In che modo i media aiutano Hamas?

mercoledì 30 luglio 2014


“Sappiamo che Hamas usa gli scudi umani. Ma perché riportare questa notizia quando si è seduti nel bel mezzo della striscia di Gaza, circondati da uomini armati di Hamas?” si chiede un reporter di guerra, che vuole rimanere anonimo.

Oltre alla questione degli scudi umani c’è qualcos’altro che i media internazionali preferiscono ignorare: le esecuzioni sommarie di palestinesi accusati di “collaborazionismo” commesse nel corso delle ultime due settimane.

I media stanno aiutando Hamas a farla franca con i crimini di guerra. Hamas e i suoi propagandisti palestinesi continuano a sostenere che i movimenti islamisti non utilizzano i civili come scudi umani nella striscia di Gaza durante la guerra. Ma la verità è che Hamas ammette di usare civili innocenti come scudi umani per aumentare il numero delle vittime e screditare Israele agli occhi della comunità internazionale.

Tuttavia, quest’ammissione è passata inosservata alla maggior parte dei giornalisti e degli analisti occidentali. Molti reporter sembrano essere all’oscuro che gli alti dirigenti e i miliziani di Hamas trovino rifugio fra i civili e negli ospedali, soprattutto nello Shifa Hospital di Gaza City. È davvero una coincidenza che i portavoce di Hamas rilascino interviste ai media arabi e occidentali dai locali dello Shifa Hospital? Perché a nessuno è parso strano?

Naturalmente, i portavoce di Hamas, per attirare l’attenzione dei mezzi di comunicazione, fingono di andare a visitare i feriti in ospedale, mentre in realtà se ne stanno all’interno dell’edificio, sapendo bene che Israele non colpirebbe un sito così sensibile. Ciò che è inquietante è che i giornalisti stranieri non si sono preoccupati di chiedere (né hanno osato farlo) se qualcuno dei leader di Hamas e dei sedicenti portavoce si fosse nascosto all’interno del nosocomio, indipendentemente dalla risposta che avrebbero ricevuto.

Un inviato straniero ha spiegato che porre una domanda del genere avrebbe “messo in pericolo la mia vita”. Un altro ha ammesso davanti a un caffè che lui e i suoi colleghi erano troppo spaventati per riportare la notizia che avrebbe irritato Hamas e altri gruppi radicali.

Il 22 luglio Hamas e gli altri gruppi della “resistenza” palestinese hanno invitato gli abitanti della striscia di Gaza a non uscire di casa dopo le 23. Il monito, che è stato ignorato dalla maggior parte dei giornalisti, è stato pubblicato su molti siti web legati a Hamas. Ecco cosa fa: impone un vero e proprio coprifuoco agli abitanti della striscia di Gaza, nella speranza che essi siano uccisi o feriti da Israele. Ma questa, per quanto riguarda i media internazionali, è una notizia che ovviamente non vale la pena riportare.

Il 10 luglio sono emerse ulteriori prove dell’uso di civili come scudi umani da parte di Hamas. Il ministero degli Interni di Gaza ha pubblicato sul suo sito web in arabo un comunicato in cui si chiede ai residenti di non dare ascolto agli inviti israeliani di lasciare le proprie case, per evitare di essere feriti o uccisi dalle Idf, le forze di difesa israeliane.

Questo monito non è stato postato sul sito web in lingua inglese del ministero. Non sembra sorprendere che Hamas non voglia che il mondo sappia che i suoi dirigenti, dalle suite di lusso degli alberghi in Qatar e in altri Paesi, usino i civili come scudi umani.

Anche se quasi tutti gli inviati stranieri che si occupano del conflitto nella striscia di Gaza hanno degli “assistenti” di lingua araba, nessuno di questi “tuttofare” ha ritenuto necessario mettere in guardia i loro colleghi stranieri dai moniti lanciati da Hamas. Alcuni reporter occidentali, che sono venuti a conoscenza in seguito dell’avvertimento, hanno preferito far finta di nulla. Dopotutto, chi vuole avere seccature con Hamas, in particolar modo quando i suoi dirigenti e i combattenti sono molto nervosi e occupati a spostarsi da un nascondiglio all’altro? Fonti palestinesi hanno confermato che Hamas ha giustiziato almeno tredici palestinesi sospettati di “collaborazionismo” con Israele. Nessuno dei sospetti è stato processato e le esecuzioni sarebbero state eseguite nel modo più brutale, infliggendo varie torture dai violenti pestaggi alla rottura delle braccia e delle gambe.

Sempre secondo le fonti, Hamas gambizza altresì i sospetti “collaborazionisti” per impedire loro di muoversi. Molti altri, tra cui gli attivisti di Fatah, sono stati messi agli arresti domiciliari per volontà di Hamas. E anche di questo Hamas non vuole che i media internazionali parlino. Nemmeno uno dei giornalisti stranieri presenti nella striscia di Gaza ha menzionato nei suoi servizi le uccisioni brutali. Forse essi temevano di essere allontanati dal teatro di guerra e di essere inviati a svolgere il loro lavoro in un luogo anonimo.

Hamas è riuscita a evitare che i mezzi di comunicazione internazionali fornissero informazioni sulla perdita di vite umane tra gli appartenenti all’organizzazione. Ai reporter è stato permesso di parlare solo delle vittime civili. Avete visto qualche foto o avete letto qualche pezzo sugli uomini armati di Hamas? Ovviamente, no. La versione ufficiale è che non esistono. I giornalisti stranieri hanno soddisfatto le richieste di Hamas e continuano a evitare le notizie o le foto che mostrano un cinico sfruttamento dei civili innocenti in tempo di guerra da parte del movimento islamista. I mezzi di comunicazione si sono ancora una volta schierati nel conflitto israelo-palestinese. Così facendo, stanno aiutando Hamas a farla franca con i crimini di guerra.

(*) Gatestone Institute

Traduzione a cura di Angelita La Spada


di Bassam Tawil (*)