Il Comitato Helsinki   per i diritti umani

Tra la diffusione e la creazione di varie Organizzazioni Non Governative, la creazione dei “Comitati Helsinki” in tutta Europa, Usa, Russia e Asia Centrale ha ribadito storicamente la necessità e la prioritaria tutela dei diritti umani in tutto il globo. Il Comitato Italiano Helsinki per i diritti umani fu fondato a Roma nel 1987, su suggerimento del Presidente dell’allora IHF - International Helsinki Federation -, Karl von Schwarzenberg. Tra i fondatori e i primi aderenti vi furono: Ennio de Giorgi, Sergio Mercanzin, Antonio Stango, Francesco Rutelli, Paolo Ungari, Carlo Ripa di Meana e Jiri Pelikan.

Il Comitato Italiano da allora svolge analisi, dibattiti, campagne d’informazione, ricognizioni in zone dove la democrazia risulta precaria e poco sviluppata, promuove iniziative parlamentari, contribuisce all’osservazione di processi sociali, al monitoraggio di elezioni, redige rapporti e li diffonde. Come altri Comitati Helsinki, esercita un’attenta azione di lobbying per i diritti umani presso istanze statali e internazionali, sostiene l’istituzione e il funzionamento della Corte Penale Internazionale nell’ambito del sistema delle Nazioni Unite e l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo.

I suoi membri partecipano frequentemente all’annuale “Human Dimension Impleamentation Meeting” dell’Osce a Varsavia, al Consiglio per i Diritti Umani a Ginevra, ad incontri al Parlamento Europeo e al Consiglio d’Europa. Nelle sue attività, il Comitato collabora con numerose istituzioni e con altre organizzazioni non governative, fra le quali la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, Nessuno Tocchi Caino, e Amnesty International. L’attuale Segretario del Comitato Italiano Helsinki per i diritti umani è il politologo, attivista ed editorie, nonché membro di segreteria del Partito Radicale Nonviolento transnazionale e transpartito, Antonio Stango.

Molte le campagne portate avanti nel corso di questi ultimi anni come il Primo Simposio Nazionale sull’etica dei trapianti, durante il quale si è denunciata la pratica di abuso e vendita di organi umani da parte delle istituzioni cinesi nei confronti sia dei detenuti che delle minoranze etniche e religiose, la Conferenza Internazionale sul tema “Protezione della popolazione civile nei conflitti armati”, durante la quale si è ricordato il massacro della città di Khojaly, nella regione del Nagorno Karabakh, ove nel 1992 si perpetuò un massacro della popolazione civile azerbaigiana ad opera delle forze armate dell’Armenia, il convegno “Dalla guerra fredda alla ridefinizione dell’Europa” tenutosi a Sacile il 14 ottobre durante il quale si è analizzato l’attuale situazione Ucraina come conseguenza di quel processo storico che risponde all’aspirazione di tanti Ucraini a guardare al modello Europeo come riferimento del proprio futuro economico, politico e sociale.

Il Comitato intende, inoltre, contribuire allo studio delle violazioni dei diritti umani commesse, sistematicamente, con statistiche allarmanti, dalla criminalità organizzata e pianificata a livello internazionale, come nel caso del traffico di persone e della riduzione in schiavitù.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:46