Pagina 7 - Opinione del 30-8-2012

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II
CULTURA
II
Fecondazione: ecco perché l’Europa ha ragione
di
GIUSEPPE TALARICO
on una sentenza, che ha già su-
scitato polemiche e diviso i
principali esponenti del mondo po-
litica italiano, la Corte Europea dei
diritti umani, accogliendo il ricorso
presentato da una coppia di geni-
tori, Rosetta Costa e Walter Pavan
portatori sani di una malattia che
si trasmette per via genetica, ha giu-
dicato incoerente e contraddittoria
la legge 40, che disciplina e regola
nel nostro paese la fecondazione
assistita. Rosetta Costa e Walter Pa-
van hanno scoperto di essere por-
tatori sani di una terribile malattia
genetica, la fibrosi cistica, dopo la
nascita del loro primo figlio, con-
cepito in modo naturale. Mossi dal
desiderio legittimo e naturale di
avere un secondo figlio, che non
fosse affetto dalla malattia, di cui
hanno scoperto di essere portatori
sani, così come avviene nei maggio-
ri paesi europei, tranne in Austria
e Svizzera, i due coniugi italiani
hanno maturato la decisione di ri-
correre alla fecondazione assistita.
Che prevede la possibilità di effet-
tuare la diagnosi dell’embrione, per
verificare che sia sano ed esente da
patologie, prima che sia impiantato
nell’utero materno. Purtroppo la
legge quaranta, per abrogare la
quale si è tenuto un referendum
abrogativo, che non ha sortito l’ef-
fetto sperato, poiché nel 2005 non
venne raggiunto il quorum dei vo-
tanti, stabilisce alcuni divieti, tra
cui il divieto di diagnosi preimpian-
to sugli embrioni e l’impossibilità
di ricorrere alla fecondazione assi-
stita per le coppie che non siano
sterili. In base alla sentenza emessa
dalla Corte europea di Strasburgo
dei diritti dell’uomo, la legge qua-
ranta, che disciplina in Italia la fe-
condazione assistita, è incoerente
poiché, mentre da un lato vieta la
diagnosi reimpianto sugli embrioni,
dall’altro lato ammette e riconosce
la liceità dell’aborto terapeutico,
per i casi in cui la gravidanza possa
comportare gravi rischi per la di-
gnità e la salute della madre e del
bambino. A questo proposito, nella
sentenza della Corte europea dei
diritti dell’uomo viene precisato e
sottolineato che l’embrione non
può e non deve essere messo sullo
stesso piano del bambino già nato.
Questa parte della sentenza si rife-
risce alla circostanza se sia giusto
considerare l’embrione dotato di
una soggettività giuridica al pari
del bambino. Inoltre, accogliendo
il ricorso presentato dalla coppia
italiana, desiderosa di avvalersi del-
la fecondazione assistita, la Corte
di Strasburgo ha stabilito che la leg-
ge quaranta viola il diritto alla vita
privata dei coniugi ricorrenti e, so-
prattutto, non rispetta i diritti uma-
ni sanciti nella Convenzione euro-
pea. Pertanto lo stato è stato
condannato a risarcire i coniugi ri-
correnti, per i danni morali e ma-
teriali che hanno subiti, ai quali
dovrà essere data una somma di 15
mila euro, più 2500 euro per le spe-
se legali. La sentenza emessa dalla
Corte europea dei diritti dell’uomo
diventerà definitiva, se, entro tre
mesi non vi sarà il ricorso da parte
dello stato italiano presso la
grande
chambre
. Se dovesse divenire defi-
nitiva la sentenza della Corte euro-
pea, secondo il parere dei giuristi,
il Parlamento dovrebbe modificare
C
le norme della legge quaranta, ade-
guandola alle normative vigenti nei
maggiori paesi europei, oppure la
Corte costituzionale italiana do-
vrebbe pronunciarsi sulla sua legit-
timità, in considerazione dei limiti
individuati e posti in risalto in sede
europea e vista la sua inconciliabi-
lità con la legge 194, che riguarda
le ipotesi in cui è ammessa la inter-
ruzione di gravidanza. A questo
punto occorre notare che, come
scrisse in un suo memorabile arti-
colo il filosofo Emanuele Severino
sul
Corriere della Sera
in passato,
l’embrione deve essere filosofica-
mente e biologicamente considerato
soltanto in potenza, per usare un
termine che deriva dal pensiero di
Aristotele che distingueva tra po-
tenza ed atto, una persona dotata
di soggettività. Su questo punto la
divisione tra i credenti e i non cre-
denti è profonda ed abissale. Tut-
tavia non bisogna dimenticare che
diversi tribunali in Italia, in molte
città tra cui quelli di Cagliari, Fi-
renze e Salerno, hanno accolto i ri-
corsi presentati dalle coppie desi-
derose di avvalersi delle tecniche
della fecondazione assistita, auto-
rizzando la diagnosi di preimpianto
sugli embrioni. Inoltre su questioni
delicate, come il divieto di fecon-
dare più di tre ovociti e l’obbligo
di trasferirli nell’utero materno, si
è pronunciato il Tar del Lazio, sol-
levando il dubbio di costituziona-
lità. Il dibattito sui temi della fe-
condazione assistita, in seguito alla
sentenza emessa dalla Corte di
Strasburgo si è riaperto nel mondo
politico Italiano, facendo emergere
la diversità dei punti di vista su di
un tema etico e filosofico così deli-
cato e decisivo. Per alcuni la legge
in vigore deve rimanere immutata,
poiché si ritiene che la diagnosi di
reimpianto sugli embrioni si confi-
gurerebbe come un modo per legit-
timare la selezione eugenetica, sic-
chè chi non è perfetto dovrà essere
escluso dall’ordine naturale della
creazione prima di essere nato.
Inoltre, secondo questa visione ed
impostazione filosofica, le norme
in vigore, previste e contemplate
dalla legge quaranta, mirano a tu-
telare la dignità e la soggettività del-
l’embrione, che già esiste come per-
sona dotata di una anima, secondo
i credenti. Quanti, diversamente in-
vocano e chiedono che la legge
quaranta sia radicalmente modifi-
cata, eliminando i divieti che riguar-
dano diversi aspetti della feconda-
zione assistita, come quella
eterologa, pongono l’accento sulla
circostanza che la diagnosi di
preimpianto riguarderebbe soltanto
gli embrioni di genitori che siano,
per cause genetiche accertate, por-
tatori sani di una grave malattia
che si trasmette per via ereditaria.
Mai come in questo caso occorre,
vista la sentenza che sulla legge
quaranta è stata emessa in sede eu-
ropea, ricercare un punto di equi-
librio tra le diverse visioni etiche e
culturali presenti nel dibattito pub-
blico in Italia, perché il Parlamento
approvi, rispettando le convinzioni
religiose di tutti i cittadini, siano
essi credenti oppure atei, una nuo-
va legge in materia di fecondazione
assistita, che non sacrifichi i legit-
timi diritti privati ed umani dei cit-
tadini, in nome di una visione
astratta e metafisica della origine
biologica della vita umana.
Il filosofo Emanuele
Severino sul Corriere
della Sera ha ricordato
in passato che
l’embrione deve essere
filosoficamente
e biologicamente
considerato soltanto
in potenza - per usare
un termine che deriva
dal pensiero di Aristotele
che distingueva
tra potenza ed atto -
una persona dotata
di soggettività. Su questo
punto la divisione
tra i credenti
e i non credenti
è profonda ed abissale.
Tuttavia non bisogna
dimenticare che diversi
tribunali in Italia,
in molte città
tra cui Cagliari, Firenze
e Salerno, hanno accolto
i ricorsi presentati
dalle coppie desiderose
di avvalersi delle tecniche
della fecondazione
assistita, autorizzando
la diagnosi
di preimpianto
sugli embrioni
L’OPINIONE delle Libertà
GIOVEDÌ 30 AGOSTO 2012
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