente rappre-
sentano il 55% del Pil, ed è per
questo inevitabile che, su una così
ingente massa di quattrini, i sacer-
doti della spesa pubblica ne usino
una quota parte per i loro privilegi
e per accontentare i tanti
clientes
della relativa area. Oramai si do-
vrebbe aver compreso che nel no-
stro disgraziatissimo Paese la de-
mocrazia elettiva è sempre più
sinonimo di consenso costruito su
un uso a dir poco disinvolto dei
quattrini del contribuente, in cui
i costi dei numerosi apparati isti-
tuzionali costituiscono solo
l’aspetto più fulgido di un collet-
tivismo del menga.
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2
di
CLAUDIO ROMITI
Se non si avrà il coraggio
di intervenire col bisturi
in merito ad una spesa
pubblica degna
di un regime sovietico,
si rischia di rompere
definitivamente
il già precario rapporto
tra cittadini pagatori
e Stato ipertrofico
di
ARTURO DIACONALE
La sinistra utilizza
schemi dialettici vecchi
di ottant’anni.
Ma il centrodestra
merita critica
ed un avvertimento.
Non si vince la battaglia
dei voti senza avere
il coraggio di rivendicare
il primato delle idee
Ultima ideona: tassa per la salute
K
E alla fine ecco l’ideona: tasse
sulle bevande alcoliche e zuccherate,
pesanti multe per chi vende sigarette ai
minori di 16 anni, videopoker lontani
dalle scuole. Il governo tecnico prose-
gue sulla strada dello “stato balia” che
ha come obbiettivo quello di insegnarci
a vivere e farci pagare tutti i vizi. Come
se non bastasse la crisi e rendere amara
la vita degli italiani. In particolare, le in-
discrezioni sul decreto legge sulla Sa-
nità che il ministro Renato Balduzzi
presenterà il 31 agosto confermano in-
fatti che saranno aumentate le tasse su
bibite analcoliche e superalcolici con
zuccheri aggiunti e con edulcoranti,
aspetto che ha già causato molte pole-
miche. Si legge che «è introdotto per tre
anni un contributo straordinario a carico
dei produttori di bevande analcoliche
con zuccheri aggiunti e con edulcoranti,
in ragione di 7,16 euro per ogni 100 litri
immessi sul mercato, nonché a carico di
produttori di superalcolici in ragione di
50 euro per ogni 100 litri immessi sul
mercato». Il ricavato sarà destinato «al
finanziamento dell’adeguamento dei li-
velli essenziali di assistenza».