Il Putin misterioso

Vladimir Putin è finalmente riapparso in pubblico; l’altro ieri a San Pietroburgo ha incontrato il presidente del Kirghizistan, Almazbek Atanbaev. In televisione è sembrato in ottima forma e sorridente, lui che sorride in verità poco. E’ finita così l’assenza di dieci giorni che aveva tenuto tutto il mondo con il fiato sospeso; chi diceva che Putin fosse gravemente malato e addirittura in pericolo di morte, chi parlava di un golpe dei militari all’interno del Cremlino, chi più romanticamente lo voleva alla clinica Sant’Anna di Lugano in incognito, dove sarebbe diventato nuovamente papà. E sarebbe la quarta o la quinta volta, contando le due figlie grandi, Maria e Katerina, avute dalla prima moglie e i due altri eredi dall'ex ginnasta olimpica Alina Kabaeva. I condizionali come sempre abbondano quando si parla della vita privata del presidente russo, gelosissimo della sua privacy, come si conviene ad un buon ex agente segreto.

Il leader russo era apparso pubblicamente l’ultima volta il 5 marzo, quando aveva ricevuto al Cremlino Matteo Renzi. Poi più nulla; il sessantaduenne presidente aveva rinviato il suo viaggio in Kazakistan, annullato la cerimonia di firma a Mosca di un accordo sul rafforzamento della cooperazione con l'Ossezia del Sud e non aveva partecipato, come ha fatto sempre in passato, alla riunione annuale del servizi segreti russi (FSB), nella quale viene presentato al Presidente il rapporto sulla sicurezza nazionale. La causa dell’assenza, secondo la dichiarazione ufficiale resa dal portavoce di Putin, Peskov, era il fitto calendario del Presidente.

Alla domanda impertinente di un giornalista circa lo stato di salute del presidente, Dmitry Peskov, solitamente molto freddo, aveva tagliato corto con un certo nervosismo, dicendo che Putin gode di ottima salute e che l’ultima volta che gli aveva stretto la mano per salutarlo, gliela aveva quasi stritolata per quanta forza avesse il suo capo.

Secondo Peskov le voci sulla scomparsa di Putin erano il frutto dei primi tiepidi calori di inizio primavera, quando la gente comincia a delirare. Già nel corso del 2012 la salute di Putin era stata oggetto di speculazione, dopo che il leader aveva cancellato diversi viaggi all'estero ed era apparso in pubblico zoppicando vistosamente; allora i portavoce del Cremlino si erano affrettati a spiegare che il leader era affetto dal riacutizzarsi di un vecchio infortunio alla schiena occorsogli durante una delle sue sedute di arti marziali. Ma, secondo un rapporto del Centro di studi psicologici della Scuola di Guerra della Marina americana di Newport, del 2008, che sarebbe dovuto restare segreto ma è stato pubblicato recentemente sulla stampa americana, Vladimir Putin sarebbe effettivamente malato; più precisamente sarebbe affetto dal morbo di Asperger, una forma di autismo che provoca ricadute su tutte le sue decisioni. La genesi della patologia lo avrebbe accompagnato sin dalla sua infanzia. Lo sviluppo neurologico di Putin sarebbe stato interrotto quando era ancora piccolo, in seguito a un grosso trauma emisferico al lobo sinistro temporale della corteccia prefrontale, la cui conseguenza sarebbe evidente nel suo modo di pensare e su come muove il lato destro del corpo, che sembra spesso quasi bloccato.

Il danno potrebbe essere stato arrecato forse quando era ancora nella pancia della madre vittima di un ictus durante la gravidanza. Gli esperti americani sarebbero arrivati a tale risultati dopo un’attenta analisi al computer dei movimenti di Putin ripresi dai video che ritraggono il leader russo, che gli analisti avrebbero scaricato da ogni fonte, incluse le immagini girate dai cameramen della Casa Bianca durante gli incontri ufficiali. Ovviamente per avere una diagnosi definitiva bisognerebbe sottoporre Putin a una tac del cervello. Ma lo stile autoritario del leader del Cremlino, la sua ossessione per l’accentramento dei poteri e del controllo totale e la sua aggressività decisionale, sarebbero un modo per bilanciare lo scompenso derivante dal morbo di Asperger, secondo gli scienziati della Us Navy.

Malato o non malato, comunque Putin anche durante la sua presunta assenza pubblica ha tenuto saldamente le redini del comando; secondo un comunicato del ministero russo della Difesa, il presidente russo ha ordinato nei giorni scorsi alla Flotta settentrionale basata a Murmansk e alle unità di paracadutisti delle Forze speciali di porsi in stato di massima allerta, nell’ambito di una serie di esercitazioni militari (non programmate) di sei giorni nell’Artico. Proprio a un passo dai confini con la Norvegia e i Paesi Baltici, membri della Nato.

E ha seguito in prima persona il montaggio del documentario celebrativo del referendum per l’annessione della Crimea, giusto un anno fa, dal titolo “Ritorno alla patria”, che va in onda in questi giorni sulla Tv di stato, Rossiyya 1. In una lunga intervista Putin ricostruisce i fatti che portarono a quegli eventi; secondo il presidente russo, furono gli americani i burattinai del colpo di Stato in Ucraina che portò lo scorso anno alla destituzione di Yanukovich. Fino al rovesciamento del governo di Kiev, i russi non avevano pensato al distacco della Crimea dall’Ucraina , ma quando gli insorti di piazza Meidan cacciarono l’allora presidente e presero il potere, Putin ordinò di intervenire in Crimea. La Russia, a detta del suo leader, era addirittura pronta a innalzare lo stato d’allerta nucleare se le tensioni attorno alla Crimea avessero preso una piega pericolosa. Poi vi fu un’evoluzione diversa e la Crimea venne annessa con un discutibile referendum popolare.

C’è da augurarsi, per il bene di tutti e il mantenimento della pace, che i morbi veri o presunti dell’inquilino del Cremlino non lo inducano ad altre azioni di forza, in Russia o nei paesi vicini.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:04