Putin vuole gli Stati Uniti dell’Asia

È un presidente russo molto diverso quello che si presenta alla visita all’Expo di Milano. Appare fin troppo cauto, quasi dimesso, nell’aspetto e nei modi. Ha qualcosa in mente, Vladimir Putin, che sicuramente non può rivelare totalmente, ma qualcosa la dirà.

La “scusa” della visita alla fiera d’eccellenza italiana è fin troppo ovvia. Tre giorni dopo il vertice G7 in Baviera, che ha deciso nuove sanzioni contro la Russia, durante la conferenza stampa congiunta con Matteo Renzi all’Expo, Putin ha sottolineato che la politica delle sanzioni danneggia fortemente l’economia italiana, (1 miliardo di euro perduti) e che l’Italia deve conoscere che esistono altri format oltre i “G” (G7, G8...) come anche altre possibilità politiche oltre la Ue.

Brasile, India, Cina, Russia e Sud Africa hanno costituito la nuova banca per lo sviluppo, offrendo crediti senza condizioni e grandi progetti. La parola magica si chiama New Development Bank, con un fondo di 50 miliardi di dollari, e un accordo sui fondi di riserva di 100 miliardi, di cui 41 sono garantiti soltanto dalla Cina. Il summit della sua fondazione è avvenuta durante la riunione Brics a Fortaleza nel 2014.

L’invito a lasciare la zona euro ed aderire ai Brics era stato fatto anche al Premier greco, Alexis Tsipras, durante la sua recente visita dello stesso a Mosca.

È possibile uscire dall’Europa? Con quali garanzie?

Putin sa che l’Italia ha firmato un unconditional surrender con gli Stati Uniti dopo la sconfitta bellica mondiale? Che abbiamo perso la guerra? Che le basi americane e Nato sono unità operative e strategiche? Che le aziende intenrazionali in Italia foraggiate dall’Europa e dagli Usa potrebbero non essere daccordo?

La Russia, sentitasi per decenni minacciata dall’“accerchiamento” da parte di una Europa che annetteva Stati sovrani, fece la mossa azzardata della Crimea, quando in Ucraina era praticamente pronto il documento di firma di annessione Ue. E questo è comprensibile.

L’esclusione della Russia dal G7 ha dato però alla Federazione soltanto una nuova motivazione per costituire, forte del rifiuto, un progetto parallelo, consolidando l’asse asiatico in contrapposizione a quello occidentale e a quello orientale dei Paesi arabi. Vi é poi un quarto asse geopolitico, formato dai Paesi terzomondisti che, pur non avendo una potenza bellica e politica, immette sempre più in occidente le masse di disperati che ben conosciamo, gli immigrati politici e quelli economici. La Federazione Russa sarebbe un importante alleato non soltanto per l’Italia, ma per l’Europa: pensate solo a quanto forte sarebbe la Ue se riuscisse ad annetterla; una potenza mondiale che, da sola, potrebbe tenere scacco agli Stati Uniti e alla Cina. Dal canto suo l’Europa non può nemmeno non considerare l’impegno della Russia contro la proliferazione dell’islamismo radicale (quindi dell’Isis) controllando regioni territoriali strategiche, poste ad est, con popoli di religione musulmana.

Brics o no, il ruolo della Russia non è e non deve essere considerato marginale, in vista dei nuovi e importanti imperativi che la geopolitica ci pone dinanzi, e che non hanno come unica protagonista l’America di Obama che, nel frattempo, continua solo a usare i muscoli dispiegando mezzi pesanti nel Baltico, con il rischio di far innervosire gli oligarchi russi causando sciagure ben peggiori all’odierna recessione.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:04