Ucraina, la Russia ci sorprende ancora

I russi sono ufficialmente intervenuti in Ucraina. Il mondo non fa a tempo a voltarsi su un fronte che subito un’altra guerra degenera. Per “mondo”, ovviamente, si intende l’opinione pubblica occidentale, che è quella che, alla fine, condiziona le azioni e le scelte dei governi più influenti del mondo. Questa opinione pubblica, nell’ultimo mese, aveva lo sguardo rivolto al Medio Oriente, alla tragedia dello Stato Islamico genocida e all’ultima piccola ma sanguinosa guerra fra Israele e Hamas a Gaza. Ebbene: ci eravamo dimenticati dell’Ucraina. Mentre i bombardieri americani iniziavano i raid sullo Stato Islamico e la diplomazia era al lavoro per chiudere il conflitto a Gaza, i russi hanno rilanciato in Ucraina, avviando una nuova, pericolosissima fase del conflitto.

L’abbattimento del volo malese Mh17 sui cieli dell’Ucraina orientale aveva già provocato una breve ma intensa crisi in luglio. Gli Usa e l’Unione Europea avevano approvato un pacchetto di nuove sanzioni economiche contro la Russia. Mosca aveva risposto con il boicottaggio delle importazioni di cibo dai Paese sanzionatori, provocando un moto di orgoglio nazionale nel popolo russo e un’ondata di indignazione fra gli imprenditori europei esportatori. Fine della crisi? Niente affatto. Quello era solo l’inizio. Perché ad indagine sull’abbattimento dell’Mh17 appena incominciata (e subito interrotta a causa della guerra in corso) la Russia ha trovato un nuovo modo per provocare l’ escalation, con una mossa impossibile da rispondere. Ha organizzato un convoglio umanitario di terra, una colonna di camion che né la Croce Rossa, né ispettori internazionali hanno potuto vedere da vicino, e lo ha spedito in territorio ucraino, senza chiedere autorizzazioni a nessuno. Probabilmente quei camion chiusi non contenevano neppure armi o mezzi militari. Non erano sufficienti, in sé, a ribaltare il rapporto di forze, neppure se fossero stati un cavallo di Troia carico di uomini e mezzi. Ma il gesto è stato compiuto ed è stato molto grave: i russi hanno deciso unilateralmente di violare i confini ucraini, alla luce del sole, dimostrando che nessuno potesse intervenire per fermarli. Sparare loro addosso, da parte degli ucraini, sarebbe stato come sparare sui soccorsi: una figuraccia da evitare. Lasciarli passare, come è stato fatto, è stata però una dimostrazione di impotenza da parte di Kiev.

Il convoglio umanitario, comunque, è stato solo l’antipasto di un’escalation molto più complessa. L’intelligence ucraina, aiutata da quella statunitense, da un mese, nota un aumento di truppe e mezzi in transito dalla Russia all’Ucraina orientale, anche carri armati, batterie di artiglieria e lanciarazzi, tutti senza insegne e non identificabili come appartenenti alle forze armate regolari russe. Fonti giornalistiche indipendenti (non ucraine né russe) hanno anche trovato i punti di transito, potendo vedere le tracce lasciate dai cingoli dei mezzi pesanti. Proprio mentre i presidenti di Russia e Ucraina, Vladimir Putin e Petro Poroshenko, erano a colloquio a Minsk, per discutere una “road map” per la pace, un gruppo di paracadutisti russi veniva arrestato in Ucraina. Si trattava di soldati regolari, non più di volontari di nazionalità russa. La giustificazione ufficiale di Mosca? Sarebbero finiti in Ucraina “per errore” mentre pattugliavano il confine. Pochi ci hanno creduto. Nel frattempo anche parte della stampa russa iniziava ad interrogarsi sulla “guerra segreta”. Una nuova associazione di madri dei soldati, nel Caucaso settentrionale, chiede tuttora (senza ottenere risposta) dove siano finiti tanti militari dati per dispersi. E si moltiplicano le sepolture di soldati russi morti in azione, ufficialmente tutti in esercitazioni in territorio russo.

E d’altra parte anche i risultati sul terreno si sono visti: a partire da questa settimana i separatisti pro-russi, sempre sulla difensiva per tutto il mese, sono passati improvvisamente al contrattacco. Hanno ripreso il controllo di almeno 7 cittadine che erano state strappate loro dall’esercito regolare ucraino e ieri hanno occupato il porto di Novoazovsk, sul Mar d’Azov. Se questa nuova offensiva riuscisse, i pro-russi potrebbero spezzare l’assedio di Donetsk, ricongiungere la città alla sacca di Luhansk (che confina con la Russia) e aprire una nuova via di comunicazione marittima con la Crimea (occupata dai russi fin dal mese di marzo). In pratica si garantirebbero una posizione sicura fino al prossimo inverno, logorando le già deboli forze regolari dell’Ucraina. Risultati così brillanti e ottenuti in così poco tempo non potevano essere ottenuti senza un valido aiuto esterno.

Questi sospetti di intervento russo hanno trovato finalmente una prima conferma semi-ufficiale ieri. Il leader pro-russo Alexander Zakharchenko ha dichiarato in Tv che almeno 3-4000 russi combattono nei suoi ranghi. Ciò supererebbe la stima della Nato, secondo cui erano almeno un migliaio i soldati di Mosca dispiegati nelle regioni orientali dell’Ucraina. Dopo le gravi dichiarazioni di Zakharchenko, subito smentite ufficialmente dal Cremlino, il presidente ucraino Poroshenko ha annullato la sua prevista visita diplomatica in Turchia, mentre il premier Arseny Yatsenyuk parla chiaramente di “invasione”: “La Russia ha scatenato una guerra sul suolo europeo”. Il problema, però, come sempre dall’inizio della crisi è: e adesso? Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunito ieri sera per discutere della nuova crisi ucraina, è paralizzato dalla presenza stessa della Russia fra i suoi membri permanenti con diritto di veto. Escludendo che si possa dichiarare guerra alla Russia e che le sanzioni hanno un’utilità limitata (e pressoché nulla nel breve periodo), quale potrebbe essere la risposta dell’Ue e degli Usa? Mosca sta testando varie forme di guerra asimmetrica a cui la Nato non sa ancora rispondere. Probabilmente la Russia pagherà nel lungo periodo, con il suo progressivo isolamento internazionale. Ma, nel breve periodo, ci sta dimostrando che un paese europeo esposto all’invasione russa è indifendibile.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:25