All’Onu la Ketamina  che fa discutere

La guerra alla droga continua a produrre indigenti danni. Nel corso delle ultime settimane la Cina ha chiesto alle Nazioni Unite di rendere illegale l’utilizzo della ketamina. Anche l’Italia, con la sola Ungheria, ha deciso di sostenere la proposta del governo cinese.

L’Associazione Luca Coscioni e il Partito Radicale Transazionale e Transpartito, attraverso le dichiarazioni di Filomena Gallo e Marco Perduca, hanno denunciato che la proposta cinese renderebbe illegali a oltre due miliardi di persone l’accesso ad un analgesico fondamentale.

La Ketamina è una medicina utilizzata nei paesi poveri e in via di sviluppo poiché di facile reperimento, molto meno costosa di altri anestetizzanti e con una minor richiesta di specializzazione nel poter essere somministrata essendo notevolmente più sicura dei gas anestetizzanti. Anche il governo italiano sta giocando le sue carte senza alcun senso di responsabilità. Le istituzioni del nostro Paese, senza consultare la comunità scientifica nazionale né ascoltare le proposte degli organismi e delle associazioni per la tutela dei diritti umani e per la libertà di ricerca scientifica, hanno deciso di sostenere la proposta della Cina per rendere la Ketamina una sostanza da proibire in tutto il mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ne ha sempre scoraggiato un regime di proibizione, al contrario, ritiene la Ketamina fondamentale per ogni paese povero che la utilizza come farmaco per operazioni chirurgiche.

L’Oms ha dichiarato che la Ketamina deve essere presente in tutte le strutture dove l’anestesia è necessaria in modo tale da garantire cure sicure e sostenibili per tutti. Inoltre, alcune organizzazioni non governative come Human Right Watch e l’International Consortium on Drug Policies ritengono che le procedure seguite dalla Cina nel presentare tale proposta non siano in regola con le prescrizioni Onu, poiché gli stati firmatari non hanno il potere di interferenze nella decisione di quali “droghe” vadano inserite nella tabella delle sostanze illegali senza l’approvazione della Commissione Onu sulle Droghe e su raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In Italia, oltre alla galassia del Partito Radicale, gli unici ad interessarsi alla questione sono stati i deputati Locatelli, Di Lello, Catalano, Di Gioia, Fava e Pastorelli che hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute e al ministro degli Esteri per capire come l’Italia intende continuare ad agire per tutelare il diritto alla salute e l’accesso alle migliori cure analgesiche in seno alle organizzazioni internazionali competenti.

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:09