Il “Datagate” che imbarazza la Merkel

giovedì 31 luglio 2014


Non deve essere stata facile la missione di Denis McDonough, il capo di Gabinetto della Casa Bianca, che nei giorni scorsi è volato a Berlino per incontrare, Peter Altmaier, suo omologo alla Cancelleria Federale e ministro per gli Affari speciali. Obiettivo dell’incontro, preparato da una serie di telefonate e missive del presidente Obama alla Cancelliera Merkel, era di salvare il salvabile nell’intricata vicenda dello spionaggio americano in Germania.

Dalla montagna di documenti segreti, trafugati e resi pubblici più di un anno fa da Edward Snowden, ex dipendente Nsa, i tedeschi avevano appreso, nello stupore iniziale cui aveva fatto seguito grande irritazione, che i servizi segreti americani avevano assoldato alcuni agenti tedeschi doppiogiochisti, spiato nei siti industriali in Germania e addirittura avevano intercettato il cellulare privato della Cancelliera Merkel.

Dopo approfondite e lunghe indagini, ai primi di luglio era stato individuato ed arrestato un trentunenne agente del Bnd, il servizio segreto federale, che aveva ammesso di aver consegnato alla Cia centinaia di documenti secretati in cambio di soldi. Pochi giorni dopo era toccato ad un funzionario civile del ministero della Difesa, scoperto a passare informazioni riservate ad un contatto dell’Ambasciata statunitense a Berlino.

Il ministero degli Esteri tedesco aveva convocato nei giorni successivi l’ambasciatore americano in Germania, John Emerson, apparso imbarazzatissimo all’uscita dal colloquio e dopo poche ore il rappresentante dei servizi segreti presso l’Ambasciata americana di Pariser Platz era stato invitato a lasciare il Paese, come persona non grata. L’ambasciatore Emerson, già consigliere di Clinton alla Casa Bianca dal 1993 al 1997 e poi presidente di un fondo privato americano di investimenti, il Capital Group, era già stato convocato per chiarimenti dal ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle nell’ottobre del 2013, a poche settimane dal suo insediamento a Berlino, dopo che era emersa la notizia che la National Security Agency teneva sotto controllo anche il cancelliere tedesco Angela Merkel.

Nel gergo tecnico, la convocazione di un ambasciatore straniero è un passo estremamente inusuale e riservata solitamente ai momenti di grande crisi diplomatica. Lo scandalo era scoppiato nel giugno del 2013, quando Edward Snowden, tecnico informatico trentunenne, già in forza alla Cia e al National Security Agency, aveva iniziato a svelare al quotidiano inglese The Guardian e al settimanale tedesco Der Spiegel i segreti dei metodi di intercettazione telefonica tra Stati Uniti ed Unione europea, in particolare il progetto Prism, un programma clandestino di sorveglianza elettronica che consente alla Nsa di accedere alla posta elettronica, ricerche web, e altro traffico Internet in tempo reale. Dopo un periodo ad Hong Kong, Snowden è volato a Mosca, dove ha avuto un permesso di asilo e risiede. Il tecnico avrebbe defezionato per motivi ideologici.

Eppure, prima che Snowden svelasse che la Nsa acquisisce in media ogni giorno i dati di 500 milioni di comunicazioni soltanto in Germania, tra mail, contatti su Internet, sms e conversazioni telefoniche e che le successive indagini portassero all’arresto dei due doppiogiochisti tedeschi al soldo della Cia, le relazioni tra i servizi segreti tedeschi e americani erano idilliache; l’accordo tra Nsa e Bnd, il Bundesnachrichtendienst (Servizio Segreto esterno) e il Bfv, il Servizio Federale interno di Protezione della Costituzione, risale al lontano 1962. Per capillarità della struttura e numero delle informazioni trasmesse, la Germania è la principale base in Europa dei servizi di sicurezza americani. La collaborazione tra i servizi segreti dei due paesi è stata talmente estesa che si è creato un logo speciale: sotto la sigla “Jsa” (Joint Sigint Activity, attività congiunta di intelligence), l’aquila calva, emblema degli Stati Uniti, svetta sul tricolore tedesco, con il motto “Der Zeitgeist”, lo “spirito del tempo”. I direttori della Nsa, l’ammiraglio Rogers, e della Cia, John Brennan, sono di casa con i capi del Bnd, Gerhard Schindler, e del BfV, Hans-Georg Maasen.

La Nsa dispone in Germania di oltre 150 stazioni di ascolto. A Wiesbaden, sul terreno che ospitava una vecchia caserma della Wehrmacht nella Seconda Guerra Mondiale, ora base americana, ha sede il maggiore centro di raccolta dati della Nsa in Europa, nodo fondamentale delle attività di anti terrorismo statunitense nel Vecchio Continente. Da lì sarebbero state raccolte informazioni funzionali per l’eliminazione fisica, con missili sparati dai droni della Cia, di presunti terroristi nel nord Africa.

A cinque chilometri di distanza, a Erbenheim, è attualmente in costruzione un Centro di Intelligence Consolidata, una base per esperti di monitoraggio dati la cui creazione costerà 91 milioni di euro, che dovrebbe ospitare insieme operatori americani e tedeschi. Un’altra importante base della Nsa è situata a Bad Aibling, cittadina termale sul fiume Mangfall, a 40 chilometri a sud di Monaco.

Secondo il paragrafo 99 del codice penale tedesco le attività di spionaggio sono però illegali in Germania; i Governi tedeschi avrebbero pertanto ignorato o coperto azioni contro legge, contestano gli oppositori della Merkel.

Certo, il governo tedesco è stato quello che ha protestato di più contro Obama, dopo la pubblicazione delle rivelazioni di Snowden; il risentimento dell’opinione pubblica stava crescendo e le autorità non potevano restare in silenzio. Ma era davvero all’oscuro? Da Berlino è partita una richiesta ufficiale a Washington con una serie di domande e il parlamento federale ha costituito una commissione d’inchiesta. Inoltre la procura federale ha aperto un fascicolo, per il momento contro ignoti, per indagare sullo spionaggio del telefono privato della cancelliera Angela Merkel e le indagini della polizia federale hanno portato agli arresti delle spie americane nei giorni scorsi.

Il ministero dell’Interno a Berlino ha disdetto il contratto con Verizon, la compagnia telefonica americana che per anni ha fornito servizi Internet a vari dipartimenti governativi tedeschi. Per garantire la sicurezza delle sue reti di comunicazione, il paese si affiderà ora alla compagnia nazionale Deutsche Telekom.

Al di là delle prese pubbliche ufficiali, dure ma comunque improntate da molta tattica diplomatica, il datagate ha imbarazzato e irritato moltissimo la Merkel, come hanno riferito i suoi più stretti collaboratori. La collaborazione tra i servizi segreti tedeschi e quelli dipendenti da Washington, come è risultato dalla stampa, era molto più intensa di quanto si immaginasse. Se il governo, la procura federale e la commissione parlamentare non potranno probabilmente condannare le attività americane in Germania, per ovvie ragioni di real politik, non potranno però sottrarsi, agli occhi dell’esigente opinione pubblica tedesca, ad un chiarimento sul ruolo dell’intelligence locale. E’ troppo viva, nei pensieri di molti tedeschi e della Merkel stessa, che ha vissuto a lungo nella Germania dell’Est, la memoria del controllo capillare e paranoico delle comunicazioni operato dalla Stasi, il temutissimo servizio segreto della Ddr.

La matassa che alla Merkel non sarà facile dipanare riguarda uno dei temi più sensibili nelle coscienze tedesche: il confine tra sicurezza e privacy.


di Paolo Dionisi