Page 6 - Opinione del 29-9-2012

tampare moneta porta inflazione, ma
in Argentina pur di assecondare le ma-
nie della Kirchner, si è ordinato alla Banca
Centrale Argentina di stampare carta per
sostenere la crescita. Non è una novità.
Su questi pixel avevamo segnalato l’anor-
male crescita dell’M2, in pratica costan-
temente intorno al 30% (si pensi che la
massa monetaria in Europa in tempi non
di crisi cresceva intorno al 7%).
Poca cosa è comparsa sulla stampa na-
zionale ordinaria, mentre qualche blog
(
Phastidio e Chicago-Blog) l’aveva già fat-
to presente in tempi poco sospetti. Pari-
menti il popolo “sbavava” dalla voglia
(
vista la perdurante crisi
e l’impossibilità a sva-
lutare) di imitazione, ta-
le da sostenere l’ipotesi
che un fallimento del-
l’Italia, così come della
Grecia, favorirebbe una
crescita sulla stessa linea
del modello argentino.
È l’ignoranza signora
mia.
La presidentessa ha
avviato un programma
di restrizioni commer-
ciali in contrasto con gli
accordi Wto, di fatto fa-
cendo crollare le importazioni, in quanto
uno dei suoi obbiettivi è il surplus com-
merciale. Inoltre la penuria di dollari sul
territorio argentino è ormai un dato di
fatto. Segnali arrivano dal confine cileno
con richieste di aperture di conti in dol-
lari, per salvaguardarsi dall’inflazione or-
S
mai costantemente al 24/25%. Si pensi
che in questa “eldorado” sono vietate an-
che le doppie intestazioni di conti Paypal,
la gente iniziava a comprare utilizzando
questo mezzo per sfuggire al rincaro dei
prezzi.
Addirittura le banche argentine nutro-
no molti timori sul sistema finanziario lo-
cale ormai colmpo di profonde distorsio-
ni. Non solo. La Banca Centrale
Argentina, confermano alcuni analisti, sta
facendo molte pressioni sulle banche lo-
cali affinché queste concedano prestiti al
settore privato, con il velato ricatto di re-
voca delle licenze bancarie. Ad ufficializ-
zare i problemi ci ha
pensato il Fmi che ha
chiesto alle autorità ar-
gentine di dare dati at-
tendibili sull’inflazione
e sul prodotto interno
lordo. In caso di diniego
potrebbe emettere una
censura sul paese.
L’unica cosa che sal-
va, almeno per adesso,
questo stato è un debito
estero irrisorio. Ma
l’amministrazione ha
stanziato recentemente
quasi 8 miliardi di dol-
lari in riserve della banca centrale per pa-
gare i propri debiti verso il settore privato.
Le manifestazioni del popolo sono già ini-
ziate e con la crisi mondiale che morde,
per loro saranno dolori.
ANDREW TANCREDI
l segretario di stato americano Hillary
Clinton e il primo ministro israeliano Ben-
jamin Netanyahu hanno riaffermato che i
loro paesi intendono impedire all’Iran di
dotarsi della bomba atomica. Lo ha indicato
un alto responsabile americano al termine
di un colloquio tra i due leader ieri sera a
New York. Clinton e Netanyahu «hanno
avuto un’approfondita discussione sull’Iran
e hanno ribadito di condividere lo stesso
obiettivo, quello di impedire all’Iran di do-
tarsi di un’arma nucleare», ha dichiarato il
diplomatico del Dipartimento di stato. Clin-
ton e Netanyahu hanno parlato a quattr’oc-
chi per 75 minuti, a margine dell’Assemblea
Generale dell’Onu.
Nel corso della «con-
versazione franca e co-
struttiva», il capo della
diplomazia americana e
il capo del governo israe-
liano hanno discusso an-
che la «situazione regio-
nale» nel suo insieme e il
processo di pace israelo-
palestinese. L’Iran «ri-
sponderà con tutta la for-
za necessaria» a un
attacco. «La Repubblica
islamica d’Iran è suffi-
cientemente forte per di-
fendersi e si riserva il diritto di rispondere
con tutta la forza necessaria a qualsiasi at-
tacco»: così invece si è espresso il vicerap-
presentante iraniano all’Onu, Eshagh Al
Habib. Il discorso è stato presentato come
una «risposta alle parole del premier israe-
liano» pronunciate ieri sera davanti all’As-
I
semblea Generale dell’Onu. Nel suo discor-
so Benjamin Netanyahu aveva chiesto la
definizione di una «chiara linea rossa» per
impedire all’Iran di dotarsi dell’arma ato-
mica. «Il futuro del mondo è in gioco» e
che «il tempo stringe» e per far questo ha
mostrato un grafico ai presenti. «Per la se-
conda volta nella storia recente delle Na-
zioni Unite, un grafico immaginario e in-
fondato è stato utilizzato per giustificare
una minaccia contro un paese membro fon-
datore» dell’Onu, ha dichiarato Al Habib,
con un implicito riferimento alle «prove»
portate nel 2003 davanti al Consiglio di Si-
curezza delle Nazioni Unite dall’allora Se-
gretario di stato ameri-
cano Colin Powell, per
giustificare l’attacco con-
tro l’Iraq, dotato di armi
di distruzione di massa.
«
Non è possibile che le
nazioni vengano minac-
ciate con mezzi così as-
surdi», ha martellato il
rappresentante iraniano,
accusando Israele, poten-
za nucleare non dichia-
rata, «di sviare l’attenzio-
ne degli Stati membri dal
pericolo del suo pro-
gramma nucleare clande-
stino che è l’unica vera minaccia per la pace
e la stabilità del Medio Oriente». Il rappre-
sentante iraniano ha nuovamente ripetuto
che il programma nucleare del suo Paese è
«
esclusivamente pacifico e conforme agli
obblighi internazionali».
Usa e Israele d’accordo:
l’Iran rinunci al nucleare
Durante il discorso
alle Nazioni Unite,
il primo ministro
Netanyahu ha chiesto
la messa a punto
di una linea rossa
per impedire a Teheran
di dotarsi dell’atomica
Il sistema finanziario
argentino a rischio crollo
Il presidente Kirchner
ordina alla Banca
Centrale argentina
di stampare moneta
ad oltranza per sostenere
la crescita. Due pericoli:
inflazione elevata
e collasso economico
L’OPINIONE delle Libertà
SABATO 29 SETTEMBRE 2012
6