Le intimidazioni   non fermano la Sbai

La denuncia dell’integralismo e dell’estremizzazione della società, si sa, in Italia incontra non pochi nemici. E non solo fra le frange più accese dei gruppi estremisti, bensì anche fra coloro che propagandano delle vessazioni per diritti umani. Ed è così, che spalleggiata da chi ha fatto del multiculturalismo buonista il suo cavallo di battaglia, la macchina del fango e dell’intimidazione estremista ha fatto partire la sua campagna di odio.

A qualcuno è bastato vedere Souad Sbai (nella foto), sì proprio quella Souad Sbai che venne avvelenata nel 2009 e che nel 2014 ancora combatte con le unghie e con i denti, salire sul palco di Piazza del Duomo a Milano per andare fuori dai gangheri ed iniziare ad avere paura. Viene ripresa con un telefonino, il suo intervento messo su Youtube e sottotitolato in arabo in maniera che dire distorta è dire poco e poi postato in calce ad un articolo sul quotidiano marocchino hibapress.com. Lei dice di chiudere le moschee fai da te e il video riporta solo moschee, lei dice basta con il velo dell’oppressione e con il niqab e il video riporta solo basta con il velo.

Un discorso contro l’estremismo viene trasformato in un discorso contro l’Islam, tematica che Sbai mai ha preso in considerazione in virtù del fatto che non è la religione il problema quanto la sua distorsione ed estremizzazione. Ma non finisce qui, perché l’opera di mistificazione porta al logico risultato, ovvero lo scaldarsi degli animi che si tramuta in commenti di fuoco: uno su tutti la definisce “nemica di Allah e del Profeta” e ritiene giustificato, in nome di questo concetto, ucciderla.

L’accaduto, come ovvio e di prassi, è stato denunciato dalla Sbai ai carabinieri nella serata del 22 ottobre e c’è da scommetterci che la cosa non mancherà di avere dei risvolti giudiziari. “Le minacce? - ha spiegato Souad Sbai - le denuncio perché è giusto, ma di certo appena lette me ne faccio serenamente una ragione. La mia battaglia è giusta e continua. Del resto sono proprio le minacce e le intimidazioni a testimoniare che si è toccato il fianco scoperto di qualcuno”.

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:52