Siria: la questione dimenticata

La questione siriana? Meglio non parlarne più! Perché se da un lato appartiene alla cronaca passata e tra un po' passerà alla storia dall'altro non possiamo non registrare la leggerezza con la quale la Società delle nazioni abbia gestito il problema. La questione sembra ancora di più meno semplice di quanto possa apparire.

Sia gli Stati Uniti, sia l'Unione europea e sia il 'mondo arabo' cosiddetto moderato con la loro dissennata politica egemonica hanno creato in Siria e con l'intento di abbattere il regime di Assad una spirale pericolosissima, non solo per l'Occidente, ma per tutto il mondo civilizzato. Come? Semplice. Attraverso una superficialità prima con la loro benedizione per la creazione dell'Islamic State e contemporaneamente armando la peggiore specie di bande criminali di stampo religioso con la speranza non di ripetere in Siria quanto operato in Libia con Gheddafi, compreso il suo assassinio. Siamo stati veramente capaci di capire quello che è successo in Siria? Certamente non abbiamo capito! Se la cosa è giustificale per i non addetti ai lavori, ridicola appare per le tutte le diplomazie mondiali che appaiono responsabili in solido dell'immane e torbido pasticcio siriano e dell'incomprensibile orrore che ne è scaturito che fa apparire tutti i protagonisti come attori che generano orrore e paura.

Sicuri di ripercorrere l'agevole strada già percorsa in Libia, i contendenti, con i loro colpevoli litigi o inazioni, hanno travolto in massa, passando come carrarmato, su persone inermi, su animali, terra, vita selvatica, libertà e vita. Tanti hanno alzato la voce con sdegno ma nello stesso tempo se ne sono lavati le mani perché non hanno creduto e non credono, cosa ancora più grave, in un'umanità che rappresenta la pienezza di un organismo che ha bisogno di pace. Chi si è adoperato per gestore l'emergenza lo ha fatto solo per arraffare qualcosa nell'immenso saccheggio che è l'esercizio del potere. E anche per il futuro la loro lungimiranza guarda a un solo scenario: come diventare più potenti, come imporre se stessi ancora più forti e di più, dove e quanto arraffare di più e meglio.

In tutto questo tempo abbiamo assistito all'esercizio della solita politica – guerresca - delle convenienze e delle alleanze ai fini più bassi che non è stata capace di nessuna diplomazia per contenere la tragedia siriana. Perché? Perché tutti hanno sguazzato nella melma di conflitti incrociati in cui la corruzione domina e i peggiori faccendieri si arricchiscono e finanziano sempre, a qualunque livello, la stessa politica, in un diabolico circolo senza fine.

Così la situazione è deflagrata al punto che oggi ci troviamo di fronte all'ennesimo rebus impossibile, la cui soluzione è sempre: guerra, sempre guerra, solo guerra, con il rischio di infiammare il mondo intero. Quanto sta succedendo in tutto il Medio oriente è un enorme pasticcio che rischia di trasformarsi in un terribile incubo per tutto il mondo. Non c'è più tempo per le mezze misure e il nostro impegno deve essere quello di far salire dal basso una nuova coscienza che vada oltre i soli intenti guerreschi e distruttivi. La situazione è drammaticamente reale ma oltre gli interessi di egemonia nazionale la Società delle Nazioni dovrebbe pensare a tutelare la sicurezza del Mediterraneo minacciata da gruppi islamisti che hanno connessioni e sono coinvolti in traffici d’armi in tutto lo scacchiere mediorientale (che poi saranno gli stessi che agiscono con discrezione a rifornirli?).

La certezza è che la Siria si è trasformata in un grande santuario di formazioni estremiste che hanno tante diramazioni e che fa da sponda ai piani dell’Isis. È necessario creare un fronte comune e il coinvolgimento della Siria la dice lunga per estirpare il cancro del terrorismo di matrice fondamentalista.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:58