Lotta al terrorismo:   questione planetaria

Il prezzo della libertà, della difesa dei diritti umani e della giustizia è molto alto e va pagato senza negoziazioni e senza paura. Quanto sta succedendo in Iraq, in Siria e in altre parti del mondo arabo per mano delle milizie dello Stato islamico è uno stupro della libertà e dell’umanità. Sinceramente non mi unisco ai “plauditores” del discorso di Obama, che continua a non capire cosa fare per risolvere il grave problema del terrorismo se non proporsi come al solito “gendarme” del mondo. Sicuramente il Presidente americano non conosce Von Clauseviz che diceva: “La politica è un modo diverso di fare la guerra” e io aggiungo che combattere il terrorismo è un modo diverso di fare sia la politica che la guerra! Il terrorismo di matrice fanatico-religioso si propone nel vissuto di ognuno di noi come quella paura collettiva che colpisce “qualcuno”, quel “qualcuno” nel quale ognuno di noi può riconoscersi facendoci sentire tutti potenziali bersagli e potenziali strumenti.

Già, potenziali strumenti perché l’incarnazione di questo terrorismo non è altro che un modo diverso di portare guerra e morte e di forzare la politica della libertà portandola verso la tentazione della repressione, dell’incrudelimento del commissariamento delle garanzie personali. Per le crocifissioni, per le decapitazioni e per gli eccidi di massa non serve solo piangere o provare disgusto ma bisogna lottare combattendo con una legittima difesa individuale, di pensiero, di opinione e di azione contro questi che altro non sono che banditi che perpetrano delitti contro la libertà e contro la vita utilizzando quegli stessi strumenti di libertà. La libertà di coloro che professano lo stesso credo ma appartengono ad un’altra etnia, la libertà di coloro che si trovano negli scacchieri del conflitto per lavoro, la libertà di coloro che svolgono un’azione umanitaria, la libertà di coloro che vivono in quelle zone e non hanno nulla a che spartire con chi vuole far prevalere le loro bislacche ragioni etnico, politiche e religiose.

La libertà dell’uomo in quanto tale. Ogni giorno quella libertà, inoltre, viene violentata nel modo più brutale da chi “a parole” cerca di camuffare, anche nelle Aule parlamentari il Diritto con il delitto. Il Diritto e la libertà hanno un costo altissimo che bisogna accettare ma che non significa rassegnazione ma capacità di mediazione tra gioia e dolore e stimolo alla ricerca del senso della vita. Chi crede nella “Civiltà del Diritto” non deve e non può trovare giustificazione o legittimazione nel delitto e non deve e non può farsi annullare dall’odio generato dalla religione, se di religione si può parlare, perché non esiste nessun credo che si fa scudo di esseri umani. L’attacco delle milizie dell’Isis dimostrano che nessun Paese e nessuna democrazia sono al riparo dall’arma del terrorismo, esterno o interno che esso sia, dove il fanatismo di qualunque guisa si contrappone alla tolleranza e alla civile convivenza.

Non sono antiamericano, non lo sono mai stato, ma questo non è un affare americano. Quindi gli Stati Uniti si pongano a servizio della Società delle Nazioni non come condottieri della campagna contro il terrorismo ma come sodali alleati di tutta la Comunità internazionale nell’intento primario della lotta contro il terrorismo e contro tutti coloro che consentono l’incubazione e addestramento di qualsiasi volgare “tagliagola”. La lotta al terrorismo non è un affare privato ma una questione planetaria perché è in gioco il futuro del mondo. Insomma, la responsabilità sia condivisa e condivisibile con pari dignità, che è la virtuosa somma delle scelte, specialmente quelle difficile ma che attraverso questo circolo virtuoso le rende più forti perché appunto condivise per la pace, la stabilità e la sicurezza nel mondo.

A nessuno è permesso di uccidere i “Diritti” con il fanatismo e l'estremismo perché è diritto di tutti vivere in un mondo pervaso da uno spirito di tolleranza, moderazione ed equilibrio. Ci sia allora un movimento di cooperazione internazionale per combattere questo flagello globale sul piano delle idee che portano alla sua diffusione evitando che sottosviluppo, diffusione del malessere economico e sociale ed esasperazione alimentino l’estremismo e il fanatismo che sono i mali che vanno affrontati per condurre un’efficace offensiva contro il terrore.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:53