Tsipras: l’opportunità per l’Europa

La vittoria di Tsipras apre uno scenario interessante a livello europeo e per l’universo politico che specialmente in Italia si richiama alla sinistra. L’accordo siglato con una forza che viene definita di destra, ma che condivide gli obiettivi anti austerità imposti dalla UE, ci dovrebbe far dedurre tre cose importanti. La prima è che le forze politiche di governo si coalizzano quando hanno obiettivi comuni, specialmente in politica estera, che è la condizione primaria affinché un Paese svolga un ruolo sullo scenario Internazionale (come avveniva in Italia nella prima Repubblica).

Chi non ricorda le maggioranze di centro destra e di centro sinistra che proprio sulla politica internazionale andava ognuno per conto proprio? Dunque si ripropone al dibattito politico e ai cittadini un valore fondamentale della democrazia che si governa con forze di ispirazioni diverse ma condividono principi comuni e scelte strategiche comuni. Principi e valori che in questi vent’anni si sono smarriti sull’altare di una politica contro e mai per (il risultato fallimentare di questa politica è sotto gli occhi di tutti), ovviamente questo non è avvenuto casualmente , risponde alla logica della seconda Repubblica, nata sulla falsa rivoluzione mediatica-giudiziaria alfine di privatizzare e svendere le industri e banche pubbliche al famicapitalismo rapace italiano. Il secondo aspetto importante, discende proprio da questa scelta di allearsi con il partito di centro destra, in modo veloce e disinvolto senza farsi condizionare dai vecchi steccati ideologici destra/ sinistra, ma di una unità pragmatica di coloro che hanno contenuti comuni per risolvere i problemi dei cittadini greci.

Per fare un esempio, in Italia se si ragionasse senza i paraocchi ideologici sulle politiche economiche, la destra sociale e rifondazione comunista potrebbero operare comunamente, essendo entrambi stataliste e con una forte connotazione populista coperta dalle ideologie. La terza considerazione è riferita all’Europa. Già con le europee abbiamo potuto osservare un forte balzo elettorale, in tutte le nazioni, dei movimenti antieuropeisti , certo le cause possono essere molteplici tra cui c’è sicuramente il modo come si sta affrontando la crisi economica e le problematiche legate all’immigrazione. Nonostante ciò le burocrazie europee hanno fatto finta di non capire, oppure non sono proprio in grado di capire, per una loro concezione culturale autoreferenziale della loro missione comunicando una arroganza di cui neanche se ne rendono conto.

La vittoria di Tsipras è la nascita di un primo governo contro questa Europa degli eurocrati che governano senza il consenso popolare, ed apre la possibilità di una convergenza dialettica tra l’Europa mediterranea e quella nordica. Certamente l’Europa mediterranea ha il dovere di riformare profondamente la sua burocrazia e i suoi sprechi , il rigore non può e non deve essere un problema solo ragionieristico, ma un problema politico di coerenza sulle riforme ed anche di politiche economiche di sviluppo. Il vero problema che si troveranno i governi Europei è quello di decidere se andare avanti nell’unione europea o far saltare tutto.

Questa Europa non va, nonostante le iniziative meritorie del Presidente della BCE , o si sposta altra sovranità popolare verso l’Europa e dunque dando un ruolo reale al Parlamento europeo e sciogliendo la commissione europea , o l’alternativa è la fine di questa Europa. Politiche fiscali, e sociali comuni sono i mattoni fondamentali per tenere unita l’Europa, il debito pubblico dovrà essere ristrutturato dall’Europa con un trasferimento di sovranità che impedirà il boicottaggio per mere necessità elettorali nazionali della produzione di debito, che poi dovrà essere pagato dai nostri figli.

Il terremoto provocato dalle elezioni greche può essere la scossa per far comprendere alle lobby, alle multinazionali e agli eurocrati, che l’occidente può accettare i sacrifici, ma solo su progetto di sviluppo , per il benessere dei propri figli, ma non accetterà mai di barattare i valori della solidarietà, della libertà con l’egoismo di gruppi economici. La tradizione occidentale quando è stata compressa dagli interessi statalisti e parassitari che hanno impoverito i propri popoli e ne hanno limitato la libertà, ha prodotto come anticorpi la Comune di Parigi, il Masianello napoletano, la guerra di indipendenza americana. Dimenticare la nostra storia, la nostra cultura e i suoi valori può essere l’errore più grave che l’Europa può fare a se stessa.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:01