Il modello attuale europeo non funziona

Se non è Grexit, sarà Brexit. Il premier inglese David Cameron vuole rinazionalizzare una serie di competenze che oggi sono di pertinenza dell’Unione europea, dalla fiscalità al welfare, dall’immigrazione alla libera circolazione dei cittadini comunitari. Per fare ciò, necessita di una modifica dei Trattati, specificamente la revisione del Trattato di Lisbona. La cancelliera Angela Merkel per la Germania e Francois Hollande per la Francia non sembrano disposti a prendere in considerazione la questione dato che, per tutta risposta al leader britannico, hanno presentato una proposta comune per il rafforzamento dell’integrazione e della governance dell’Eurozona da farsi “nei prossimi anni e nel quadro dei Trattati esistenti”. Mentre Cameron sta procedendo nella direzione del sostanziale annullamento del Trattato di Lisbona quale condizione per collocare il governo conservatore a favore dell’Europa prima del prossimo referendum - anticipato al 2016 - volto a fare decidere agli inglesi se vogliono o meno rimanere nell’Unione europea.

La revisione di un Trattato richiede tempo, negoziati tra governi e Parlamento europeo, ratifiche da parte dei Parlamenti nazionali. Né la Merkel né Hollande vogliono una discussione su riforme dei Trattati dato che si avvicinano le campagne elettorali, già abbastanza difficili stanti i feroci antieuropeismi, e le urne nel 2017, giocando quindi oggi ad escludere la Gran Bretagna e le richieste avanzate sul nascere.

Durante il prossimo vertice europeo di giugno si discuterà del documento congiunto Germania/Francia, in cui si propone un rafforzamento della zona euro, di “promuovere un salario minimo a livello nazionale” e creare un Parlamento dell’Eurogruppo all’interno del Parlamento europeo esistente, per il mantenimento proprio dei Trattati. Nessuna ampia riforma è all’orizzonte, anche se sia Germania che Francia si mostrano aperte alle proposte in tal senso “entro la fine del 2016”, rinviando così qualsiasi discussione sulle revisioni dei Trattati a data ipotetica e successiva alle elezioni.

L’Italia ha denunciato “le questioni fondamentali irrisolte relative all’incompletezza dell’Unione economica e monetaria e la diffusa disaffezione verso il progetto europeo” e chiesto di “chiarire in modo non ambiguo la irreversibilità della moneta unica e di anticipare la condivisione dei rischi prima che venga concluso il processo di convergenza delle politiche economiche”. È necessario mettere in discussione con forza istituzioni e politiche europee a nome dell’Italia in Europa, poggiando più possibile sulla rivolta del fronte inglese e portando questa Europa tedesca a rimodellarsi politicamente.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:07