Bomba in Bulgaria: la pista iraniana

Un giovane uomo bianco, dai capelli lunghi e con una grande borsa, vestito da turista che va al mare: pantaloncini corti, maglietta, berretto e occhiali da sole. È questo l’identikit del sospetto terrorista suicida che si è fatto esplodere su un bus carico di turisti israeliani nel parcheggio dell’aeroporto di Burgas, Bulgaria, uccidendo 8 persone e ferendone 31. È stato ripreso dalle telecamere di sicurezza del terminal. Sarebbe arrivato poco prima dell’attentato, munito di passaporto degli Stati Uniti. Presumibilmente falso.

La polizia bulgara sta seguendo soprattutto questa pista, per scoprire l’identità del misterioso attentatore. Dietro quest’uomo (sempre che sia lui) vi sarebbe un mandante di Teheran? Parallelamente, anche Israele sta compiendo la sua indagine. A Gerusalemme, stando alle dichiarazioni del premier Benjamin Netanyahu e del ministro della Difesa Ehud Barak, sono convinti che la bomba sul bus sia un atto di terrorismo iraniano. L’attentato sarebbe parte di una «Campagna terroristica in tutto il mondo» scatenata dal regime di Teheran contro cittadini israeliani.

I servizi segreti israeliani non avevano ricevuto segnali di allarme, prima che la bomba scoppiasse. C’era un precedente, abbastanza lontano, ma significativo: a gennaio era stato trovato dell’esplosivo su un bus di israeliani diretto in Bulgaria e proveniente dalla Turchia. Più che indizi materiali e prove concrete, a far sospettare che vi sia la mano di Teheran, anche dietro a questo atto di terrorismo, sono una serie di date e circostanze. Prima di tutto, le circostanze: mai, in tutto l’anno, la tensione militare è stata così alta nel Golfo Persico. Dopo lo stallo in cui sono finiti i negoziati sul nucleare, l’Iran minaccia di chiudere dello Stretto di Hormuz. Oltre alle circostanze, ci sono le coincidenze: il giorno della bomba a Burgas era il 18mo anniversario dell’attentato contro la comunità ebraica di Buenos Aires, compiuto materialmente da Hezbollah su istigazione di Teheran.

Israele inserisce il massacro dei turisti israeliani in Bulgaria in una lunga scia di attacchi terroristici, alcuni riusciti, la maggior parte falliti, tutti avvenuti quest’anno, dei quali attribuisce la paternità all’Iran: in India, Tailandia, Kenya, Azerbaigian, Turchia, Georgia, Grecia, Sud Africa, Singapore, Cipro e Stati Uniti, ovunque i terroristi catturati agivano per conto dell’Iran e ovunque i bersagli erano nemici (anche inconsapevoli) del regime di Teheran.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 16:49