I ricchi coniugi Clinton

Hillary e Bill Clinton hanno guadagnato negli ultimi sedici mesi oltre 30 milioni di dollari. I proventi sono arrivati per la massima parte da società, banche e altre organizzazioni, molte straniere, che hanno invitato l’ex presidente e l’ex segretario di Stato a tenere discorsi e presenziare a conferenze e partecipare a convegni in giro per il mondo. Hillary ha annunciato lo scorso 21 aprile di volersi candidare alle elezioni presidenziali del 2016.

Già avvocato di fama, per otto anni senatrice al Congresso eletta nello Stato di New York, candidata presidenziale nel 2008 e poi segretario di Stato nel primo mandato di Barack Obama, la sessantottenne Hillary Clinton è certo la più ricca tra i candidati che intendono correre alle elezioni per la Casa Bianca; il solo avversario democratico che si è fatto avanti fino ad ora, il senatore Bernie Sanders del Vermont, è un socialista dichiarato, mentre i candidati repubblicani, come il senatore Marco Rubio della Florida e il governatore Scott Walker del Wisconsin, hanno fin qui raccolto fondi molto modesti per la campagna elettorale del 2016.

Da quando hanno lasciato la Casa Bianca nel 2001, i coniugi Clinton hanno guadagnato con discorsi e apparizioni pubbliche oltre 125 milioni di dollari, 25 milioni solo nell’ultimo anno. Ad Hillary, la casa editrice Simon & Schuster che ha pubblicato il suo libro di memorie “Hard Choices” – Scelte difficili, sugli anni da segretario di Stato, ha staccato un assegno di 5 milioni di dollari. Il cavallo di battaglia scelto da Hillary e dai suoi strateghi politici per la campagna elettorale presidenziale è il sostegno alla middle class americana, quella che più ha sofferto gli effetti della crisi economica. “Everyday americans need a champion. I want to be that champion” è il motto che la Clinton ha adottato sul suo blog e su tutti i suoi manifesti. Hillary ha girato alcuni spot nelle modeste case del ceto medio delle periferie urbane delle grandi città americane, in mezzo a famiglie numerose, spesso con un solo salario mensile a disposizione; si è presentata in jeans e abiti casual, con poco trucco e l’aria di “una di noi”, di una buona madre di famiglia che sa quanto sia difficile sbarcare il lunario in tempo di crisi e ha utilizzato un linguaggio di facile comprensione e presa immediata. Ha ripetuto a tutti, come un mantra, che quando uscirono dalla Casa Bianca, nel 2011, dopo otto anni di mandato presidenziale, lei e Bill non avevano un quattrino e di essersi rimessa a lavorare da zero, con umiltà e impegno.

Questa immagine “low cost”, di donna con i piedi per terra, rischia però ora di essere offuscata dalle notizie trapelate sulla dichiarazione dei redditi dei coniugi Clinton, che dovevano restare segrete ma che evidentemente qualche manina dell’ufficio federale delle tasse ha pensato bene di diffondere alla stampa. Hillary Clinton è stata il 67° segretario di Stato degli Stati Uniti d’America dal 2008 al 2012, la terza donna a ricoprire tale carica. Il 21 gennaio del 2013, con la rielezione di Obama alla Casa Bianca, ha lasciato l’incarico di segretario ed è stata sostituita da John Kerry, senatore e candidato democratico alle elezioni del 2004.

Da quando ha lasciato il Dipartimento di Stato, Hillary ha lavorato attivamente alla Clinton Foundation, insieme al marito Bill e alla figlia Chelsea, la Fondazione senza scopo di lucro fondata dall’ex presidente degli Stati Uniti con la missione di rafforzare la capacità delle persone di tutto il mondo per affrontare le sfide globali. La Fondazione ha sedi a New York e Little Rock in Arkansas, feudo elettorale dei Clinton. Secondo Peter Schweizer, un giornalista che faceva parte dello staff presidenziale di George W. Bush, che ha scritto il libro “Clinton cash” la storia mai raccontata di come e perché governi stranieri e uomini d’affari aiutarono Bill e Hillary a diventare ricchi”, la Fondazione avrebbe raccolto nel 2013 (ultimo bilancio disponibile) 198,8 milioni di dollari, contro 116,4 milioni del 2012. Tra i benefattori più generosi compaiono Stati quali il Regno dell’Arabia Saudita, la Norvegia, il Kuwait, individui facoltosi quali lo sceicco Mohammed Hussein al Amoudi, miliardario affarista etiope-saudita, l’ex pilota Michael Schumacher e il cantante Elton John e poi multinazionali come la Coca Cola. Ma secondo Schweizer, Hillary Clinton avrebbe favorito imprenditori e governi stranieri, durante il suo periodo a capo del Dipartimento di Stato, in cambio di contributi alla Clinton Foundation, accuse respinte decisamente dall’ex first lady.

I contributi alla Clinton Foundation provenienti da alcuni governi, in piena campagna elettorale, potrebbero essere letti in modo malizioso, così Hillary e Bill hanno deciso che la Fondazione accetterà d’ora in avanti contributi solo da Australia, Canada, Germania, Olanda, Norvegia e Gran Bretagna, mentre rinuncerà ai fondi provenienti dall’Arabia Saudita e dagli altri Stati del Golfo per evitare interferenze con la linea politica su temi chiave come il Medio Oriente o l’Iran. La nuova regola, però, vale solo per i fondi futuri e non per quelli ricevuti nel 2014. Tornando alle entrate personali, l’ex presidente risulta ancora più popolare della moglie; se un discorso di Hillary viene pagato in media 235mila dollari, quelli di Bill possono arrivare a 250mila.

L’ex presidente Usa ha fatto l’exploit in Svezia, nel maggio del 2014 al Forum sul cibo di Stoccolma, l’Eat Food Forum, una sorta di piccola Expo sul cibo; i suoi due giorni di presenza nella capitale svedese hanno fruttato a Bill ben 500mila dollari. Durante lo scorso anno Hillary Clinton ha pronunciato 10 discorsi all’estero, nove dei quali solo in Canada, a Whistler, rinomata località sciistica, ospite della Canadian Imperial Bank of Commerce, poi a Montreal, a Vancouver, a Toronto; ha partecipato al think tank Canada 2020, del Partito progressista canadese ed è stata ospite fissa della società di eventi TinePublic Inc. Il 10° discorso è stato quello alla conferenza di una industria farmaceutica a Città del Messico. Hillary Clinton ha anche parlato alle convention della GE, della Cisco, della Deutsche Bank, della California Medical Association (ricevendo un compenso di centomila dollari per un discorso trasmesso via satellite) e l’associazione farmaceutica Care Management, poi organizzazioni femminili, società di real estate e quant’altro.

Bill, invece, che predilige puntate in giro per il mondo, ha pronunciato discorsi ai convegni della Bank of America, della Ubs, della Microsoft e di Oracle. Anche dopo l’annuncio ufficiale di Hillary di voler correre alle elezioni presidenziali, Bill Clinton ha continuato a pronunciare discorsi in giro per gli Stati Uniti; nelle ultime settimane è intervenuto ad Atlanta, all’American Institute of Architects, e due volte a New York, una per Univision e una per Apollo Management Holdings. E il compenso per i discorsi per i ricchi coniugi Clinton è al netto di aerei executive, hotel superlussuosi, scorte e un nutrito stuolo di assistenti personali.

Riuscirà Hillary Clinton ad indossare i panni del paladino del ceto medio?

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:09