Direttore ARTURO DIACONALE
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Venerdì 30 Novembre 2012
delle Libertà
Lametafora dell’Ilva nel vuoto di Bersani e Renzi
a quale è lo specchio più si-
gnificativo del paese? Il di-
battito conclusivo delle primarie
del Pd tra Bersani e Renzi, trasfor-
mato in liturgia istituzionale grazie
alla trasmissione effettuata con
grande enfasi e con la massima de-
ferenza sulla rete ammiraglia del
servizio pubblico radiotelevisivo?
Oppure lo stabilimento dell’Ilva
fermato dalla magistratura, occu-
pato dagli operai ed infine deva-
stato dal tornado che si è abbattu-
to sull’impianto siderurgico
provocando morte e distruzione?
La domanda è fin troppo reto-
rica. Ed impone una risposta fin
troppo scontata. Che trasforma lo
M
spettacolo rilucente delle primarie
trasmesse sulla tv pubblica nella
cortina fumogena tesa a nascon-
dere all’opinione pubblica nazio-
nale la reale e spietata realtà del
paese rappresentata dalla morte
della siderurgia italiana. Ma se si
vuole uscire da questo schema
troppo rigido basta chiedersi quan-
to del dramma dell’Ilva, inteso co-
me simbolo della crisi dell’indu-
stria italiana, sia risultato presente
nel dibattito televisivo tra gli aspi-
ranti premier di un Partito demo-
cratico che ormai si sente già inve-
stito del compito di guidare il
paese nella prossima legislatura.
Certo, Renzi ha usato il caso Il-
va come pretesto per denunciare
le responsabilità dell’attuale grup-
po dirigente del Pd nella fallimen-
tare politica industriale degli ultimi
vent’anni. E Bersani ha cercato di
difendere l’operato suo e dei suoi
compagni di partito all’insegna del
principio che nessuno è perfetto.
Ma né l’uno, né l’altro hanno vo-
luto cogliere il significato profondo
della devastazione meteorologica,
industriale, giudiziaria dell’Ilva,
cioè la morte dell’industria di tra-
sformazione nazionale. E, soprat-
tutto, né l’uno, né l’altro hanno sa-
puto fornire una qualsiasi vaga
indicazione di come il paese possa
andare avanti ed uscire dalla crisi
dopo aver preso atto della neces-
sità di individuare un nuovo modo
di sviluppo e di crescita visto che
quello industriale, incentrato sulle
intese all’italiana tra famiglie pro-
prietarie, forze politiche e confe-
derazioni sindacali, si è inesorabil-
mente esaurito.
In questa luce, allora, l’apoteosi
televisiva delle primarie Pd non
rappresenta più la cortina fumo-
gena buttata sugli occhi degli ita-
liani per nascondere la rappresen-
tazione più cruda e realistica della
crisi nazionale. È, al contrario, la
conferma più evidente e clamorosa
della vastità e drammaticità...
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Casini,Montezemolo e il circo dell’AgendaMonti
genda Monti: fatta apposta per
sfrondare il reddito delle fami-
glie! In altre parole: quando la fi-
scalità è peggiore del napalm sulle
foreste pluviali. Da noi, ormai, pio-
vono solo tasse, che distruggono fi-
ducia e potere di acquisto, ma il go-
verno insiste, e il circo tragico
Casini–Montezemolo ne reclama a
gran voce il... “bis”! Allora, qui è
necessario che qualcuno dica “qual-
cosa di centrodestra”! Una fra tut-
te: usciamo dall’euro e da “questa”
Europa, dicendo chiaramente qual
è il “salvagente”, per restare tutti a
galla. Uno Sme redivivo, o un siste-
ma di cambi a “oscillazione con-
trollata”? Quello che volete, purché
A
risparmiamo un pozzo di miliardi,
chiudendo quell’altro immenso cir-
co tragico, che risponde al nome di
Eurocrazia”, politica agricola Co-
mune, fondi strutturali, ecc.. Fac-
ciamo, poi, accordi bilaterali con
tutti quelli che hanno importanti
attivi commerciali, tipo gli Emirati
del Golfo, la Cina e la Russia, dan-
do fondo alla nostra inesauribile
materia grigia, per avere energia a
basso prezzo e attenti investitori sui
prodotti di pregio, che solo noi ita-
liani sappiamo fare.
Altro circo tragico, è quello delle
primarie”, abortite a destra e
sballottate” a sinistra. Una vera
buffonata, con tutto il rispetto par-
lando. Spiego perché, dal mio pun-
to di vista. Primo, qualunque sia la
legge elettorale (e, vi prego, lascia-
teci quella che c’è, tanto siete capaci
di fare solo danni, mettendoci ma-
no all’ultimo momento!), il vero
strumento per una democrazia di
base è fare le primarie per la for-
mazione delle “liste” nazionali di
Camera e Senato, inserendo in or-
dine decrescente i candidati più vo-
tati. Le leggi, infatti, le fa il Parla-
mento, e non il candidato premier.
Secondo aspetto: in politica, a volte,
funziona benissimo il “ricombinare,
scombinando”. Ovvero, mettendo
assieme le “frattaglie” si arriva a fa-
re, talvolta, un pollo e mezzo. Vale
per Forza Italia 2.0 del Cavalier Sil-
vio (che potrebbe sommare algebri-
camente i suoi voti, mettendo as-
sieme la sua lista personalizzata,
una rediviva di An e un’altra resi-
duale di Alfano–Pdl), ma ancora di
più per Bersani, Vendola e Renzi.
Dato che gli investitori internazio-
nali e l’alta finanza vedono come
la peste l’inserimento dell’ultrasini-
stra in un governo del dopo–Monti,
tanto vale che...
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di
MAURIZIO BONANNI
Piovono solo tasse,
che distruggono fiducia
e potere d’acquisto,
ma il governo insiste,
e il circo tragico
Casini–Montezemolo
ne reclama a gran voce
il “bis”! Qualcuno
dica in fretta“qualcosa
di centrodestra”
di
ARTURO DIACONALE
Dal dibattito televisivo
sulle primarie del Pd
è emerso chiaramente
che né Bersani, né Renzi
hanno la più minima
idea di come uscire
dalla crisi. Un bene
per la chiarezza,
un dramma per il futuro
del nostro paese
K
Il ballottaggio si avvicina e cre-
sce lo scontro all’interno del Pd.
Scoppiato il putiferio intorno alla pagina
di giornale acquistata dai renziani su
Corriere, La Stampa e QN per invitare gli
elettori a registrarsi tramite il sito
. Pubblicità appa-
rentemente neutra, ma riconducibile alla
fondazione Big Bang e che per questo
ha fatto infuriare l’establishment demo-
cratico. Su Twitter è stata subito guerra,
con gli staff dei due candidati a darsele
di santa ragione. Poi ecco l’esposto dei
comitati di Bersani, Vendola, Tabacci e
Puppato contro uno spot «inganne-
vole», in quanto «palesemente ricondu-
cibile al candidato Matteo Renzi» che,
pertanto, «sta tentando artatamente di
modificare in maniera consistente la
base elettorale dei votanti per il turno di
ballottaggio».
Torna dunque d’attualità il divieto «ai
candidati e ai loro sostenitori di ricor-
rere a qualsiasi forma di pubblicità a pa-
gamento, come, ad esempio spot su
radio, televisioni, giornali, internet o af-
fitto di spazi su cartelloni pubblicitari»,
così come previsto dal regolamento
delle primarie.
E se nei giorni scorsi la stampa parlava
di presunte scorrettezze da parte di
Renzi e Bersani sul terreno degli spot,
oggi il caso si allarga fino allo spinoso
campo dei manifesti abusivi.
Primarie, ultime scintille