Obama e la legge che pare sovietica

giovedì 29 marzo 2012


Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, vuole diventare un dittatore? L'ipotesi è di fantapolitica. Ma Twitter è letteralmente esploso di commenti del tipo: «Il presidente ha ora il controllo completo su tutte le risorse degli Stati Uniti! Legge marziale in tempo di pace!». Oppure: «L'Ordine Esecutivo di Obama spiana la strada a una completa nazionalizzazione dell'economia!».

Che succede? C'è un golpe in corso e non ce ne siamo accorti? No, "semplicemente", lo scorso 16 marzo, il presidente ha approvato l'Ordine Esecutivo "National Defense Resources Preparedness" (letteralmente: stato di preparazione delle risorse per la difesa nazionale). Si tratta di un nuovo emendamento al vecchio Defense Production Act del 1950. Prevede che, in vista di una guerra o di un'emergenza nazionale, il presidente assuma pieni poteri sulle risorse americane. Ogni ministro diverrebbe un piccolo dittatore del proprio settore.

Di colpo, in caso di emergenza, un Paese come gli Usa, che noi abbiamo sempre conosciuto come la terra della libertà e dell'iniziativa individuale, si trasformerebbe in un regime totalitario. La divisione dei poteri cesserebbe di esistere. Non si tratta di una distopia, come quella descritta da Ayn Rand nel suo "La rivolta di Atlante", ma di una tragica possibilità.

Ma è lecito aver paura, visto che gli Usa non sono in guerra e un conflitto totale, dal collasso dell'Urss in avanti, è sempre più un'ipotesi di studio che non una possibilità concreta? Leggi di questo genere esistono, appunto, sin dal 1950. E non sono mai state implementate, fortunatamente. Tuttavia, alcuni giornalisti di area liberal, conservatrice e libertaria (tutti e tre i fronti del dibattito americano) avvertono che questo Ordine Esecutivo ha una marcia in più.

Partiamo da una fonte liberal, teoricamente più vicina a Obama: lo Huffington Post. Il giornalista Jim Garrison considera il "National Defense Resources Preparedness" (Ndrp) di Obama come l'ultimo (in ordine di tempo) atto di una serie di misure che mettono a rischio la libertà nel nome della sicurezza. Prima del Ndrp è stato firmato l'Ndaa (National Defence Authorization Act), che a sua volta si basa sul Patriot Act di George W. Bush. L'Ndaa, scrive Garrison: «definisce gli Usa come un "campo di battaglia", come ha sottolineato il senatore Lindsey Graham e autorizza il presidente e i suoi agenti a catturare cittadini statunitensi, porli in stato di arresto a tempo indeterminato senza processo, basandosi sul semplice sospetto, senza alcuna supervisione del potere giudiziario. Il nuovo Ordine Esecutivo (Ndrp) stabilisce che il presidente e i suoi ministri possano avere il potere di pianificare tutte le risorse degli Usa, cibo e acqua compresi, di requisire trasporti e razionare l'energia su tutto il territorio statunitense. Il governo può arruolare obbligatoriamente i cittadini nelle forze armate o obbligarli a lavorare ai fini della "difesa nazionale". Non è permessa alcuna supervisione del Congresso». Il presidente dovrebbe solo sottoporre rapporti periodici al potere legislativo.

I libertari della rivista Reason sembrano meno allarmati. Ma solo perché sono ormai assuefatti a nuove leggi potenzialmente autoritarie. Visti tutti i precedenti, «la questione non è se sia giustificata l'interpretazione allarmistica di questi nuovi poteri, ma se questi poteri già esistano per il Congresso e per il presidente», scrive Lucy Steigerwald. La quale giunge alla conclusione che, tutto sommato, non c'è realmente nulla di nuovo sotto il sole. Ma c'è comunque da stare attenti, perché: «Il governo federale non è interessato a rendere noto quanto la nuova legge possa impattare sulle nostre vite. E così noi dobbiamo trincerarci e far sì che le nostre libertà non ci vengano portate via in un qualsiasi venerdì pomeriggio. Alcune persone diventano paranoiche per qualsiasi cosa. Possono sbagliarsi. Ma viviamo ai tempi della Ndaa e del Patriot Act. A volte, dunque, la paranoia è già una sottovalutazione» del pericolo.

I conservatori, anche per ovvi motivi elettorali, sono stati i primi a scendere in campo contro il nuovo Ordine Esecutivo. Facendo notare che non si applicherebbe solo in caso di guerra, ma anche in tempo di pace. Così come è stato formulato l'Ndrp, infatti, prevede che «il presidente possa invocare questi poteri per "rispondere ai requisiti necessari alla difesa nazionale" nell'ambito di "tutti i casi di emergenza nazionale"», come rileva Joe Wolverton II sul The New American. Aggiungendo che: «La Casa Bianca non ha rilasciato alcuna dichiarazione sui motivi della firma di un simile ordine. Non c'è alcuna relazione di accompagnamento che spieghi perché questi poteri debbano essere conferiti al presidente, adesso o eventualmente in futuro». La differenza fra questo atto e tutti i suoi precedenti "è tutta contenuta nella parola "preparazione" - commenta Kate Daley, di Fox News - Il presidente vuole "assicurarsi la disponibilità" di tutte le risorse attualmente in mani private nel nome di una preparazione per un pericolo potenziale». In tempi di crisi come questi, un'eventuale guerra nel Medio Oriente, fra Iran e Israele, sarebbe sufficiente a far scattare uno stato di "emergenza"? Probabilmente sì, considerando che il conflitto potrebbe facilmente allargarsi (con attentati degli Hezbollah) al territorio americano.

Restano altri due punti oscuri, che rendono il quadro ancora più inquietante. Il primo è la disponibilità dimostrata da Barack Obama a scavalcare le istituzioni e la stessa Costituzione, in caso di guerra. L'intervento in Libia è lì a dimostrarlo: è stato deciso dal presidente senza passare dal parere del Congresso. E senza nemmeno un annuncio alla nazione che lo motivasse. Guantanamo, la croce di tutti gli opinion maker liberal, è in via di smantellamento. Ma i presunti terroristi vengono direttamente uccisi in operazioni militari all'estero. Senza nemmeno passare da un campo di detenzione militare extra-territoriale. Il secondo punto oscuro è: perché non c'è dibattito? I pareri fin qui riportati riguardano un piccolo pubblico di osservatori e attivisti politici. Vi ricordate il dibattito popolare che seguì l'approvazione del Patriot Act? Con la sua coda di film, documentari, inchieste, manifestazioni, denunce globali e la volontà di Baltazar Garzon di trascinare Bush di fronte a una corte penale internazionale? Qui non si vede nulla di simile. E i grandi media trascurano la notizia, così come hanno trascurato la promulgazione dell'Ndaa. È solo paranoia o può venire il sospetto che Obama possa fare tutto quello che vuole, senza subire critiche?

di Stefano Magni