La grande doppiezza dello zar di Russia

giovedì 6 marzo 2014


“La Grande Doppiezza”. Questo potrebbe essere il titolo di un prossimo film biografico su “Zar” Putin, già colonnello del Kgb durante la Guerra Fredda e divenuto, per percorsi a noi indecifrabili, il Delfino (ed effettivo successore) di Eltsin, alla guida della nuova Russia post-1991.

Per quanto mi riguarda, dopo essermi occupato istituzionalmente di analisi sulla sicurezza internazionale, durante il decennio 1986-1996 (e, quindi, dei Massimi Sistemi, all’epoca della confrontation Est-Ovest), avevo maturato la ferma convinzione che l’ascesa al potere di Putin significasse due cose fondamentali. La prima era quella di consolidare una rete estesa e capillare di controlli (sostanzialmente, di polizia) sull’intero, immenso territorio della Nuova Russia, che solo le ex “antenne” locali del Kgb sarebbero riuscite a garantire, grazie alla messe gigantesca d’informazioni (su persone, associazioni, movimenti della dissidenza, nuovi oligarchi) contenuti negli archivi dell’ex Polizia segreta sovietica. Concetto, quest’ultimo, ribadito dal fatto che Putin, grazie ai suoi poteri presidenziali, nominò suoi fedelissimi ex Kgb, come “Governatori” regionali, in modo da rafforzare notevolmente il controllo del territorio, da parte del potere centrale.

Il secondo aspetto della questione è legato alla capacità di analisi e di lettura dei fatti internazionali (politici, economici e sociali), che solo gli analisti e gli operativi ad alto livello del Kgb possedevano realmente, grazie al raggio di azione con cui operavano, sotto copertura, in tutte le aree del mondo, con particolare riferimento all’Occidente. Erano loro, quindi, i soli ad avere gli strumenti più idonei, per provare a colmare il rilevante gap (finanziario, tecnologico, imprenditoriale, ecc.) che separava l’ex Urss dagli Usa, in particolare. Di conseguenza, le radici ideologiche, legate al concetto stesso di “imperialismo sovietico”, da allora sono rimaste pressoché intatte. Morale: è rimasta inalterata la relativa dispercezione dell’Assediato, di zarista memoria, sulla necessità di (ri)conquista dei territori adiacenti (buon ultima l’Ucraina, ma prima ancora la Georgia e la Cecenia), destinati a fungere da “Stati-cuscinetto” tra Mosca e il Resto del Mondo (Europa e Stati Uniti), per proteggere la Madrepatria dalle… Invasioni Barbariche, ipotetiche o reali.

Paradossalmente, la gravissima asimmetria tra Est e Ovest non ha fatto che aumentare, dal 1991 in poi. Questo perché, mentre la Russia, abbandonata a se stessa, cercava una terza via, “alla cinese”, di transizione dal socialismo reale al capitalismo, nel frattempo i presidenti repubblicani Usa si gettavano a capofitto nel Medio Oriente, a seguito dell’invasione del Kuwait da parte di Saddam Husssein, per poi invadere lo stesso Iraq nel 2003 e, prima ancora, l’Afganistan, nel 2001, in rappresaglia all’attentato delle Torri Gemelle. La Russia guardava indifferente e prendeva nota dell’inconsistenza dei presidenti (soprattutto democratici) Usa, che si cullavano, in fondo, nel sogno fallace della cosiddetta “Fine della Storia”. L’America mirava a una guerra di “vendetta”. La Russia manteneva, invece, intatta quella di “potenza”. E noi europei, in mezzo, come sempre, un po’ (tanto?) vili e un po’ (molto?) opportunisti.

Conclusione: la Ue non conta assolutamente nulla, ancora e soprattutto oggi. Parolaia e inconcludente. Lo stiamo vedendo benissimo in tutti gli scenari dove, invece, bisognerebbe mostrare i muscoli. Buon ultima l’Ucraina. Questo, del braccio di ferro tra “Noi” e gli “Altri” è destinato a non verificarsi mai, finché l’Europa non avrà una Difesa Comune, distinta dalla Nato, oggi a dominanza Usa (e anglosassone, in generale), essendo loro gli unici vincitori del secondo conflitto mondiale. Il vero asso nella manica, a mio giudizio, l’abbiamo avuto nel 1991, se non fossimo stati quei decadenti nani geopolitici che siamo. Per stravincere la partita della globalizzazione, avremmo dovuto fare della Russia la stella dell’Unione (vi rendete conto di quanto siano vicini a noi i valori della Grande Russia, per musica, letteratura, religione, arte e scienza? Altro che Romania!), che ci avrebbe resi i più ricchi ed evoluti della terra! Se lo avessimo fatto, oggi avremmo avuto zero problemi economici. Le materie prime, esageratamente abbondanti, di là. La materia grigia sovrabbondante, di qua. Connubio perfetto!

Invece, siamo ancora schiavi dell’imperialismo anglosassone, per colonizzazione tecnologica, di costume e di cultura. Alla lotteria della Storia abbiamo avuto diritto a uno zar cinico e scaltro come Putin. In perfetta tradizione storica. E, per simmetria, abbiamo “vinto” anche un Obama, abile giocoliere verbale, che lascia morire milioni di civili mediorientali, per mano dei loro dittatori. Per non parlare del disastro Africa. E per non parlare di quell’organismo inutile, inservibile e costosissimo, chiamato Onu! Colpa solo nostra se gli Usa, con le due guerre mondiali, hanno fatto dell’Europa un irrilevante nanetto geo-politico e fedele consumatore dei prodotti americani. Nel XXI secolo gli States hanno fatto ancora meglio, con il potere di Wall Street, fino al 2008. Noi, da perfetti sub-dotati, non solo non abbiamo approfittato del 1991 per confederarci con la Russia, ma siamo rimasti a guardare, quando alla Germania di Kohl fu concesso di annettersi la Ddr comunista, a economia centralizzata. Fu così che Berlino, dopo aver speso migliaia di miliardi di euro, per la riqualificazione di quel territorio, è divenuta, di nuovo, una sorta d’impero austro ungarico economico! Senza alcun beneficio geostrategico - voglio sottolineare - per tutti gli altri Paesi della Ue!

Temo che l’America, in Ucraina, si infilerà nel solito pantano inconcludente. A Obama, infatti, sono bastati e avanzati l’Iraq e l'Afganistan. La sua Cia si limiterà, quindi, a finanziare e foraggiare con armi portatili super-sofisticate qualche guerriglia interna, soprattutto di matrice fondamentalista (tatara?). Una sorta di coazione a ripetere, per dire. Barak dovrebbe ricordarsi, a proposito, di quando nel 1988 inviò ai Talebani, in Afganistan (per contrastare l’invasione sovietica!), varie centinaia di Stinger portatili terra-aria in grado di abbattere elicotteri e aerei sovietici. “Dopo” il 2001, i talebani hanno utilizzato quegli stessi Stinger per tirare giù i velivoli alleati! Poiché la Russia, come armamenti, è decenni indietro ad America e Israele (l’avionica più evoluta è Made in Israel), credo che eviterà di giocare alla guerra con gli Usa per l’Ucraina. In caso contrario, sarebbe il tracollo economico per entrambi. Putin creerà, questo sì, infiniti problemi economici agli ucraini, con tutte quelle frontiere in comune.

Un rimedio c’è, a mio parere. Ovvero: la Ue sottoscriva (come Unione) tutti i contratti possibili e immaginabili per lo sfruttamento delle immense risorse di gas che si trovano nel sottosuolo ucraino, e poi dica chiaramente a Putin che se dovesse per caso toccare quelle nostre installazioni, allora per lui è bell’è pronta una reazione di forza della Nato che, a quel punto, avrebbe la totale legittimità ad agire, per la protezione di interessi vitali dell’Occidente. Ma non ditemi che le vedo solo io certe cose!


di Maurizio Bonanni