Kissinger dà ragione a Putin

sabato 20 giugno 2015


Henry Kissinger ha confermato che Barack Obama sta sbagliando tutto. Kissinger ha detto che è bene non isolare la Russia. Ex consigliere per la sicurezza nazionale statunitense ed ex segretario di Stato, Kissinger ha espresso il giudizio sull’operato di Obama e sul quadro politico internazionale delle tensioni tra Stati Uniti e Russia. Ha invece sbagliato quello sull’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano non sapendo che, tradendo la Costituzione, ha negato agli italiani il voto e imposto dal 2011 fallimentari governi non eletti di sinistra (Monti, Letta e Renzi).

“Mosca e Washington devono fare di tutto per evitare una politica di confronto ostile - ha detto Kissinger - l’errore fatale è pensare di poter tirare l’Ucraina completamente dall’una o dall’altra parte, mentre il suo ruolo può essere solo quello di ponte tra Europa e Russia. I Paesi occidentali (Unione europea e gli Stati Uniti) stanno commettendo un errore. Devono riconoscere che la Russia è importante per la pace nel mondo, che abbiamo bisogno del suo contributo per affrontare questioni gravi come le crisi regionali, il terrorismo islamico, la proliferazione delle armi di distruzione di massa, il clima, la sicurezza alimentare. A sua volta, la Russia deve riconoscere il senso di limitazione che l’approccio europeo nella politica internazionale comporta”.

La Russia serve all’Europa, si pensi anche solo alla questione degli immigrati, pertanto non può far parte di nessun tipo di strategia valida isolarla come sta facendo aggressivamente Obama da tempo. Si ricordi infatti che Obama, dal G7, con un affondo nei confronti della Russia senza precedenti e che ha riaperto passati scenari da guerra fredda, ha affermato testualmente che “Vladimir Putin deve scegliere se continuare a isolare il suo Paese ed a distruggere la sua economia, nello sforzo sbagliato di ricreare i fasti dell’impero sovietico. Oppure se riconoscere che la grandezza della Russia non dipende dalla violazione dell’integrità territoriale e della sovranità di altri Stati”. Gli Usa e l’intero G7 si sono poi detti pronti non solo a prolungare oltre il prossimo luglio 2015 le attuali sanzioni verso la Russia, ma anche a decidere nuove misure restrittive. Si ricordi che le sanzioni ci costano 2 milioni di occupati e ricadute negative pesanti su tutti i cittadini europei - 100 miliardi di euro in meno di esportazioni tra beni e servizi e un danno di quasi 12 miliardi, con una perdita di lavoro per almeno 215mila persone in Italia.

La risposta della Russia non si è fatta attendere. “Ci riserviamo il diritto di reagire conseguentemente a tutte le iniziative non amichevoli compiute contro di noi dagli Usa”, si è potuto leggere nel rapporto del ministero degli esteri russo diffuso nelle ore conclusive del G7. Per le autorità russe l’obiettivo di Obama è solo quello di “aumentare la pressione delle sanzioni contro la Russia, per indebolire la sua economia e creare le condizioni per destabilizzare la situazione politica interna del Paese”.

Nel frattempo, solo qualche giorno fa, Putin ha denunciato che “le spese militari degli Stati Uniti sono superiori alle spese militari di tutti i Paesi del mondo messi insieme. Quelle complessive della Nato sono dieci volte superiori a quelle della Federazione russa. La Russia praticamente non ha più basi militari all’estero. La nostra politica non ha un carattere globale, offensivo o aggressivo”. Putin ha poi affermato ancora che “a volte mi fanno osservare che i nostri aerei volano fin sopra l’Oceano Atlantico. Il pattugliamento con aerei strategici di zone lontane lo facevano solamente l’Urss e gli Usa all’epoca della guerra fredda. Ma la nuova Russia, all’inizio degli Anni Novanta, lo ha abolito, mentre i nostri amici americani hanno continuato a volare lungo i nostri confini. Per quale ragione? Così alcuni anni fa abbiamo ripristinato questi sorvoli: ci siamo comportati aggressivamente? Vicino alle coste della Norvegia ci sono i sommergibili americani in servizio permanente. Il tempo che ci mette un missile a raggiungere Mosca da questi sottomarini è di 17 minuti. E volete dire che ci comportiamo in modo aggressivo?”.

Intanto in Europa sono stati eretti muri contro l’invasione degli immigrati in Spagna, in Bulgaria e in Grecia. Da ultimo, l’Ungheria ha alzato un enorme muro per fermare i clandestini - 175 chilometri per blindare il confine con la Serbia - e l’Unione europea ha attaccato inutilmente l’Ungheria: “Non servono altri muri”, anziché ammettere il proprio fallimento. Sta agli Stati membri scegliere le misure per rendere sicure le frontiere, rispettando le regole internazionali ed il principio di non respingimento dei richiedenti asilo”, ha sostenuto la Ue incurante che la Francia, che si sappia ancora parte della Ue stessa, respinge gli immigrati in Italia dopo avere anche installato sensori su strada ferrata per bloccare i profughi in arrivo da Ventimiglia.

E mentre il Papa ammonisce, senza offrire soluzioni né spendendosi, né tantomeno spendendo il Vaticano, che “l’esaurimento delle risorse non può essere un pretesto per le guerre”, mentre cioè soffia sul fuoco dicendo che i popoli hanno “pagato il prezzo del salvataggio delle banche” e inneggiando ad un improvviso cambiamento di “stile di vita”, un mutamento di modello di sviluppo senza indicare né quale né soprattutto come. Papa Francesco “auspica come indispensabile lo sviluppo di istituzioni internazionali più forti e efficacemente organizzate”, che sarebbero comunque sempre fatte da altri, e ricorda la proposta di Ratzinger dell’Autorità politica mondiale. Che altro non sarebbe che, per l’Europa, l’Unione politica europea stessa, ma che mai è stata.

L’unica possibilità che rimane è, dopo il voto democratico in Italia (quello in cui noi tutti andiamo a votare e non si fanno governi o parlamenti a detta di uno solo: Napolitano), sperare che gli eletti, ben stretti ed a contatto con la realtà vera d’Italia e dell’Italia dentro l’Europa, propongano ivi la modifica dei Trattati, la loro rinegoziazione, l’Unità politica e, di conseguenza, la rimodulazione dell’Euro. Solo così si può sperare di raggiungere una soluzione “possibile” ai problemi, non solo quelli emergenziali. Ma bisogna fare in fretta. Finora si è perso solo tempo, peggiorando e danneggiando, irreversibilmente forse, tutto.

 


di Francesca Romana Fantetti