La seconda vita   di Tony Blair

Cosa hanno in comune il primo ministro dell’Albania, Edi Rama con i presidenti del Kazakistan, Nursultan Nazarbaev e dell’Egitto, El Sisi? A prima vista nulla, essendo leader di Paesi del tutto diversi tra loro. Quello che li unisce è Tony Blair, loro consulente strategico.

In Albania Blair è arrivato nel maggio 2013, ancor prima delle elezioni politiche che hanno dato la maggioranza al partito socialista albanese e portato l’ex sindaco di Tirana, Edi Rama, alla carica di premier. Tony Blair aveva convinto Rama a ingaggiare per le elezioni il suo ex portavoce ai tempi di Downing Street e suo spin doctor, Alastair Campbell. La società di consulenza di Tony Blair, la “Government advisory practice”, ha così sostituito nella sede del Governo albanese le società “Podesta group” di Tony Podesta e “Patton Boggs”, i più influenti lobbisti a stelle e strisce, chiamati a Tirana ai tempi dell’ex premier Sali Berisha.

Quella in Albania non è la sola esperienza di Tony Blair nei Balcani. Già il Governo del Kosovo di Hashim Thaci aveva chiamato l’ex premier britannico quale consulente strategico. Ai kosovari, presso i quali gode di enorme considerazione per il ruolo che ebbe nella guerra di liberazione contro i Serbi del 1998, Blair ha suggerito una campagna pubblicitaria sui principali media internazionali, in collaborazione con “Saatchi & Saatchi”, con lo slogan “Kosovo, the young europeans”. Nel centro di Pristina, capitale del piccolo stato, gli hanno intitolato una “Blair square”.

Tony Blair è di casa anche ad Astana, capitale del ricco Kazakistan, dove dal 2011 è membro, in buona compagnia con altri ex leader europei, da Prodi a Schroeder, dell’ “International advisory board” del presidente Nursultan Nazarbaev. I consulenti si incontrano nel Paese asiatico diverse volte all’anno e ciascuno di loro percepisce dal Governo kazako cospicui compensi. Secondo la stampa britannica quello di Blair si aggira sui 9 milioni di euro annui.

Con il Kuwait, in ragione dei suoi stretti legami con la famiglia dell’emiro al Sabah dai tempi di Downing Street, Blair ha un contratto di consulenza che gli rende circa 27 milioni di sterline all’anno. Il Kuwait è stato il primo cliente della “Tony Blair associates”, la società creata dall’ex premier nel 2009 quale veicolo per offrire consulenza di buona governance agli Stati. Blair e i suoi assistenti stanno redigendo per il Kuwait uno studio di riforme intitolato “Kuwait Vision 2035”.

Nel Golfo, Blair vanta anche altri contratti di consulenza: con il ricco emirato di Abu Dhabi, dove si reca spesso ospite del suo amico lo sceicco Mohamed bin Zayed, principe ereditario e uomo forte, e nel sultanato dell’Oman, dove è stimatissimo dal sultano Qaboos.

In Africa, l’ex premier “consiglia” i Governi di Guinea, Ruanda, Liberia, Sierra Leone e Sud Sudan, ufficialmente tramite una delle sue società di beneficienza, la “African governance initiative”. Proprio con il Governo della Guinea, pochi giorni dopo la prima missione di Blair, il fondo sovrano di Abu Dhabi, Mubadala Development Company, ha firmato un accordo per lo sfruttamento delle miniere di bauxite e ferro. Con Mubadala, la “Tony Blair associates” ha un contratto di consulenza dal 2009 del valore di un milione di sterline l’anno.

Tony Blair ha anche contratti di consulenza con i Governi della Romania, Mongolia e Colombia. È inoltre consigliere per la città di San Paolo in Brasile.

Quando lasciò Downing Street nel giugno del 2007, Blair venne nominato “Inviato speciale” del quartetto per il Medio Oriente, il gruppo di nazioni e organismi internazionali coinvolti nella mediazione del processo di pace nel conflitto israelo-palestinese. Il quartetto è rappresentato da Stati Uniti, Russia, Unione europea e Nazioni unite. A Gerusalemme, Blair e i suoi assistenti occupano un’ala dell’ “American colony hotel”, uno degli alberghi più eleganti e di charme della città santa.

Tony Blair è anche consulente di “Jp Morgan”, importante banca d’affari americana, che gli paga due milioni e mezzo di sterline l’anno e del gruppo assicurativo svizzero, operante in tutto il mondo, “Zurich financial services”.

Ultima nata, la consulenza strategica che Blair fornirà, in tema di riforma economica, al Governo egiziano del neo eletto presidente Abdel Fattah El Sisi. Il programma è finanziato dal Fondo di sviluppo di Abu Dhabi ed è stato commissionato alla società di Blair, “Government advisory practice”. Si stima che i clienti di Tony Blair, tra stati, istituzioni e privati siano oltre quattrocentosessanta.

Blair opera tramite la “Tony Blair associates”, che raggruppa diverse altre entità, tutte facenti capo all’ex premier: l’ “Africa governance initiative”, la “Tony Blair faith foundation”, la “Tony Blair sports foundation”, la “Breaking the climate deadlock' initiative”, la “Government advisory practice”, la “Windrush venture”.

Nella palazzina vittoriana al centro di Londra che ospita le sue società e i suoi uffici londinesi lavorano oltre cento persone e diverse decine sono i suoi collaboratori che operano ai quattro angoli della terra, dove si estende la ragnatela di Blair. Numerosi sono i consiglieri che erano con lui negli anni di Governo e che lo hanno seguito anche nella nuova vita.

Il patrimonio di Blair è stato stimato tra i 30 e i 40 milioni di sterline (circa 50 milioni di euro) anche se la cifra è stata definita esagerata dal suo portavoce. Blair, senza dubbio, è tra i due mila uomini più ricchi del Regno Unito. Oltre alle consulenze pagate e ai discorsi (anche quelli pagati lautamente) che tiene in tutto il mondo, si attiva anche in iniziative benefiche, a titolo gratuito, specialmente in Africa. Tony Blair, sessantuno anni lo scorso maggio, trascorre gran parte dell’anno in missione per i suoi numerosissimi incarichi; viaggia sempre con voli privati, assistenti e scorta al seguito. In Inghilterra vive tra il suo palazzetto nel centro di Londra e la sua tenuta di campagna nel Buckinghamshire.

Insomma, per i politici nostrani di lungo corso che volessero seguire l’esempio di Blair, esiste una vita anche fuori dai palazzi del potere.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:48