Pagina 7 - Opinione del 29-8-2012

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II
SOCIETÀ
II
Quel silenziodei responsabili
davanti ai doveri del governare
di
ALESSANDRO DE ROSSI
proposito del caldo torrido
nelle città, non si riesce a di-
menticare quanto poco finora la po-
litica abbia fatto per risolvere il pro-
blema delle carceri. Quanto poco o
nulla sia stato fatto per la sicurezza
dei cittadini e delle città, per le que-
stioni riguardanti i trasporti, con-
statando come ormai il territorio e
i suoi boschi bruciano amaramente
insieme agli euro e alle speranze de-
gli italiani, senza che all’orizzonte si
possano intravvedere soluzioni e
proposte credibili.
Mi viene in mente il titolo “Il si-
lenzio degli innocenti“ famoso ro-
manzo, nonché bellissimo film. A
questo punto, di fronte alla certifi-
cata incapacità da parte dei partiti
e dei loro apparati dirigenziali di ri-
solvere i gravissimi problemi del
paese, avendo gli italiani finalmente
preso atto che è questo tipo di siste-
ma politico – fatto di questi uomini
- la fonte primigenia della crisi, se si
dovesse produrre un
Report
o uno
speciale tg, se ne avessi il potere, sa-
rebbe “Il silenzio dei responsabili”.
È pur vero che nessuno risponde
se nessuno fa vere domande. E que-
sta non è solo colpa di chi governa.
In questi giorni, come se non ce ne
fossimo già accorti leggendo i gior-
nali e girando per le strade, appren-
diamo dal Viminale la notizia del
grande aumento dei reati in Italia e
nel Lazio in particolare, rispetto agli
anni precedenti. La crisi porta anche
a questo, è ovvio: reati contro il pa-
trimonio, furti nelle case, nei negozi
e ancora scippi, ammazzamenti e ra-
pine. Non c’è che dire, è un paese
sicuro a prova di rivoluzione.
Pensate un po’: gli italiani avan-
zano ai loro governanti la ben stra-
na richiesta del risanamento dei con-
ti pubblici e più autentiche,
conseguenti misure di rilancio del-
l’economia. Come se ciò non fosse
da sempre il compito principale di
chi intende governare democratica-
mente uno stato: tenere il bilancio
in regola tra entrate e uscite, ammi-
nistrare bene la cosa pubblica, ga-
rantire la pace, amministrare la giu-
stizia... Sembra facile a dirsi. Ma, in
Italia, un po’ meno a farsi. Oggi per
ottenere questo occorrerebbe rifor-
mare nientemeno che lo stato nella
sua interezza: una mostruosa mac-
china mangiasoldi dai consumi in-
sostenibili, con i suoi infiniti gangli
e apparati periferici. Mandando so-
prattutto a casa coloro che di questo
A
sistema vivono da anni alla faccia
degli italiani, senza vergogna di
sciacquettarsi al mare o rinfrescarsi
in montagna in compagnia di co-
stosissime scorte destinate alla loro
protezione.
Il fin troppo facile demagogo di
turno potrebbe dire in questo caso:
«Dopo quello che hanno combina-
to, c’è pure bisogno di proteggerli.
Semmai, da questi signori, bisogne-
rebbe proteggere gli italiani». Ma
chi scrive è al di sopra di simili con-
cetti di basso profilo, avendo prati-
cato a lungo la scuola del politica-
mente corretto: nella professione,
nell’università, nella vita. E perciò
non lo dice.
Fra le varie inutili emanazioni e
ripetizioni dello stato pletorico, sotto
diverse e più fantasiose forme, al-
l’interno di alcuni apparati regionali
riscontriamo la presenza di taluni
assessorati che si contraddistinguono
per finalità altamente umanitarie e
obiettivi programmatici di rassicu-
rante e caritatevole certezza. Uno di
questi è nella giunta regionale del
Lazio: trattasi niente di meno che
dell’assessorato ai Rapporti con gli
Enti Locali e alle Politiche per la Si-
curezza. Praticamente, dal nome per
il quale si auto dichiara, poco meno
che l’universo mondo.
Fino a quando si discuterà del-
l’insostenibile situazione delle carceri
e di chi, uscendone fuori, non trova
occasioni per un idoneo reinseri-
mento sociale? Fino a quando do-
vremo assistere a una Giustizia ci-
nica e indifferente che costringe per
anni in stato di reclusione persone
in attesa di giudizio e che poi, alla
prova dei fatti, si dimostreranno in-
nocenti? Fino a quando dovremo
subire un sistema penitenziario che
incarcera donne con figli al seguito
in tenera età senza predisporre serie
e sistematiche misure alternative che
consentano una riduzione del danno
psicologico al bambino?
In una situazione così grave per
la quale varie volte il presidente Na-
politano ha invitato i responsabili
politici a promuovere riforme co-
raggiose affinché possa essere mi-
gliorato il sistema penitenziario ita-
liano, finalmente avviando proposte
anche innovative per risolvere le
questioni relative all’universo della
detenzione; in un periodo in cui
l’economia nazionale ormai da trop-
po lungo tempo soffre e il fenomeno
della disoccupazione genera crimi-
nalità, corruzione, malcostume e in-
sicurezza sociale; in questa babele
italiana regna sovrana nella politica,
cioè all’interno dei partiti, la confu-
sione delle lingue, l’orrendo silenzio
dei significati, lo spegnimento della
luce della ragione.
Tutto questo anche da parte di
coloro che si pongono con fare ar-
cigno e sguardo maschio, per il ne-
cessario tributo all’apparenza mas-
smediatica, in difesa della sicurezza,
promettendo misure per una più ci-
vile convivenza nel territorio e nelle
città. A proposito del sistema carce-
rario e delle politiche per la sicurez-
za, leggiamo stupefatti che una can-
tante bresciana con il suo gruppo
musicale si è esibita recentemente
nella Casa di reclusione di Civita-
vecchia, nel quadro del progetto
“Evasioni musicali” (sic!) voluto dal-
la Regione Lazio, per sostenere i de-
tenuti e migliorare le condizioni di
vita all’interno degli istituti di de-
tenzione «specialmente nel momen-
to estivo dove si registra un innal-
zamento dei disturbi di tipo
depressivo e un’incidenza maggiore
delle malattie psico-somatiche».
Questo è quanto è stato dichiarato
al termine dell’evento musicale nel-
l’istituto di reclusione. «Proprio per
rispondere alle istanze che arrivava-
no da questo istituto - ha illustrato
l’assessore ai Rapporti con gli Enti
Locali e alle Politiche per la Sicurez-
za – ho voluto esporre ai detenuti
gli interventi che abbiamo approva-
to in sede di giunta regionale: in par-
ticolare per le attività sportive, ab-
biamo finanziato la ristrutturazione
del campo di calcetto. Nel portare
i saluti della presidente Renata Pol-
verini ai detenuti, ho ricordato che
con la brava cantante bresciana sia-
mo alla quarta esperienza nelle car-
ceri del Lazio; già l’anno scorso ave-
vo avuto il piacere di ascoltarla, ma
oggi ha regalato a me e ai detenuti
di Civitavecchia un concerto vera-
mente emozionante».
Nulla da aggiungere alla canora
iniziativa umanitaria dell’assessora-
to, anzi registriamo che, in ossequio
all’imperativo della nuova politica
che intende premiare merito e com-
petenze, l’assessorato ha meritoria-
mente predisposto uno staff canoro
di prima eccellenza: bel colpo! Vista
la drammatica situazione delle car-
ceri e della sicurezza nel territorio,
c’è solo da domandarsi a quanto
stress abbiano dovuto tutti sotto-
porsi per organizzare questa sorta
di Cantagiro carcerario. Nel mo-
mento in cui ci si è dovuti confron-
tare con la richiesta delle autoriz-
zazioni al Dap, alla direzione del
carcere per organizzare il concerto,
con probabili lunghe e defatiganti
ore di preaudizioni del gruppo mu-
sicale: forse, anche concordando te-
sti delle canzoni, misurando tempi,
modalità d’ascolto e naturalmente,
a margine, costi del gruppo canoro
e dell’organizzazione tutta. È con-
fortante sapere che in alto, nella po-
litica, dove “Vuolsi così colà dove si
puote ciò che si vuole...” c’è a chi
pensa con tanta efficienza e innova-
tiva creatività alle politiche della si-
curezza, al conforto e ai diritti dei
detenuti, al problema dell’affolla-
mento delle celle, al rispetto della
dignità di chi sconta la pena (magari
senza colpa). In un certo senso, nelle
carceri italiane, dove si suicidano
detenuti e agenti di custodia, d’estate
col caldo africano anche le canzo-
nette fanno bene. Peccato che la mu-
sica sta per finire. Negli interessi de-
gli italiani, però, è bene che chi ha
stonato cambi mestiere. Dando luo-
go, per il futuro, magari ad un altro
film dal titolo: “Il silenzio dei re-
sponsabili”.
*
Lega Italiana Diritti dell’Uomo
Fino a quando
si discuterà
dell’insostenibile
situazione delle carceri
e di chi, uscendone fuori,
non trova occasioni
per un idoneo
reinserimento sociale?
Fino a quando dovremo
assistere a una Giustizia
cinica e indifferente
che costringe per anni
in stato di reclusione
persone in attesa
di giudizio e che poi,
alla prova dei fatti,
si dimostreranno
innocenti?
Fino a quando dovremo
subire un sistema
penitenziario
che incarcera donne
con figli al seguito
in tenera età senza
predisporre serie
e sistematiche misure
alternative
che consentano
una riduzione del danno
psicologico al bambino?
L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 29 AGOSTO 2012
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