I falsi storici sparano   contro Israele

La delibera della commissione Onu, per l’apertura di una indagine sui presunti crimini di Israele nei territori palestinesi, è ridicola e incredibile. Piuttosto, l’indagine bisognerebbe aprirla sui titoli e sulle capacità dei membri di quella commissione.

Va da sé che nessuno auspica o apprezza la guerra, anzi, andrebbe evitata e scongiurata sempre e comunque. Detto questo, non è più accettabile che da parte di tanti, direi troppi, si continui ad additare Israele per le sue reazioni e la determinazione con la quale si difende dagli attacchi terroristici di Hamas e del più violento integralismo islamico.

Basterebbe studiare la storia di quell’area dalla seconda guerra mondiale in poi (non volendo tornare ancora più indietro) per capire chi abbia combattuto in nome della distruzione e chi, con i metodi più vili e sanguinari, abbia infranto per primo ogni periodo di faticosa tregua o mediazione internazionale. Le fondamenta dello Stato di Israele sono quelle del rispetto, della libertà e della democrazia, senza la minima sorta di discriminazione religiosa e politica, a favore della più profonda convivenza fra tutti nella pace e nella giustizia.

Additare uno Stato così è un falso e uno sbaglio storico. Continuare poi con quel pericoloso cerchiobottismo, che trova ragioni dall’una e dall’altra parte nel conflitto fra Israele e terrorismo palestinese, è ancora peggio. Non solo esiste per tutti il diritto alla difesa e alla vita giuridica, ma il principio della proporzionalità, fra azione e reazione, è in questo caso di una astrattezza totale. E l’astrattezza nasce, esclusivamente, dalla viltà del comportamento dei terroristi di Hamas, che si fanno scudo dei civili, si attrezzano nelle scuole o negli ospedali per sferrare i loro attacchi, scavano tunnel nelle case per nascondersi e nascondere i loro armamenti.

Israele reagisce e si difende nell’intento di contrastare il pericolo e le cause che lo generano, a vantaggio della pace e anche di tutto il popolo palestinese, che non la pensa come Hamas e come l’integralismo violento. Non capire questo e non capire la posizione di Israele sarebbe come mettere tutto sullo stesso piano, offrendo il fianco a pericolosissimi fronti di antisemitismo di cui, drammaticamente, si vedono i segni. America, Europa e tutti quanti che hanno a cuore la pace, la democrazia e la libertà, devono decidere una volta per tutte di prendere una posizione forte e chiara nelle trattative per una pace duratura, a partire dalla totale smilitarizzazione di Gaza, assicurandone un controllo efficace perché non si approvvigioni da nessuna parte di armi e mezzi per attaccare.

D’altro canto, sarà difficile avere la pace fino a quando ci saranno armi pericolose, razzi e potenti mezzi di distruzione in mano ad Hamas e a chi lo affianca più o meno ipocritamente.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:44